CAPIRE QUALCOSA DI PUTIN

CAPIRE QUALCOSA DI PUTIN EVJAGGIOmmUA CAPIRE QUALCOSA DI PUTIN Enzo Bettiza DICONO i maggiori gior�nali americani che gli incontri di questi due giorni fra Clinton e Putin non saranno un vero «summit». Sembra che quel logoro termi�ne fra alpinistico e diplomati�co, restringendo il raggio d'azione di Mosca a negoziati stratosferici con .la sola Casa Bianca, non piaccia molto al nuovo padrone del Cremlino che preferirebbe, inserire la politica estera russa in un contesto multipolare piutto�sto che bipolare. Non a caso tale preferenza per la multipolarita si manifesterà visibil�mente, a stretto giro d'aereo, subito dopo il semivertice con Clinton, nello sbarco quasi precipitoso dell'imprevedibile Putin nella Roma del Quirina�le e del Vaticano. Toccherà cos�all'Italia l'onore di acco�gliere per prima, fra tutti i Paesi dell'Unione Europea, il neopresidente insediato da ap�pena due mesi a Mosca. Il viaggio che porterà Putin da Roma a Milano, e che si svolgerà all'insegna dell'aper�tura all'establishment politico italiano, dell'amichevole collo�quio col pontefice polacco e della proposta economica agli imprenditori del Nord, non sappiamo ancora da quali ri�sultati concreti potrà essere coronato. Col presidente ame�ricano il nuovo zar, preceduto dalla ratifica parlamentare del�lo Start II sulla riduzione delle testate nucleari, avrà già parla�to di missili, di democrazia russa, di Cecenia, di Serbia e della minaccia islamica punta�ta al fianco asiatico e al ventre molle caucasico della Russia bicontinentale. Avrà certa�mente sfiorato anche le più delicate questioni finanziarie in sospeso fra le due potenze. Macon gli italiani, a prescinde�re dalle note faccende europee e balcaniche, di che altro parle�rà? Come osserva Sergio Roma�no (J luoghi della storia, Rizzo�li) «Italia e Russia non possono farsi né troppo bene né troppo male. Politica e diplomazia sono ' soltanto capitoli nella vicenda delle relazioni fra i due Paesi. Relativamente mo�desti sul piano strettamente diplomatico, i rapporti italorussi e italo-sovietici sono mol�to più importanti sul piano economico, religioso e ideologi�co». , Aggiungiamo. La questione ideologica è fortunatamente scaduta da quando non c'è più a oriente il più forte dei partiti comunisti di potere, e non c'è più a Occidente il più grande dei partiti comunisti d'opposi�zione. La questione economica resta invece sempre viva: pe�trolio, Eni, Fiat, banche. La questione religiosa resta infi�ne a bagnomana. Probabilmen�te anche Putin, come a suo tempo fece Gorbaciov, rivolge�rà al papa slavo l'invito di visitare la Russia. Un atto di cortesia formale ma, almeno per ora, senza immediato sboc�co ecumenico: l'ultimo dei pa�triarchi di Mosca, i quali da mille anni continuano a rifiu�tare l'incontro col pontefice cattolico, ha già fatto sapere che quel diniego rimane sem�pre valido. A infrangerlo non sarà certo lo scaltro Putin, ormai uso a frequentare le basiliche di Mosca e di San Pietroburgo facendosi con tre dita il segAo della croce orto�dossa. Ultimo appunto. Il mezzo vertice con Clinton e il soggior�no italiano di Putin contribui�ranno forse a dare un volto più leggibile, meno enigmatico, al�l'algida sfinge del Cremlino. Fino a che punto l'enigma si chiarirà agli occhi e alla mente degli americani, dei politici italiani, dei cardinali vatica�ni? Vedranno essi la grinta e il polso del modemizzatore de�mocratico che Putin afferma di essere, o di voler essere, oppure vedranno soltanto un personaggio indecifrabile an�cora in cerca d'autore e di copione? In altre parole: un corrivo erede della caotica Russia di Eltsin, oppure il rifondatore della dignitosa Russia imperiale e industriosa dei Plehve e degli Stolypin?