Paolo Barile, il papà dei costituzionalisti
Paolo Barile, il papà dei costituzionalisti Morto a 83 anni il grande giurista: aveva proposto l'elezione diretta del Capo dello Stato Paolo Barile, il papà dei costituzionalisti E morto all'ospedale di Careggi a Firenze il costituzionalista Paolo Barile. Nato a Bologna nel 1917. di formazione azionista, è stato ministro per i Rapporti con il Parlamento nel "93 con il gover�no Ciampi. Domani a Firenze i funerali di Stato. Lo ricordiamo ripubblicando parte di un elzevi�ro uscito il 22 dicembre 77 sulla Stampo, che lo ha avuto a lungo come prestigioso collaboratore. Massimo Luciani EGLI considera il diritto una cosa seria». Con que�ste parole, nel 1945, Piero Calamandrei presentava I al mondo dei giuristi un giovane studioso che allora pubblicava la sua prima raccolta di saggi. Parole meditate e profetiche. Quei giovane studioso era Paolo Barile, e tutta la sua vita professionale sarebbe stata segna�ta da questo tratto indelebile: la consa�pevolezza che il diritto non è uno scherzo, che si tratta di qualcosa che condiziona l'esistenza materiale e la felicità delle persone, e che per questo non merita di essere soltanto studiato, ma anche di essere interpretato e usato con passione. La produzione scientifica di Barile è sterminata e multiforme, ma non è un caso che, sin dall'inizio (la mente va, anzitutto, a II soggetto privato neUa Costituzione italiana], la leghi il filo rosso dell'attenzione per i duitti fondamentali, che sono la vera pietra di paragone su cui saggiare le qualità di un ordinamento, la sua capacità di essere strumento di garanzia e di emancipazione delle persone, non solo di repressione e di tutela della sicurez�za collettiva. Dei diritti Barile ha avuto una concezione aperta e moderna, che |in aperta contrapposizione allo stesso Calamandrei) lo ha portalo, in anni lontani, ad approdi che allora erano assai perigliosi, e oggi ci sembrano sicuri solo perché, proprio allora, vi fu chi osava spingerei sin dove i più non concepivano di arrivare. Erano i tempi in cui la Costituzione veniva percepita CffBfcHji corpo estra�neo, innestata su un tessuto ordinamentale che era largamente rimasto quello del fascismo e manifestava evi�denti reazioni di rigetto. Si trattava, allora, di chiarire una volta per tutte la piena giuridicità della Costituzione, destinata a trovare applicazione diret�ta e, almeno tendenzialmente, imme�diata, di fronte al diffuso atteggiamen�to di chi (assistito dall'autorità della Cassazione) vedeva nelle norme costi�tuzionali tutt'al più ammonimenti mo�rali, proiettati in un futuro chissà quanto lontano, inutilizzabili nella vi�ta quotidiana delle aule di giustizia. Si trattava, anche, di riconoscere che i diritti sociali hanno la stessa dignità dei diritti di libertà, che non sono un wishjul thinking, ma hanno una speci�fica normatività. Era in quei tempi difficih che Paolo Barile muoveva i suoi primi passi di studioso, e a lui, e ai pochi che come lui seppero reggere sul fronte della difesa della pienezza precettiva della Costitu�zione, dobbiamo i progressi che il diritto costituzionale ha compiuto, da noi, nel dopoguerra. La Costituzione, però, non è solo un insieme di enunciati normativi messi in bell'ordine. Senza un complesso di forze sociali che la sostengano, senza la consapevolezza comune del suo pregio, la Costituzione resta uno sche�letro senza carni. Di questo. Barile fu perfettamente consapevole sia come studioso (e ne diede conto in un saggio famoso quale La Costituzione come norma giuridica) sia come cittadino, e su questa consapevolezza misurò an�che il suo impegno civile. Un impegno rivolto, anzitutto, a realizzare la com�pleta attuazione della Costituzione, con tutta la sua carica emancipante e possiamo veramente dirlo eversiva del preesistente ordine giuridico. Questo, tra le molte altre cose, lo univa ancora una volta a Piero Cala�mandrei. Non a caso, scrivendone nel centenario della nascita. Barile ricorda�va l'opera di Calamandrei come avvoca�to, sottolineando l'importanza della sua difesa nella prima controversia decisa dalla Corte costituzionale, che si risolse con l'affermazione di un principio che sarebbe stato decisivo per la definitiva affermazione della «forza» della Costituzione: la sottoposi�zione al controllo di costituzionalità anche delle leggi anteriori all'entrata in vigore della Carta. L'impegno per l'attuazione della Costituzione, l'amore per i princìpi voluti dai Costituenti, però, non si traducevano in immobilismo costitu�zionale. Al contrario, da sempre Barile fu tra i sostenitori della necessità di riforme anche profonde, in particolare sul terreno della forma di governo. Qui lo «spirito» della Costituzione gli sem�brava tradito dalla prassi repubblica�na, che aveva finito per svuotare il potere di scelta degli elettori. Per questo, per recuperare una democra�zia più piena. Barile aveva proposto l'elezione diretta del Capo dello Stato. Non necessariamente questa avrebbe dovuto portare alla sostituzione del parlamentarismo con il presidenziali�smo, ma certo avrebbe determinato un rafforzamento del molo del Presiden�te, anche nella sua «tipica funzione equilibratrice». Non è il caso di chiedersi, adesso, se quella proposta fosse condivisibile o meno. Quel che è sicuro è che Barile non la concepiva come un semplice strumento di razionalizzazione, come un primo passo verso la «governabili�tà». Quel che gli premeva era la creazio�ne di una democrazia più forte e consapevole, più aperta e partecipata. Gli ostacoli su questa strada. Barile lo sapeva bene, erano molli e insidiosi. Nonostante questo partecipò da prota�gonista all'esperienza del governo Ciampi, come ministro dei Rapporti col Parlamento. Un «governo dei pro�fessori» che navigò tra gli scogli di una delle peggiori tempsle della Repubbli�ca. Anche allora, delle riforme si discu�teva mollo. La realizzazione di quelle riforme Paolo Barile non ha avuto la ventura di vederla. Paolo Barile: allievo di Calamandrei, fra il '93 e il '94 ha partecipato all'esperienza del governo Ciampi come ministro dei Rapporti con il Parlamento FATTI E GENTE Paesaggio biellese mostre, visite, parole BIELLA. «Insieme per il paesaggio» è il titolo della campagna di sensibiliz�zazione promossa dall'osservatorio beni culturali e ambientali del biellese, costituito da circa venti associa�zioni. Per dodici mesi, la provincia piemontese ospiterà mostre, conve�gni, visite guidate, escursioni, atlivtà didattiche, proiezioni, per valorizza�re e conservare il patrimonio cultura�le. Le iniziative saranno presentate questa sera, ore 20,45, presso l'Audi�torium di Città degli Studi, a Biella, da Marco Carminali, con Lucilla Giagnoni, Daniele Albarello, Enrico Slrobino. Per informazioni, lei 0152522729. Premio «Finale Storia» a Paravicini Bagliani FINALE UGURE. Agostino Paravi�cini Bagliani, professore di Storia Medioevale all'Università di Losan�na, è il vincitore della quinta edizio�ne del Premio intemazionale «Fina le Ligure Storia». La cerimonia si svolgerà domani, dalle 19. nell'ex convento di Santa Caterina. Agosti�no Paravicini Bagliani è l'autore del volume U' rhia\i e la tiara. Immayi ni e simboli del papato medioevale Il Premio «Opera Prima» è andato a Franca Ragono per Ciovanni Villa. ni e i suoi continuatori. La giuria, presieduta da Gabriella Airaldi, è composta da Franco Cardini, Salva�tore Fodale, José Enrique Ruiz Demenec, Peter Schreiner, Giusep�pe Sergi, la. r.| Il filosofo Bodei si aggiudica il «Musatti» BOLOGNA. 1! filosofo Remo Bodei ha vinto il premio «Cesare Musat�ti». Il prestigioso premio, riservalo a studiosi non psicoanalisti, sarà consegnato sabato prossimo all'Ho�tel Carlion, in occasione degli an�nuali Seminari multipli. La relazio�ne che lo studioso cagliaritano pre�senterà a Bologna, /( paesaggio del sogno, sarà pubbUcato nel volume n s^gno cent'anni dopo, pubblicato da Bollati Boringhieri, a cura di Stefano Bolognini. La «Specie» di Luzi i vince il «Campana» FIRENZE. La giuria del premio di poesia «Dino Campana», presieduta da Sergio Zavoli, ha assegnalo al�l'unanimità il premio dell'edizione 2000 a Satto specie umana, ultima opera di Mario Luzi pubblicata da Mondadori. La cerimonia di premia�zione si terrà il 22 giugno nella sala dei Duecento di Palazzo Vecchio.
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