Schroeder a Clinton: lo Scudo non mi piace di Andrea Di Robilant

Schroeder a Clinton: lo Scudo non mi piace LA GIORNATA IN GERMANIA Schroeder a Clinton: lo Scudo non mi piace Il Presidente dopo l'incontro con Barak: la pace è in vista Andrea di Robilant inviato a BERLINO Alla Germania lo Scudo anti�missile americano non piace. E il cancelliere Gerhard Schroeder lo ha detto con chiarezza ieri a Bill Clinton ricevendolo nella capitale tedesca, seconda tappa del giro europeo del presi�dente americano. «Sono preoccupato che un sistema di difesa anti-missile possa innescare una nuova cor�sa al riarmo ha detto Schroeder dopo il suo incontro con Clinton E l'ho fatto presente con grande franchezza al Presi�dente». Schroeder ha espresso le perlessità tedesche sullo Scudo americano appena ventiquattr'ore dopo che Clinton, parlan�do a Lisbona, aveva detto di voler condividere «con tutte le nazioni civili» la tecnologia necessaria per costruire siste�mi di difesa capaci di colpire nello spazio missili nemici. Clinton deciderà entro l'au�tunno prossimo se andare avan�ti con il dispiegamento eli circa cento missili intercettori in Alaska per far fronte alla nuo�va minaccia costituita dalle capacità missilistiche di «Statioanaglia» come l'Iraq, l'Iran e la Corea del Nord. Ma i tedeschi e come loro altri alleati temono che il progettò spingerà la Cina ad accellerare il sd'ó'programma missilistico, e che questo svi�luppo scatenerà a sua volta una corsa al riarmo nella regio�ne, che include India e Paki�stan, le due nuove potenze nucleari. Il progetto di Clinton viola il Trattato anti-missili (Abm) fir�mato nel 1972 su cui si è retta la pace nucleare per trent'anni, e gli americani stanno corcan�do di convincere i russi a modificarlo. Ma a Mosca, dove Clinton arriverà sabato séra, l'opposizione allo Scudo ameri�cano è ancora più radicata che a Berlino. E l'ostilità generale a questo progetto nel Vecchio Continente rischia di gettare un'ombra su quest'ultimo tour presidenziale in Europa di Clin�ton. In mattinata a Lisbona, pri�ma d'imbarcarsi per Berlino, il presidente americano aveva incontrato il premier Ehud Barak per rilanciare il negoziato tra israeliani e palestinesi che sem�bra essersi inceppato in una fase estremamente delicata. Clinton ha insistito che la pace «è in vista» e che le due parti sono «chiaramente impe�gnate a raggiungere un accordo storico e completo» entro l'an�no. Ma i nodi più complicati sono ancora da sciogliere. E tum e ancora arrivato il momen�to di convocare quel summit a tre Clinton, Barak, Arafat che dovrebbe suggellare la fine di un conflitto che dura ormai da mezzo secolo. Barak era arrivato all'alba a Lisbona per il suo incontro-lam�po con Clinton, lagnandosi dei palestinesi o chiedendo al presi�dente americano di aiutarlo a rimettere in carreggiata il nego�ziato. «Arafat sta trascinando i piedi», aveva detto il premier israeliano al suo arrivo. Poche ore prima, il presidente ameri�cano aveva parlato per telefo�no con il leader palestinese, che si era lamentato a sua volta degli israeliani. Insomma, il nervosismo cre�sce ora che le due parti hanno deciso di affrontare seriamente i nodi fondamentali che ancora vanno risolti: frontiere, sicu�rezza, Gerusalemme. E il ruolo di Clinton in questa fase delica�tissima una combinazione di mediatore, facilitatore e incoraggiatore diventa centrale. «Tutti e due devono prepa�rarsi a fare cose che non sono stati disposti a fare finora ha detto Clinton dopo aver parlato con Barak e Arafat Sono convinto che hanno il coraggio e la visione per farcela. Certo, è dura. Ma il traguardo è in vista e sono sicuro che ce la faranno. Farò di tutto per aiutarli». L'obiettivo di arrivare ad un accordo-quadro entro il 13 set�tembre rimane valido, insisto�no le fonti della Casa Bianca. Per Clinton, la pace tra israelia�ni e palestinesi rappresentereb�be un grande successo persona�le. E darebbe lustro a una presidenza che secondo molli storici e politologi non è stala all'altezza delle promesse. Ma nonostante il traguardo sia ormai «in vista», come dice il Presidente, il più difficile rimane ancora da fare. Il segre�tario di Stato Madeleine Albright tornerà in Medio Oriente la settimana prossima per incon�trare sia Barak sia Arafat. «E non sarà la sua ultima visita nella regione precisa Dennis Ross, il faticatore che rincorre la pace tra israeliani e palesti�nesi da più di dieci anni ce ne vorrà almeno un'altra». «L'ultimo viaggio della Albright servirà a preparare ii verti�ce o tre che terremo a Washin�gton per il round finale spiega Ross Ma non ci siamo ancora. Molto rimane da fare. Stiamo affrontando solo adesso i nodi più complessi che riguardano questioni d�identità nazionale. Sono decisioni molto, mollo diffìcili da prendere e noi non ci facciamo alcuna illusione. Ma ovviamente crediamo che ce la possano fare». Clinton corrll CanceRWr» Schroedarr una polemica sOlte Scudo antirtUslllè progettato dagli Usa ha accolto II presidente americano appena sbarcato iti Germania IL PREMIO Il premio dedicato all'imperatore che volle unificare l'Europa verrà consegnato a Clinton stamattina ad Aquisgrana, presenti il cancelliere Schróder ed il presidente ceco Havel, per i suoi meriti nel rafforzamento dell'unità europea BERLINO Il presidente Usa partirà poi per Berlino, dove è atteso per le 16,50, ma già ieri tutto il centro della capitale tedesca era stato massicciamente presidiato dalle forze dell'ordine L'AMICO Clinton vuole dimostrare di non essere il tipo che dimentica gli alleati caduti in disgrazia. Incontrerà cos�all'hotel Adlon Helmut Kohl, l'ex cancelliere fautore dell'unificazione tedesca, anche se solo in forma privata TERZA VIA A cena infine il leader della Casa Bianca vedrai 17 capi di Stato e di governo che ormai aderiscono alla «Terza via»: il gruppo Inaugurato un anno fa da D'Alema a Firenze (foto) Mancherà solo l'inglese Tony Blair