Niente antisemitismo siamo francesi di Alain Elkann

Niente antisemitismo siamo francesi Ritirato dalle librerie il volume «razzista» di Renaud Camus, polemiche a Parigi Niente antisemitismo siamo francesi Alain Elkann PARIGI IL settimanale parigino L'Evénement dujeudi, nel numero attualmente in edicola, propo�ne in copertina questo int^rroI gativo «Si ha il diritto di impe�dire un libro?». La questione deriva dal fatto che è stato ritirato dalla vendita il nuovo libro dello scrittore Renaud Camus dal titolo La campa�gne de France. Il motivo di questa vicenda, che suscita interminabili polemiche in Francia, sono alcuni passaggi con evidenti connotati anti�semiti. Per esempio in una frase lo scrittore dice: «Mi esaspera e mi rattrista vedere e ascoltare questa esperienza francese, questa cultura e questa civiltà avere per principali portavoce e organi di espressione una maggioranza di ebrei». Pare che l'antisemitismo di Camus sia nato da una frustrazione in quanto era stato criticato in una trasmissione radiofo�nica di France Culture. Lui ha realiz�zalo che i suoi detrattori erano ebrei e li ha dichiarati inatti a capire l'anima del paese. L'editore Fayard ha pubblicato egualmente il libro, felice di catturare un «grande scritto�re giovane» a un altro concorrente, l'editore abituale di Camus, Poi. La stazione Radio France ha rile�vato lo scandalo, il ministro Catheri�ne Tasca ha fatto sentire il suo peso ministeriale. Camus è diventato il male incarnato. Vari intellettuali si sono schierad contro di lui, mentre altri prendono le sue difese. Alcuni giornali scrivono: la Francia è uno strano Paese, Renaud Camus viene proibito ma pagine antisemite pullu�lano nella nostra letteratura. Presto verranno ristampali alcuni dei pam�phlet antisemiti di Celine. Camus sembra resuscitare i pensieri di Maurras e di Drumont. Questo è insopportabile però per una Francia che vorrebbe vedersi cambiata. Vie�ne in soccorso di Renaud Camus un )iltore molto famoso, Christian Comjaz, che invoca i suoi costumi: «Uno scrittore omosessuale difensore delle minoranze per inclinazione natura�le», dice di lui. lllEBo&Sfò Alain Finkielkraut sospira e dice: «Si, si può proibire un libro in seguito a una decisione di tribunale, per il suo contenuto razzista o in nome della privacy. Non credo che la trasparen�za assoluta sia garante delle nostre libertà. Ma proibire il libro di Renaud Camus è totalmente fuori luogo per�ché non serve ad altro che a farne un martire mentre si sarebbe dovuto dibattere con lui e quindi dimentica�re questo libro». Allora che cosa bisognerebbe censurare e proibire, si domandano in molti. Niente, rispon�de Bernard-Henri Levy, persuaso che le censure non risolvano niente. Claude Durand, presidente della casa editrice Fayard, vive il caso Camus come l'offesa di una censura mediatica contro la libertà di pubbli�care. L'editore ferito vuole ripubbli�care e ristampare tutto Camus. Venti�cinque anni fa Durand era l'editore di Solzenicyn, l'uomo che dava vita alla parola del gigante russo contro la dittatura sovieUca; oggi si accende per Renaud Camus. Insomma i francesi si interroga�no, dibattono in tv sulla questione dell'antisemitismo letterario come vecchia tradizione francese. Ve ne sono tracce in Voltaire come in Balzac. In verità l'antisemitismo entrò in letteratura, come in politica, con l'affare Dreyfus. Prima di allora, Maurice Barrès (di destra) poteva frequentare Leon Blum (di sinistrai scrivendo entrambi sulla Revue Bian�che. Ci sarà poi l'antisemitismo di Charles Maurras e dell'Action Frangaise. Quindi si moltiplicheran�no i clichés e troveremo altri scrittori come Paul Morand, che però ricono�sceva a un ebreo, che si chiamava Marcel Proust, un posto importante nella letteratura. Non è un caso che lutti i maggiori scrittori antisemiti si siano inchinati di fronte al genio di Proust: Leon Daudet, Robert Brasillach e anche lo stesso Morand. Segui�ranno molti altri tra le due guerre: Drieu La Rochelle, Pierre Benoil, Marcel Jouhandeau e Jacques Chardonne. Brasiliach sosteneva la depor�tazione dei bambini nel giornale Je suispartout; Lucien Rebatel esulta�va cercando di seguire le tracce di Celine che con Bagatelles pour un massacre avrebbe fatto passare Hit�ler per un moderalo. Né Celine né Rebatet né Morand espressero inai il minimo pentitnenlo. Ma questa lun�ga storia di antisemitismo annovera anche esempi di scrittori che lo cobatlerono fortemente e furono in molli, come Jean Paulhan, Francois Mauriaco Raymond Queneau. Louis Aragon si guardò bene dal seguin; la deriva anliseraila stalinista perché era stato l'amico di Trislan Tzara e di Desnos e dedicò quelli che sono forse i più bei versi dei francese contempo�raneo agli occhi di un'ebrea russa, ElsaTriolel. Il dibattilo sembra quindi molto acceso in Francia sulla questione della piaga antisemita anche all'inter�no di importanti opere letterarie. Non sembra però a delta di critici come Sollers che Rcnnud Camus, malgrado i tentativi di divenlare accademico di Francia, sia davvero annoverabile nella categoria dei gran�di scrittori. Resta cotmincpie aperto il caso se si ha o meno oggigiorno il diritto di proibire un libro in un Paese democratico. Lo scrittore si confessa esasperato per la «maggioranza di ebrei» che domina la vita culturale Ma resta aperta la questione: può un Paese democratico proibire la circolazione di un libro? Renaud Camus, autore di Lo compogne de France

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