«Tutti schedali negli archivi dei carabinieri»

«Tutti schedali negli archivi dei carabinieri» Dopo la magistratura anche il Garante della privacy ha avviato un'inchiesta per accertare eventuali violazioni della legge sulla riservatezza dei dati «Tutti schedali negli archivi dei carabinieri» La denuncia di un appuntato toscano scatena le polemiche Francesco Grlgnelti ROMA Siamo tutti controllati? Davve�ro l'Arma dei carabinieri, come se i tempi non fossero cambiati, cura e aggiorna tanti fascicoli quanti sono gli italiani? Un sena�tore di Rifondazione comunista, Giovanni Russo Spena, ha pre�sentato un'allarmata interroga�zione al ministro della Difesa, allegando la denuncia di un appuntato dei carabinieri, Vale�rio Mattioli, che presta servizio in una stazioncina in Toscana. Russo Spena scrive innanzitut�to in difesa dell'appuntato che rischia l'espulsione dall'Arma. Ma fa anche sapere che da circa un anno sono stati interessati il Garante per la privacy e la magistratura di Bologna per «una serie di 42 violazioni ai codici penali ordinario e milita�re d�pace». Non si conoscono le conclu�sioni dell'inchiesta penale. Il Garante per la protezione dei dati personali, da parte sua, ha precisato che «questo tipo di segnalazione riguan la una mate�ria su cui l'Autorità svolge da tempo le attività di verifica previste dalla legge sulla riserva�tezza dei dati. Come ogni altra segnalazione pervenuta all'uffi�cio, anche questa è stata presa in considerazione e sono stati avviati i doverosi accertamenti, il cui esito l'Autorità farà cono�scere» al termine della sua istruttoria. L'appuntato Mattioli, nella sua denuncia, fa esempi molto precisi: a San Giovanni Valdarno, che è la cittadina dove svolge servizio, il comando dei carabinieri manterrebbe 58 mi�la fascicoli su una popolazione di circa 18 mila abitanti. I fasci�coli non riguarderebbero solo le persone fisiche, ma anche le organizzazioni politiche e sinda�cali, e le aziende. «Come carabi�niere sono staio costretto a pre�sentare denuncia spiega Mat�tioli me lo impone la leggo di denunciareireati. Mal'hofatto anche per una questione di co�scienza». Lo scenario disegnato dalla coppia Russo Spena-Mattioli ha dell incredibile: l'illecito sareb�be «nelle pratiche permanenti tenute dai comandi dell'Arma dei carabinieri» dove vengono immagazzinati ( dati personali relativi a cittadini vivi e morti, associazioni, partiti, e movimenti politici, da cui desumere an�che le opinioni degli appartenen�ti». Si azzarda la cifra di 70 milioni di fascicoli. Dice il senatore Russo Spena: «Io non so se questa denuncia dell'appuntato Mattioli sia ve�ra. Spetta al magistrato indaga�re. Però ci sono settori dell'opi�nione pubblica che sono inquie�ti. Il governo dovrebbe dissipare i sospetti. Da cinque mesi aspet�to risposta». La questione di schedature condotte dall'Arma dei Carabi�nieri suscita inevitabilmente vecchi fantasmi. Al comando generale, in forma rigorosamen�te anonima, spiegano che è «na�turale» l'esistenza di un certo numero di fascicoli. Ma si trat�ta, sostengono, di archivi assolu�tamente legali e anche abbastan�za innocui: vi finiscono dentro le denunce, gli atti giudiziari, le caratteristiclie anagrafiche, le richieste di passaporti o di porto d'armi. Niente di politico. Conferma Franco Frattini, presidente della commissione parlamentare sui servizi segre�ti: i dossier dei Carabinieri sono «nonnaie attività» e raccolgono dati delicati solo quando sono in ballo speciali autorizzazioni (il nullaosta di segretezza per aziende o persone che devono accedere a segreti militari, ad esempiol oppure per i candidati a particolari concorsi come l'in�gresso in magistratura. Frattini considera tutto in regola, quin�di, «sempre che questi archivi siano sotto il controllo del Ga�rante della privacy. Come succe�de per il centro elettronico del Viminale». Da esponenti dell'Unac (Unio�ne nazionale carabinieri!, uno pseudosindacato dissidente che si è battuto contro la riforma, però, arriva qualche conferma. «Conosciamo l'appuntato Mat�tioli raccontano come una persona seria e perseguitata dai comandi. E' un laureato con la denuncia facile. Che ci sia molta attività informativa nelle stazio�ni, ò un dato di fatto. Molte informazioni personali finisco�no nelle 'note caratteristiche" che i comandanti scrivono sul nostro conto. Anche sui cittadi�ni, quelli degni di nota, si apro�no fascicoli personali e ci finisce un po' di lutto. La raccolta di informazioni politiche e sindaca�li è espressamente vietata. Ma c'è sempre il modo di infilare qualcosa». Frattini, presidente della commissione sui servizi segreti: «Normale attività» Secondo II parlamentare Russo Spena potrebbero essere 70 milioni i fascicoli dell'Arma sugli Italiani

Luoghi citati: Bologna, Roma, Toscana