Anroto-Bellillo, è quasi lite sui Gay Pride di Maria Grazia Bruzzone

Anroto-Bellillo, è quasi lite sui Gay Pride Anroto-Bellillo, è quasi lite sui Gay Pride «Patrocinio delle Pari Opportunità». Il premier: non se ne parla Maria Grazia Bruzzone NOMA Patrocinare singoli eventi del Gay Pride? Non so ne parla proprio. Giuliano Amato scon�fessa la ministra cossuttiana delle Pari opportunità Katia Bellillo', che rispondendo alla Camera, a nome del governo, alle interrogazioni dei parla�mentari non solo aveva annun�ciato che la manifestazione «si farà», adducendo motivi costi�tuzionali che avevano attiralo pesanti ironie di An (il deputa�lo Aloi alla fine è stato espulso dall'aula) ma aveva pure pro�spettato l'eventualità che il Dipartimento per le Pari oppor�tunità patrocinasse non la mar�cia dei Gay Pride, ma alcuni eventi collegali. Qualche ora dopo, una nota di Palazzo Chi�gi puntualizzava che sui patro�cini proposti da singoli diparti�menti della Presidenza «la deci�sione ultima» spetta ;il presi�dente del Consiglio. E sottoline�ava seccamente che «ned caso in specie, non si ritiene sussi�stano i necessari presupposti». Dopo il primo giudizio di «inopportunità» di Amato, il ritiro del patrocinio del Comu�ne di Roma da parte del sinda�co Rutelli e la richiesta pres�sante del segretario della Quer�cia Walter Veltroni perché il governo conceda l'autorizzazinne (venerd�un vertice con questore e prefetto dovrebbe infine scogliere il nodo, stabi�lendo nei dettagli il percorso), la manifestazione mondiale dei gay continua insomma a ciliare divisioni non solo nel Paese, ma nella stessa maggio�ranza. La ministra delle Pari oppor�tunità In aula si era celta sbilanciala un po' troppo, con�iando forse sul fatto che il Dipartimento come riconosce la Stessa nota di Palazzo Chigi «da tempo» aveva proposto il patrocinio di alcuni eventi, e in un diluii che si andava vieppiù surriscaldando in au�la Bellillo aveva infatti comin�ciato a risponderò riferendosi alla festa della Repubblica del 2 giugno «fondata por garanti�re i diritti di liberta degli uomini e dello donne». «Che c'entra questo?» aveva subito interrotto Fortunato Aloi. E altre rimostranze erano venu�le (piando la ministra citavo la Cosi il ii/iuiie «oho ha individua 10 principi per garaiit ire uguali livulli di vita o di libertà per tutti 0 por tulle, noi rispetto dello diversità...». «Queste so�no sciocchozzu, lo dico da pro�fessore di Storio», continuava il deputato di An, ricevendo dal presidente il primo invito o lasciare l'aula. Pmchò, arriva�la al Gay Pride 2000, la miniatra informava del «forte impe�gno» del dipartimento Pari op�portunità, a garantire «lo svol�gimento doli intoni manifestaziono», promuovendo anche un protocollo d'intesa col mini�stero della Pubblica Istruzione e l'associazione dei genitori di omossesstiali». Le rimostranze a questo punto diventavano un coro: «Brava!», «Questa è una vergogna!», «Anche la scuo�la!», attirandosi risposte perfi�no dai banchi del governo. Tanto che poi il capogruppo di An Gustavo Selva in una nota chiamava in causa Amato, chie�dendo «chi dirige la politica del governo e no è responsabile». Intanto continuano a cresce�re le polemiche. Mentre la Gei ribadisce il suo giudizio di «inopportunità» della marcia, intervengono anche i prote�stanti e la massoneria. La fede�razione Chiese Evangeliche esprimo preoccupazione «per�chè i governanti, anziché tutelaro la laicità dello Stato, quali�ficano i diritti di libertà conqui�stati dal popolo italiano come un impedimento sul cammino di una totale acquiescenza alle pretese della Conferenza epi�scopale». Il Grande Oriente d'Italia apprezza invece dan�dola ormai per scontata «la scelta, sia pur tardiva, di auto�rizzare questa manifestazione, di fronte ai rigurgiti di vera e propria intolleranza religio�sa». Il riformatore Marco Tara�dash stigmatizza il comporta�mento del sindaco Rutelli, che sulla Stampa, ha paragonato il Gay Pride a un raduno nazista davanti alla Sinagoga: «Dovrei ricordargli che ebrei e omoses�suali erano recintati negli stes�si campi di sterminio». E Ales�sandro Meluzzi (Udeur) invita addirittura il Papa a «porre fine, con un gesto di saggezza, a quello che è diventato «un dibattito querulo e inconclu�dente». Una manifestaiione per 1'. orgoglio gay

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