Partono i trapianti di mano

Partono i trapianti di mano ALL'OSPEDALE DI MONZA Partono i trapianti di mano Già cinque pazienti in lista d'attesa CON il successo del trapian�to della mano o delle ma�ni, la scienza medica regi�stra un'altra conquista dopo i già acquisiti trapianto cuore (1967), rene (1954), fegato e polmoni (1963), intostino (1987), comea e pancreas. Una vittoria resa possibile soprattut�to dal senso di altruismo di una persona che, ancora in vita, decide di donare i propri organi, alle nuove tecniche di microchi�rurgia ed ai famiaci immunosoppressori antirigetto sempre più mirati. Il primo farmaco antiri�getto fondamentale fu la ciclosporina scoperta nel 1971. Gli esiti positivi sono già sei a partire dal primo intervento av�venuto il 23 settembre 1998 all'ospedale Edouard-Herriot di Lione in Francia con l'equipe de! prof. Jean Michel Dubernard che ha ridato avambraccio e mano destra al neozelandese Glint Hallam di 43 anni che ora tocca o sente la mano come propria. Alcuni allarmi di riget�to sono stati avvertiti, ma pron�tamente controllati con gli immunosoppressori. Dell'equipe francese per il primo trapianto ormai divenuto storico, composta da 50 persone (18 chirurghi), faceva parte an�che Marco Lanzetta del Centro Ortopedico dell'Ospedale San Gerardo di Monza e per il secon�do trapianto altrettanto storico perché bilaterale avvenuto il 13 gennaio scorso sul trentaquat�trenne Denis Cbatellier i medici italiani del San Gerardo orano quattro (anche Roberta Nolli e Carlo Trevisan dell' istituto mon�zese e Stefano Spanio dell'ospe�dale di Vicenza!. Ora anche l'Ita�lia ha una squadra pronta per questo tipo di intervento che è già slato fallo in Austria, Cina e Stati Uniti. E' di questi giorni la notizia che l'Ospedale San Gerardo di Monza, Università Milano-Bi�cocca, ha avuto l'autorizzazione dall'Istituto Superiore della Sa�nità a procedere «nell'altivilà di trapianto di arto da cadavere» e cinque operai della Brianza che hanno perso l'arto sul lavoro, dell'età compresa fra i 18 e i 50 anni, sono in attesa di donazio�ne. La legge recita che i richie�denti devono avere perso la mano per amputazione trauma�tica, incidenti sul lavoro, strada�le, esplosione, non per malfor�mazione congenita e non per amputazione per tumore. Inol�tre il paziente per essere idoneo al trapianto deve prima sotto�porsi a un test complessivo di personalità, intelligenza e ma�nualità, precisa il professor Ita�lo Carta, direttore della Clinica Psichiatrica di Monza. Deve os�sero ben motivato e deciso, l'iter post operatorio prima di avere i la piena manualità è lungo. Dice Marco Lanzetta: «L'uso delle mani è lento perché i nervi crescono di un solo millimetro al giorno ed in due anni di riabilitazione questi prendono sensibilità e forza. Pur non es�sendo un intervento salvavita, infatti in caso di rigetto si proce�de alla rimozione della mano, non è un semplice allo di esteti�ca ma va ritenuto eticamente fondamentale por la qualità di vita dell'uomo essendo la mano un arto che traduce dirottamen�to in azione ciò che il corvello elabora e comanda di fare. Mentre per il piede ci sono protesi valide, ciò non è ancora avvenuto por la mano proprio ?er il particolare legamo che la lega al sistema nervoso centra�le». L'equipe italiana sarà diret�ta da Lanzetta, microchirurgo, nella sala operatoria al momen�to dell'intervonlo saranno pre�senti 30 operatori sanitan, la metà chirurghi, alcuni dei quali presenti a Lion», immunologi, anestesisti, neurologi, dermato�logi, ecc. i passaggi chiave del trapian�to, che deve essere fatto in un tempo massimo di quattro ore dall espianto sono: prelievo dal donatore, preparazione del mon�cone del ncovonte mettendo be�ne in evidenza e separando os�sa, tendini, vene e arterie. Fissa�zione delle quattro ossa con placche e viti in acciaio, unione di arterie e vene, tendini, musco�li e nervi, per ultimo la pelle che viene distesa intercalandola fra quella del donatore e del rice�vente. Il momento più critico è una fase di 16 minuti, quando avviene l'irrorazione sanguigna dell'arto impiantalo. La durata dell'intervento è di circa 15 oro ed il costo, tenendo conto della lunga riabilitazione, si aggira sui 130 milioni. Gli italiani pronti per il tra�pianto sono 14, selezionati da un gruppo di 300 e inseriti in una lista d'attosa che fa capo al Nord Italia Transplant (Nitp) diretto dal professore Girolamo Sirchia, primario del Centro tra�sfusionale e d'Immunologia dei Trapianti del Policlinico di Mila�no. Cosi anche in Italia, dopo la già collaudata tecnica del reim�pianto possibile solo se non viene persa completamente la propria mano, si registra una conquista della scienza ad esclu�sivo beneficio dell'uomo. PiaBauf il chirurgo Marco Lanzetta