Solo un'ombra elusiva che lascia deboli tracce

Solo un'ombra elusiva che lascia deboli tracce IL LUPO SULLE ALP! Solo un'ombra elusiva che lascia deboli tracce IL colombre è un pesce di grandi dimensioni, spavento�so a vedersi, estremamente raro. A seconda dei mari, e delle genti che ne abitano le rive, viene chiamato kolomber. kahoulbrha, kalonga, kalu-balu. chalung-gra. I naturalisti strana�mente lo ignorano. Qualcuno perfino sostiene che non esiste». L'8 aprile di quest'anno nella sede operativa del Parco delle Alpi Marittime, a Entracque, c'era l'atmosfera di quel raccon�to di Dino Buzzati. Il protagoni�sta, grande, spaventoso e raro, non abita i mari ma si nasconde sui monti, e a seconda del versan�te e delle genti che ne abitano le pendici, viene chiamato lupo o loup. Un convegno per lui: un gruppo di persone intente ad ascoltare chi ne segue il vagare, a osservarne i segnali, a riconoscer�ne il passo, sempre senza veder�lo, solo sentendone la presenza come un affascinante miraggio. Il coordinatore del progetto che studia i lupi che pattugliano il Piemonte è Luigi Boitani, del�l'Università di Roma, affiancato da un gran numero di operatori e di enti qualificati: le Università di Torino, Pisa e Roma, l'Infs llstituto Nazionale Fauna Selvati�ca), l'Istituto di Ecologia Applica�la, enti dell'inlelletto. Il Parco delle Alpi Marittime è il nucleo indispensabile perché il progetto si realizzi: l�vengono centralizza�ti i dati e la miriade di attività attorno a questo animale trova il raccoglimento necessario alla sin�tesi. Solo attraverso la sintesi si troverà un suggerimento per an�dare avanti e solo attraverso il coordinamento delle attività del�la regione con quelle delle regioni vicine il progetto potrà espander�si. Se si riuscirà a realizzare una singola strategia di gestione del lupo, se i dati verranno raccolti dappertutto allo stesso modo, se si troverà la formala magica del�la standardizzazione, allora tutto questo lavoro avrà un senso. Altrimenti sarà impossibile para�gonare i risultati e ognuno andrà per conto proprio all'inseguimen�to del suo piccolo branco persona�le, dietro mutili tracce. Regione Piemonte e Unione Europea cofinanziano il proget�to, il che ronde il tutto intemazio�nale. Gli operatori sono sparsi lungo i confini, a Entracque si parlava molto il francese del Mercantour, tutti i tecnici del progetto sono amici, ma la colla�borazione a livello istituzionale è la cosa più difficile. Durante la presentazione del progetto una frase di Boitani è suonata come un rintocco di cam�pana. «Se lo lasciamo stare, da solo il lupo sta benissimo; il problema sono sempre gli uomi�ni, e quindi si tratta di gestire gli uomini». Intanto si raccolgono dati e si prevede almeno un altro anno di ricerche per parlare di risultati definitivi. I lupi sono studiati senza catture e radiocoilari, ma semplicemente con il rilevamen�to di segni sul terreno. Sono in Valle Stura, nell'alta Val Pesio, in Val Gesso. Sconfinano dal Parco del Mercantour, pochi pionieri, presenza elusiva con sempre nuo�vi distaccamenti che corrono lon�tano, lungo i sentieri in cresta, attraverso i valichi, con un trotto in punta di piedi, in fila indiana, prima coppia e poi branco, obbe�dendo alle loro leggi di gerarchia e solidarietà. Forse sono finiti i tempi della disperata resistenza all'estinguersi, nascosti tra i rifiu�ti, troppo vicini al nemico con la lupara spianata, tempi di lupi mannari e di disperati vagabondi macilenti. L'arco alpino offre vasti terri�tori di silenzio, degni del bisogno di vagare, protetti e pieni di appetitosi ungulati per banchet�tare. La fatica di salire lungo l'Appennino è stata grande e il cammino irto di pericoli e diificoltà, tanto che molti credono che sia leggenda e che i lupi ricompar�si sulle montagne siano stati cari�cati nel bagagliaio dell'auto di qualche veterinario squilibrato, o rilasciati da recinti ad opera di guardaparco mitomani, per oscu�ri motivi legati alla fama e al denaro. Chissà perché gli uomini diffi�denti non si fanno una ragione dell'istinto di conservazione o della volontà indipendente di so�pravvivere, come se fosse incredi�bile il fatto che la natura si barcamena anche senza di noi. Per credere all'espansione «natu�rale» del lupo, bisognerebbe in�contrarlo e lasdarsi avvolgere dall'emozione del suo sguardo dorato, pieno di secoli di vita selvatica. Ma a pochissimi è dato di imbattersi in un lupo sul sen�tiero. E' una fortuna intravedere ubdgcp un silenzioso scomparire, un'om�bra, un istante. Come il colombre di Buzzati, nessuno riesce a scor�gerlo se non la sua vittima, che sa che «quella era la sua maledizio�ne e la sua condanna, ma pro�prio per questo, forse, non trova�va la forza di staccarsene». Il lavoro di ricerca del proget�to, che si chiama Interreg, miete vittime di questo tipo: sonò i giovani ricercatori che presenta�no i risultati preliminari dei pri�mi dieci mesi di attività: è un monitoraggio fatto di dettagli. Lungo direttici potenziaU non si cerca l'incontro, ma la traccia sulla neve, il segno di erba schiac�ciata di un giaciglio, i poh, gli escrementi, i segnah nelle postu�re di minzione, la risposta a un ululato bene imitato. L'impronta da sola non per�mette di distinguere un lupo da un cane, ma saper seguire lo sviluppo della traccia per un tratto abbastanza lungo dà la certezza dell'attribuzione. I lupi che si spostano hanno una direzionalità ben marcata, a differen�za dei cani che continuamente deviano e scartano di lato. Le fatte contengono l'informazione più sicura: i resti indigesti per�mettono di identificare le prede, e l'analisi genetica dà la certezza a quello che sembra frutto del�l'immaginazione: è proprio il lu�po. La macchia di urina rispetto alla linea della traccia sulla neve racconta delle differenze tra i sessi: i maschi, che come i cani «alzano la zampa», lasciano ii segno di lato, le femmine sulla stessa linea delle impronte. L'ululato trasmesso durante i crepuscoli d'estate chiede ad al�tri se ci sono e dove sono: chi c'è risponde e so è cucciolo la sua voce è riconoscibile, infantile, ben diversa dall'ululato modula�to dell'adulto. E permette di rac�cogliere il dato del successo ripro�duttivo. Caterina Gromis di Trana Difficilissimo vedere un lupo nel suo ambiente: la sua presenza è monitorata soprattutto attraverso le orme e le feci, nei parchi delle Marittime e del Mercantour

Persone citate: Boitani, Buzzati, Caterina Gromis, Dino Buzzati, Luigi Boitani

Luoghi citati: Entracque, Piemonte, Pisa, Roma