La Parigi felice e perduta del nottambulo Brassai di Enrico Benedetto

La Parigi felice e perduta del nottambulo Brassai NEL MONDO La Parigi felice e perduta del nottambulo Brassai Enrico Benedetto DACCI om�il nostro fantasti�co quotidiano. Gyula Halasz alias Brassai, magiaro di Transilvania. sfornò la pri�ma fotografia nel 1930. Seguirono altri 43 mila cliché fino al 1984, quando ottantacinquenne chiu�se gli occhi per sempre. La Parigi che immortalò non c'è più. Ma esisteva davvero? Per Brassai. il fotografo non riproduce: trasfigu�ra. E al diavolo l'istantanea I Le sue immagini sfiorano il sublime gra�zie alla messinscena. Il primo com�plice si chiama notte. Gyula Halasz voleva che il buio circondasse i suoi clochard, le peripatetiche, i festaioli tiratardi, intingendo nella metafisica le statue parigine cui dedicò splendide tavole. Da bravo perfezionista, si muoveva con un armamentario monstre. E non di rado la posa era lunghissima. Solo un ingenuo può dunque scambiare per «colte sul vivo» le immagini da bordello, o i rendez-vous clandesti�ni per omosessuali. Brassai. le foto amava costruirsele. Da nottambu�lo incallito qual era. la sua inventi�va brilla nondimeno per estremo realismo. Parigi Anni '30 ne emer�ge con l'aureola di capitale furtiva, ambigua, voluttuosa. E anche quando non ritrasse le donnlinle. i balli, e gli amori più o meno torbi�di. Halasz Iribaltezzatosi per cele�brare la sua città natia. Brasov) ammaliava. Prendiamo i graffiti. Lo appassionò in epoche ancora non sospettabili di muralesmania l'epigrafia anonima, anzi l'intona�co marcio su cui fiorivano a strati le iscrizioni nelle ruelles plebee. Alcune le rifotografò decenni più tardi, inseguendo nuova patina su vecchi muri. Le 530 opere che il pubblico ammira dal 19 aprile presso il Beaubourg la retrospettiva più ampia t immergono a capofitto nella réverie. Ecco il mitico esor�dio: due ragazzi, di schiena. Risale ai tempi nei quali Brassai sognava il giornalismo. Gli chiesero d'illu�strare i servizi e lui scopr�che gli piaceva molto, quasi troppo. Ma l'obiettivo non eclissò la penna. Brassai scriveva diari il famoso »quademo giallo» e anche lettera�tura. La sua vera passione era tuttavia l'arte. Contemplandone i disegni, l'amico Picasso gli disse invano: «Hai una miniera d'oro tra le mani, sfruttala». Lui preferi dedi�carsi alla musa in versione celluloi�de. Il Centre Pompidou lo celebra con un'antologia splendida, ancor�ché diseguale. Le Monde eccepisce per esempio sul vezzo degli inediti. Sarebbero, in definitiva, mediocri. Ma c'è un'accusa più sostanziale, cui gli organizzatori faticheranno a sottrarsi. Il Brassai del Beau�bourg ha perso i tratti sulfurei Visionario si, ma non voyeur. E ancor meno impenitente lascivo e bevitore professionale La vedova ha la chiave dei ricchissimi archi�vi, e dicono si guardi bene dal gestirli con mano equanime. Privi�legerebbe il Brassai entomologo dell'estetismo sul giovane scapi�gliato che l'intera Parigi by night conosceva benissimo per genio ed eccessi. Come darle torto? E tutta�via, in versione santino Gyula Ha�lasz proprio non convinco Al Centre Pompidou le immagini del fotografo magiaro amico di Picasso «Loveriin Bistro», una fotografia di Brassai Brassai. Parigi, Centro Pompidou. Orano dalle 11 alle 21. Chiuso il martedì, Ino 26 giugno

Persone citate: Gyula Halasz, Halasz, Picasso, Pompidou

Luoghi citati: Orano, Parigi, Transilvania