La Pompei del Medioriente simbolo della pax romana di Fiorella Minervino

La Pompei del Medioriente simbolo della pax romana GIORDANIA: NON CE' SOLTANTO PETRA La Pompei del Medioriente simbolo della pax romana REPORTAGE Fiorella Minervino AD Amman la delusione è grande: la capitale della Gior�dania, sede della famiglia rea�le, distribuita alla pari di Roma sui sette colli, risulta una mediocre capitale araba, stipata di banche, colossali alberghi america�ni, con parecchi in costruzione. Poco verde, perché l'acqua è rara, tutto recente, anche i palazzi reali risalgono al massimo agli Anni Ven�ti. Un'intera collina sotto la reggia, datala Anni Trenta e Quaranta, è additata quale meraviglia antica. Notevoli risultano alcuni edifici in costruzione, grattacieli progettati a mezza via fra Occidente e Medio�riente, a forala di minareto allarga�to, o di moschea elevata in altezza, esperienze inconsuete che al termi�ne saranno forse suggestive. Il desi�derio è di abbandonarla subito e dirigersi verso le meraviglie a Nord. Un'ora di viaggio e già si profila la Pompei del Medioriente, la città greco-romana, ma in prevalenza romana, meglio conservata. Già nel 64 d.C. i romani, guidati da Pompeo, giunsero a Cerasa, cer�cando una città dove stabilirsi per mantenere il controllo sulla Provin�cia che successivamente divenne d'Arabia. 1 Romani cominciarono la loro conquista abbellendo e renden�do imperiale la città, riattarono o costmirono magnifici edifici, anche per coloro, ricchi mercanti, che intendevano risiedervi e i cui nomi talora risultano tuttora incisi sopra le grandi pietre. La Pax Romana fu un vantaggio, ma l'impulso maggio�re venne da Traiano il quale, vinti e sottomessi i Nabatei con Petra, scel�se Gerace per la nuova strada, la Nova Via Traiana, che univa le due città con scambi di merci, cultura, religione. Racchiusa fra mura roma�ne, è il tipico esempio di città romana nella Provincia, assai ben conservata per il clima secco e malauguratamente dissestata dai terremoti che afiliggono la zona. Accentrata intorno al Cardo Maxi�mus (la strada principale che corre�va da Nord a Sud nelle città di provincia e colonie), e con i due decumani Ile vie secondarie) paralle�li, è enorme, possiede un foro ellitti�co, magnifici templi, uno dedicato a Zeus, uno ad Artemide, due terme, teatri, fontane, meravigliose strade con colonnati, arcate superbe. La visita comincia dal magnifico arco costruito per l'arrivo di Adria�no imperatore, pare fosse addirittu�ra il doppio, come si confà all'entra�ta sontuosa d'una città di tal fatta. Un arco centrale di pietre color ocra è circondalo da altri due più minu�scoli. Due semicolonne, dai piedi�stalli quadrati decorali a foglie d'acanto, formano un sostegno al�l'arco centrale. Due nicchie, prive di statue, sono poste sopra i due minu�scoli archi. Ci si addentpa verso l'Ippodromo, un tempo campo spor�tivo per gare di atletica e corse di cavalli, circondato da gradinate ca�paci di contenere circa 15.000 pepsone, lungo 255 moiri, largo 51. Di recente sono affiorate da scavi decorazioni di cavalli e cammelli. Nei secoli venne utilizzato per carova�ne e merci destinate al mercato nella città. L'ingresso al complesso principa�le avviene dalla Porta Sud (pare ne esistessero quattro di porte), assai simile all'arco di Adriano con le medesime foglie d'acanto. Subito lo sguardo corre in alto, sulla sinistra, per ammirare i resti del Tempio di Zeus, monumento composto da edi�fici di epoche diverse. Forse dappri�ma tempio greco, trasformalo in romano, doveva avere una rampa di scale, un corridoio, un altare per sacrifici. Le colonne corinzie che lo circondavano erano alte 15 metri. Ancor più maestoso è il Teatro del Sud, il più seducente e meglio con�servalo dei tre teatri di Jerash. E' una visione strabiliante, fu cosimito da Domiziano nel I secolo d.C. e poteva ospitare 3000 popsone. Sali�re in cima all'anfueaipo è impresa da sportivi, in compenso si gode fopse della vista più memopabile dell'intepo complesso. Il palcosceni�co è stato ricostruito cosi che duran�te l'esiaie si svolge un noto Festival. Ancor più colpisce il Fopo, dall'in�consueta fonna ovale con al centro un podio, tanto che taluni storici pensano che più che solo un merca�to fosse in realtà un luogo dedicato a sacrifici. Circondalo da 56 colon�ne ioniche restaurate, è luogo di fascino sorprenderne. Ecco poi il Cardo Maximus, la strada colonna�ta e pavimentata lunga almeno 800 metri, tutta colonne corinzie che sostituirono le precedenti ioniche. L'effetio è grandioso, come peraltro quello dei due decumani; si notano ancora sulla pavimentazione auten�tica le tracce delle migliaia di caro�vane o di carri che vi passarono. Se da un lato si raggiungono i bagni orientali, sulla sinistra appare l'agorà che al centro vantava una fontana ed è slata restaurala. Del tempio di Dioniso rimano poco, i suoi materiali furono utilizzali per costruire una cattedrale bizantina del IV secolo di cui resta pochissi�mo. Segue la chiesa di S. Teodoro del 496 d.C: e vicino un edifico omayyade. a dimostrazione come i musulmani qui seppero inserirsi con i locali, a maggioranza cristia�na, senza eccessive lotte. Il Ninfeo è un vero gioiello. Fontana dedicata alle ninfe è ecce�zionale esempio di decorazione or�namentale del II secolo d.C. Allo 20 metri, con due ordini di nicchie, doveva venir ppotetto da un poitico, e conlape numerose statue là dove usciva l'acqua. Numerose ag�giunte bizantine, come il bacile in gpanito rosa alla base della fontana. rendono questo monumento dalla parete concava eclettico, cosi come i mosaici che dovevano decorarlo. Sulla sinistra si trova il più impor�tante edificio del silo, il tempio di Artemide o Diana, dea patrona della città. Oltre il Propylaeum, la grande porta d'entrata, cominciano due rampe di scale che conducono al conile dove si erge l'edificio. Era circondalo da pareli di colonne co�rinzie, utilizzato poi per costruire chiese o altri edifici. Ora non resta che la doppia fila frontale. Gli arabi nel XTI secolo lo fortificarono, ma spettò ai crociali di distruggerlo. I visitatori corrono tutti a una colon�na elevaiissima, posta sopra un capitello: si inserisce nel minuscolo spazio fra i due una moneta e la colonna «si muove» come per incan�to. Uno dei prodigi della splendida Jerash. che venne riscopena da un viaggiatore tedesco Ulnch Seetzen nel 1816 li lavori di restauro inizia�rono nel 1925 con aiuti briiannici e solo nel '28 cominciarono gli scavi Uitlora in corso). Dopo l'invasione persiana, la conquista musulmana, numerosi terremoti, la città ridusse la popolazione del 75 per cento. Tranne un breve periodo di occupa�zione dei crociali nel XII secolo. Jerash venne abbandonata fino al�l'arrivo del Circassi nel 1878. I bagni occidentali e il Teano Nord (più piccolo di quello Sudi ripropongono altre sorprese e mera�viglie fino alla Pona Nord. Numero�se le chiese come quella del Vescovo Isaia che risalgono al VI secolo. Tpe svelano splendidi mosaici: i Santi Cosma e Damiano, San Giovanni Ballista. San Giopgio, costruite du�rante il regno di Giusiiniano. Sinora sono stato ritrovate 13 chiese, paro siano ben più numerose. Infine vale la pena una visita a! Museo. LE MERAVIGLIE DI JERASH (L'ANTICA CERASA) SORGONO A NORD, SOLTANTO AD UN'ORA DI VIAGGIO DA AMMAN: IL MASSIMO FULGORE SOTTO L'IMPERATORE TRAIANO Accentrata intorno al Cardo Maximus (la strada principale che nelle colonie correva da Nord a Sud), e con i due decumani (le vie secondarie) possiede un foro, templi dedicati a Zeus ed Artemide, due terme, teatri, fontane, strade con colonnati, arcate superbe In Giordania non c'è solo Petra. Ecco le meraviglie di Jerash (l'antica Cerasa), la Pompei del Medioriente simbolo della pax romana, con i templi dedicati a Zeus ed Anemide, due terme, teatri e strade con colonnati

Persone citate: Ballista, Cardo Maxi, Cerasa, Gerace, Pona, Traiano