Il Vaticano: «Basta con l'informazione spregiudicata »

Il Vaticano: «Basta con l'informazione spregiudicata » Il Vaticano: «Basta con l'informazione spregiudicata » «Senza etica i media sono pericolosi mezzi di condizionamento» Marco Tosalti CITTA DEL VATICANO Li tragedia di Marta e Milagros «rende attuale un discorso sull'elica nelle comunicazioni sociali»: lo ha dichiarato ieri monsignor Pierfranco Pastore, segretario del Pontificio Con�siglio per lo Comunicazioni Sociali, alla presentazione di un documento valicano, «Elica nelle comunicazioni sociali». Il caso delle gemelline è un esempio [Kiifetto: «Anche in queste ore abbiamo prove a iosa d�come le possibilità manipolatorie insite nella potenza e sofisticazione degli stru�menti, assieme ad un uso spregiudi�cato e sostanzialmente 'immorale' dei mezzi di comunicazione, renda�no realmente possibile il processa di condizionamento, se non addirittura di distruzione della lilwrtà individua�le e della democrazia in generalei. Secondo Pastore, «la ribellione dello stesso mondo della comunicazione sul triste fatto di cronaca rende attua�le un discorso di etica nei media. Non bastano ha aggiunto disquisizioni salottiere ma bisogna orientarsi ver�so principi certi». 11 panorama oftorto dal documen�to accentua �molivi di preoccupazio�ne, per il futuro dell'informazione. Pesante l'attacco sferralo ai sistemi di valutazione delle tv: «Le decisioni sui contenuti e sugli orientamenti dei media non dovrebbero essere affidate solo al mercato e a fattori economici, ossia ai profitti, perché non ci s�può basare su questi ultimi né |)er tutelare l'interesse pubblico no gli interessi legittinii delle mino�ranze». Il testò ricorda che; «le criti�che spesso condannano la superfìcialìtà e il (attivo gusto dei mezzi di comunicazione sociale, che sebbene non costretti alla morigeratezza e all'uniformità non dovrebbero nem�meno essere volgari e degradanti» K non è nemmeno un giustificazione accusa la Santa Sede, l'orse con un orecchio alle polemiche sul servizio pubblico della Hai aiTermarc che i mezzi di comunicazione «riflettono �gusti poixjlari». In realtà «essi eserci�tano una grande influenza su ([uesti slessi gusti e hanno il dovere di raffinarli, non di degradarli*. Alle preoccupazioni verso i mezzi di informazione la (Retei ne aggiun�ge di nuovi. «I mezzi di comunicazione sociale è scritto devono restare un foro [X'r lo scambio di idee e informazione, che riunisca gli indivi�dui e, i grappi, promuovendo la solida rìetà e la pace. Internet desta preoccupazione circa le conseguenze radi�calmente nuove che ha perdita dal valore intrinseco degli strumenti di informazione, uniformità indiflerenziata nei messaggi che vengono cosi ridditi a pura informazione, mancan�za di rìprogettazione responsabile e un ceno scoraggiamento nei rappor�ti interpersonali». Ma il rìschio più grande comun�que e ([nello della manipolazione. I media ixissono «fomentare l'ostilità e il conflitti), demonizzare gli altri e creare una mentalità del noi' contro loro', presentare ciò che è basso e degradante sotto una luce afTascinanle». In economia possono essere usati «per sostenere sistemi economia al servizio dell'avidità e della bramo�sia l�neoliberalismo ne ò un esempio». In politica uomini «senza scru�poli li utilizzano per demagogia e por l'inganno a sostengo di poliuche in�giuste e d�regimi oppressivi». E nelle società democraliche «si utilizzano tecniche prese in prestito dalla pub�blicità e dalle pubbliche relazioniAnche la religione ha le sue tentazio�ni: «Non capire che criteri ragionevo�li di comunicazione sodale come l'obiettività e l'imparzialità possono anche inibire trattamenti speciali a favore degli interessi istituzionali della religioneUn documento del Pontifìcio Consiglio per le Comunicazioni

Persone citate: Milagros, Pierfranco Pastore, Secondo Pastore