L'ergastolo al Paperone cinese di Domenico Quirico

L'ergastolo al Paperone cinese Mu Qizhong, che fu protetto da Deng, colpevole di aver frodato una banca L'ergastolo al Paperone cinese Il miliardario simbolo del miracolo economico -Domenico Quirico PECHINO E' pericoloso essere un simbglo. So�prattutto in un Paese che da secoli l�utilizza con gelida indifferenza per una meticolosa didattica politico-so�ciale. Mu Qizhong, l'uomo più ricco della Cina, il Soros del nuovo capitali�smo autoritario, un paperone in acro�batico equilibrio tra il comunismo e Wall Street, in fondo doveva aspettar�selo. In Cina il diritto è una appendice secondaria della politica. E il tribuna�le di Wuhan che lo ha condannato alla pena dell'ergastolo per aver frodato una banca statale, in realtà, ha emes�so una fragorosa, esemplare sentenza politica. Perché la colpa di Mu non è aver esibito 165 niiliaidi di falsi per�messi di importazione per ottenere crediti; non è neppure il castello di cartaccia su cui era costruita il suo «Land Group» miseramente franato dopo un decennio di trionfi spettacela ri. La colpa di Mu è di essere Mu. in un momento in cui il regime ha deciso che i miliardari non sono più educati�vi, ma didatticamenle pericolosi, sov�versivi. Il capitalismo cinese è un fiore artificiale, tenuto in vita in una serra politica, non ha un diritto, le sue regole non sono scritte in trattali economici ma nei fogli d'ordine del partito. Si fallisce non perché i debiti superano i crediti ma perché il partilo decide che è meglio cosi. A Washington, dove hanno scom�messo sulla Cina, studieranno con preoccupata alenzione la sua biogra�fia di battagliero self made men, la sua resistibile ascesa e il suo irresisti�bile declino. La fortuna di Mu era appesa alla politica. Lui, che era sfuggito a una condanna a morte nei virtuosi tempi maoisti, era stalo scel�to da una fazione del partilo nel 1980 come bandiera. Con duecentomila lire aveva messo in piedi la prima società privala del poslmaoismo; traf�ficava in vestiti e pacottìglia per sfidare platealmente i comandamenti della economia pianificata e i divieti di ogni consumismo, anche in versio�ne miseramente autarchica. Era fini�to in galera condannalo «per capitali�smo», ma lo aveva tirato fuori un misterioso «padrino». Era Deng, il inefislofele delle modernizzazioni, lo stregone che cominciava a far bollire il calderone del suo eretico capitali�smo di Sialo. Questo Mida, che sottolineava con civetteria la sua somiglianza con il presidente Mao, non era in realtà un genio degli affari. La sua soqetà aveva un fatturalo di oltre duecento miliardi l'anno ma respirava con la maschera d'ossigeno dei crediti ban�cari (sotto cui c'era la firma del partito) e dei legami con le Forze armale. Lui poteva dedicarsi a sponso�rizzare società di calcio e finanziare spedizioni al Polo Nord: nessuno pote�va permettersi di essere curioso sui suoi affari perché tutti sapevano che le garanzie erano nei palazzi del potere. Un astuto navigatore doveva aver capito da tempo che gli anni d'oro erano finiti. Sotto le dorature de! miracolo economico il regime cinese comincia a intravedere ruggini e screpolature sempre più preoccu�panti. Non c'è solo il problema della corruzione che in un meccanismo economico artificiale serve a far fun�zionare meccanismi asfittici o incon�grui. Ci sono i primi segnali di un malessere sociale che brontola sotto le cifre dello sviluppo, le rivolte di milioni di operai sacrificati alle redole di un Mercato che viene imbracciato Mu Qizhong. il miliardario cinese condannato all'ergastolo per frode cerne una clava, a senso unico. E' l'incubo sempre più ingombrante della Quinta Mo�dernizzazione: la democrazia che il liberismo economico e la occidentalizza�zione degli spiri�ti s�portano die�tro come uno sco�modo compagno d�viaggio. Allora è ini�ziato il grande Balzo ali indie�tro, il pendolo è slato spostato sull'ortodossia. E ieri il portavoce del ministero degli Esteri ha ribadito, con toni brutali, che la repressione di Tienanmen è stata sacrosanta. Man�cano cinque giorni all'undicesimo an�niversario di quella tragedia. Il regi�me cinese lotta sempre per fermare il tempo.

Persone citate: Land, Mao, Mida, Soros

Luoghi citati: Cina, Pechino, Washington