Veltroni ai Ds: né sconforto né rimpianti

Veltroni ai Ds: né sconforto né rimpianti Veltroni ai Ds: né sconforto né rimpianti «Il governo non è un macigno da togliersi dalle spalle» Anlonella Rampino inviata a ORVIETO "" Si toglie la giacca anche Walter Veltroni, una cosa che il compito segretario della Quercia fa solo nel chiuso delle suo stanze a Botteghe Oscure, parlando davanti ai sena�tori del suo partito riuniti da Gavi�no Angius in sessione di autoco�scienza in quel di Orvieto. Dà anche lui, come il giorno prima Angius, Salvi o Amato, il segnale visivo delle maniche che si rimboccano davanti a un lavoro impegna�tivo, e la prima cosa che dice e proprio «non abbiamo il diritto di coltivare lo sconforto, uno slato d'animo che non possiamo permet�terci, noi che siamo il pili grandi,' partito della sinistra». Noi che sosteniamo fino In fondo il gover�no Amalo, (ha ragione il presiden�te del Consiglio» e un refrain del discorso di Veltroni. Ha ragiono, d'applicazione pura e semplice del modello tedesco per l'Italia non va», ha ragione Amalo, «la legge dovrà puntare al bipolari�smo, sennò torna il terzaforzismo, o un |K)lo di centro che potrebbe arbitrare il governo su un sistema di relazioni stabilite di volta in volta». Ila ragione Aniiit.o, e noi consigliamo duiiquo d'indicazio�ne del premier sulla scheda eletto�rale, il premio di maggioranza», e che se ne discuta subito in l'arlamento «senza aspettare che ogni partito produca la propria delioerazione in materia». Ila ragioni; Amalo, ma lui ragio�ne anche Angius, nattonzione a non coltivare JJmito dell'invincibi�lità della dcsira». Gianfranco Fini, si chiodi.' por esempio retoricamen�te Veltroni, «o d'accordo su quanto la Lega va facendo, o d'accordo sui presidenti delle regioni do1 Nord che si rifiutaiio di partecipare alla festa dol 1 giugno?», Ma di corto, contro la destra la coalizione d�centrosinistra non vincerà «finché non ci sani il rispetto dei ruoli e delle responsiibiliià d�ciascuno». Mono interviste, mono richiesto di assessorati, e più lavoro in Parlainorilo: rimboccali li; maniche an�che tu. Mastella, sembra voler diro Veltroni traducendo l'arrab�biatura in ampigosli dolio mani. Detto questo, l'occasione d�orviot.o i; siala colla por lanciare il messaggio a lutto il partilo, in vista (lolla direziona nazionale del n giugno che la sinistra interna e Cosare Salvi vorrebbero trasformaro noi momento della sterzata e sinistra: «doso d�sinistra ne abbia�mo fatte tanto, ma poiché non riusciamo a valicare lo nostro Co�lonne d'Ercole?» chiodo Veltroni. No, non c'è un congresso alla vista, «o Li linea resta (inolia dol congresso d�Torino, il mutamento della nostra identità, iniziato ben prima deU'BD, 6 in quell'occasione andato a compimento, noi siamo adesso una forza dol socialismo iìboralu». V. basta, fa saliere alla sinistra, non coltivalo più il vec�chio sogno di tornare oli opposizio�ne. Basta col dire •adesso sgancia�moci dal governo, comò so fossi; un macigno da togliersi dalle spal�lo per correre più veloci, nel farcii mestiere cho abbiamo sempre fat�to». Quello dello staro all'opposi�zione appunto, «ma con tutto que�sto, guardalo �dati di Rifondazio�ne, non è che Bertinotti sìa cresciu�to, e nemmeno C'ossutla». li co�munque basta, ancora basta col disfattismo, (dobbiamo capire che un risultalo elettorale positivo o negativo e cosa assai diversa in un sistema bipolare di quanto fosse col proporzionalo». Ricordatevi che «ai tempi del pei qualunque risultato, anche il più positivo, ci lasciava comunque ali opposizio�ne». Ricordatevi che «è dal I97() che abbiamo comincialo a perdere voti, o a perderli soprattutto al Nord».E il Nord, comunque, d'ave�vamo già perso nel '95». Oggi, dice Veltroni, il problema è che il mondo gira, «e tulio mollo più veloce, e c'è maggior fluidità noi comportamenti elettorali». Og�gi «è ancora aperta la granile possibilità di vincere nel 2001». Anche se «la società va per le sue dinamiche, e chi vota valuta di volta in volta sulla base dell'offer�ta politica». Per questo, «e ci sarà l'occasio�ne della direzione nazionale per discuterne meglio», Veltroni ha in mente di focalizzare gli obietiivi, «nel '90 vincemmo perché aveva�mo tanto riforme da fare, ma soprattutto perché c'era una mis�sione, l'ingresso in Europa». Non perdiamoci nolla coriandolizzazione, dice Veltroni ai suoi. «Lavoria�mo a tante riforme, ma illuminalo da una luce generale». Rimboc�chiamoci le maniche, «conreggia�mo la fisionomia programmatica l dei diesse e del centrosinistra». C'è il tema del fisco, quello dell'occu�pazione, la sicurezza dei cittadini, li c'è il servizio di leva, si «la riforma che tulli danno già per in vigore»e invece giaco in Parlamen�to. Già, ma quando passerà quella riforma che gli italiani danno por già bolla elio falla, non finiranno per legarla al nomo doll'allora ministro cho la propose. Ciarlo Scognamiglio? «Il modello tedesco cos�com'è non va bene» Stoccata all'Udeur «Meno interviste e più lavoro» Il leader diessino Walter Veltroni ieri a Orvieto

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