Il Paese delle riforme per finta di Mario Deaglio

Il Paese delle riforme per finta Sotto la vernice del libero mercato resistenze coriacee a ogni cambiamento Il Paese delle riforme per finta Mario Deaglio CHI scorre la relazione svolta ieri da Giuseppe Tesauro, presidente dell'Antitrust, sull'attività del suo ente nel 1999 può essere perdo�nato se viene colto da un molo di sconforto. Ne emerge, infatti, il ritratto di un Paese che fa le riforme per finta, un Paese bravissimo a riverniciarsi, nel quale, però, la vernice diventa quasi una maschera. R sotto la maschera non cambia quasi nul�la. La vernice generosamente profusa negli ultimi anni in Italia è quella del libero merca�to, ma, quando Tesauro la grat�ta vìa, ecco comparire un Paese coriaceo, fatto di corporazioni e d�gruppi che, in nome del mercato non sono disposti a cedere neppure un mìllimeiro d�potere. O, se si preferisce un'altra metafora, l'Italia si con�ferma il Paese dei Gattopardi, nel quale, secondo il notissimo romanzo d�Tomas�d�Lampedu sa, è necessario cambiare tutto perché tutto resti com'è. Con ia differenza che i gattopardi era�no animali leggendari e velocis�simi e quest'Italia è invece fin troppo reale e impacciata: da un decennio, il suo lasso di crescila produttiva è pari a poco più dì-metà di quello dei Paesi europei nei quali le rifor�me si fanno davvero. Dalla relazione d�Tesauro s�possono cogliere almeno tre «ri�cette» seguite in Italia negli ultimi anni per affossare le aperture del mercato. La prima è quella di introdurre le libera�lizzazioni, imposte dall'Unione Europea, travisandone lo spiri�to: interpretandole, cioè, come se imponessero un livello massi�mo di liberalizzazione mentre in realtà prescrivono un mini�mo. Un esempio è il settore postale, dove, con la liberalizza�zione, l'area riservata all'impre�sa di Stato non è stata ridimen�sionata ma ampliala. La seconda ricelta consiste nel considerare che privatizza�zione faccia sempre rima con liberalizzazione. In realta, per�ché questo si verificili, occorre spesso rompere le catene venicali che legano i vari comparti delle imprese nionopolistiche, il che significa liberalizzare me�diante quello che normalmente s�ìndica come «lo spezzatino». Privatizzando senza liberalizza�re, si creano seniplicemente dei monopoli privali e le privatizza�zioni italiane, secondo il presi�dente doirAntitrust, sono anda�te e stanno andando in gran parte in questa direzione. «Tele�com Italia afferma Tesauro è slata privatizzata senza nean�che una preventiva valutazione suU'opportunita di una separa�zione verticale, le Ferrovie e le Poste continuano a essere vcrticalniente integrate». E' andata meglio nel settore elettrico ma in quello del gas il nodo dell'in�tegrazione non è stato reciso e per i carburanti la liberalizza /.ione dei prezzi non e slata seguita dalla liberalizzazione degli accessi al mercato. Cosi realizzale, liberalizza�zioni e privatizzazioni non han�no crealo un contesto effettiva�mente concorrenziale. Le Ferro�vie e i mercati delle telecomuni�cazioni sono esempi di un predo�minio strisciante, in cui le im�prese ex monopoliste sfruttano la loro posizione dominante per offrire servizi a valle. Le impre�se italiane devono cosi affronta�re cost�più alti dei concorrenti stranieri nell'energia, nei tra�sporti, nelle comunicazioni e nelle assicurazioni; e quando i vincoli vengono eliminali a li�vello centrale, sono spesso man�tenuti e addirittura reinlrodolti in sede locale. Il decreto sulla liberalizzazione del commer�cio, sostanzialmente non appli�cato da molto regioni, ne e un esempio chiarissimo. La terza ricetta è quella delle intese restrittive pure e semplici, delle collusioni per tenere alti i prez�zi. L'Antitrust ha aperto proce�dimenti istruttori, come quello relativo al settore farmaceuti�co, volto a «coordinare» i prezzi dei farmaci della classe C, a totale carico del paziente; un accertamento ha coinvolto le sei principali imprese del setto�re della revisione contabile, un�te note società multinazionali; un altro, il boicottaggio colletti�vo realizzalo dall'associazione dei consulenti del lavoro contro uno dei principali produttori di software per la gestione del personale che cercava di offrire servizi informatici anche per l'elaborazione delle buste paga. Il mercato, insomma, è que�stione di regolo, ma anche di cultura perché, senza di questa le regole vengono svuotate. Ma quanto ci vorrà perché questo ostinato Paese introduca davve�ro un briciolo di mercato nei propri geni? Nel documento di Tesauro l'Italia si conferma il regno delle corporazioni Ma cos�la crescita va al rallentatore

Persone citate: Giuseppe Tesauro, Tesauro

Luoghi citati: Italia