Allarme Ocse, Italia a rischio inflazione di Bruno Gianotti

Allarme Ocse, Italia a rischio inflazione Allarme Ocse, Italia a rischio inflazione Crescita a rilento: «Riforme e attenti ai conti pubblici» Bruno Gianotti ROMA L'economia americana correrà ancora veloce, molto più del resto del mondo, ma i Paesi industrializzati recupereran�no parte del distacco alla l'ine del 2000, l'anno migliore dal 1988, E' la previsio�ne dell'Ocse, l'Organizzazione per la cooperazlono e lo sviluppo economico, che prevede per f'.li Usa un prodotto interno Ionio in crescita del 4,99fc, il più allo clefjli uliiini quattro anni. I.a media dei 28 membri Ocse sani però a livelli record: intorno al 4nA), che è appena sotto il trend americano dal '97 al '99. L'Europa sarà meno brillante, intorno al 3,516 (por scendere al 3 l'anno prossimo), e l'Italia viaggerà verso il 2,9 .T'I,. H' uno scenario di sviluppo deciso, che traina una netta ripresa dell'occu�pazione, specialmente nell'area ICuro: il numero dei senza lavoro sarà in discesa e non sono in vista grandi rialzi dell'inflazione, nonostante l'effetto perverso sui prezzi del caro petrolio, che nei prossimi mesi dovrebbero stabi�lizzarsi grazie all'aumento della produ�zione Opec, L'Ocse prevede due milioni di disoccupali in mono e un tasso intorno al G"/». E l'Europa andrà meglio, perche le sue prospettive di crescila e di occupazione sul breve termine «so�no le migliori mai verificatesi a partire dagli ultimi Anni HO». Con un'avvertenza, però: l'area fc'uro, e l'Italia in particolare, dove la nuova economia tlà ancora scarsi risul�tati, devono partire con un'azione coordinata di riforme strutturali, fon�damentali per stabilizzare la crescita e soprattutto l'occupazione, In altre pa�role: non soltanto interventi sul merca�to del lavoro, ma su tutti i settori che jossano aumentare la competitività. E 'inflazione dovrà essere controllala con un'adeguata politica monetaria, ammonisce Ignazio Visco, capoeconomista dell'Ocse, che indica nel 50zfi, entro il 2001, il livello giusto dei lussi di rifinanziamento slubilili dalla Ban�ca centrale europea. La Bce dovrebbe quindi ritoccare il costo del denaro dell'l,25'Zn, mentre la Fed, la banca federale Usa, dovrà puntare allo 0,75 entro agosto. E qui il rapporto chiama direttamen�te in causa l'Italia, che esce penalizza�ta dal confronto: se la sua economia cresce meno, ha il più alto rischio inflazione. Mentre la nuova tornala di dati sulle grandi città conferma il picco dei prezzi al 2,5,Ki, l'Ocse prevede che a fine anno il livello sia sempre intorno al 2,2')^ contro l'I.S'Xi dell'area euro. Non icr colpa del petrolio: la causa sarebbe tutta interna, quasi indipen�dente dai prezzi dell'energia e delle materie prime. In prima fila tra gli imputati «un certo numero di settori protetti che continuano a elevare i costi nelle transazioni commerciali, tendendo ad erodere la competitività dell'Italia verso i Paesi partner dell' area euro». In uno scenario che vede l'occupazio�ne in ripresa, molto più al Nord che al Sud soprattutto grazie ai contratti atipici e part time l'Ocse vede un rischio anche nei conti pubblici italiani e propone la consueta ricetta. Meno tasse, riforma delle pensioni e maggio�re efficienza della macchina ammini�strativa: «Per raggiungere gli obiettivi di un ulteriore consolidamento dei conti pubblici alleviando il peso del fisco, è necessario un rigido controllo della spesa pubblica, per ottenere il quale è essenziale completare la rifor�ma delle pensioni e realizzare nuovi miglioramenti nell'amministrazione». Che ne dice Franco Bassanini, mini�stro della Funzione pubblica, chiamato direttamente in causa? «Troppo pessi�mismo», commenta da Brasilia, dove è impegnato nel Global Forum sull'am�ministrazione organizzato proprio dall'Ocse. Il ministro non condivide le previsioni sull'inflazione e conferma: «La speranza per l'anno prossimo è che si stia sotto il 2"zn. In aprile siamo riusciti a tenere sotto controllo l'infla�zione con alcune misure, speriamo di avere di nuovo buoni risultati. La linea del governo sulla benzina è di steriliz�zare l'effetto dell'aumento dei prezzi sull'Iva». Il Pil Usa volerà al 4,9 per cento L'Europa forse al 3,5 L'Italia intorno al 3 ma con il carovita più alto della media Fed e Bce dovranno alzare ancora i tassi Bassanini: «Rapporto troppo pessimista I prezzi rimangono sotto controllo»

Persone citate: Bassanini, Franco Bassanini, Ignazio Visco