«Dovevano separare il chirurgo dalla tv» di Paolo Murialdi

«Dovevano separare il chirurgo dalla tv» «Dovevano separare il chirurgo dalla tv» Biagi: nella vita altrui si entra in punta di piedi Aldo Camillo ROMA A Giorgio Bocca viene in metile «la nuova trasmissione di Punari», a Paolo Min i.ildi «L'asso nella mani�ca», il film con Kirk Dotudasgiorna�lista che in nome della propria carriera prolunga la sofferenza di un minatore sepolto vivo, a Enzo Biagi «il ministro delle Finanze di lliller, Schachi, che ri Norimberga fu assolto perché in certe circo�stanze seppe dire "oline mieli', senza di me». Grandi firme e stori�ci del giornalismo concordano; i media non hanno rispettato la sofferenza e la morie di Marta e Milagros. Ma il direttore del Tgl Giulio Horrelli tiene a puntualizza�re: «Non è giusto spai are nel muc�chio, spalmare una melassa indistinla che avvolge lutti, parlare della tv come di un nionstruum unico. li' giusto invece distinguere tra chi, come i telegiornali, ha fallo cronaca, e chi ha costruito un evento televisivo. Ouesloé il senso dell'intervento di Federico Sciano dell'altro giorno. La nostra non e una polemica contro "Porla a Por�la", ma un invito ai critici a fare distinzioni». «Mi fa mollo piacere che Horrel�li riconosca che ti Tgl non intende�va polemizzare con la mia trasmis�sione reagisce Bruno Vesua -. Mi auguro che la prossima volta use�rà meglio gli eiiilorialisli, per evita�re equìvoci, Dello questo, ini chie�do quale sia la differenza, ai fini della distinzione tra "cronaca" e 'costruzione di un evento", tra gli inviati dei telegiornali, che, nelle st esse ori;, con le slesse telecamere egli slessi salellili, si sono collega�li con l'ospedale di Palermo, o noi che, avendo a disposizione un'ora e un quarto, abbiamo fatto gli stessi collegumenti. Chissà se altri avrebbero restLstito alla tentazio�ne di non interpellare i genitori se non per pochi minuti...Che cosa si aspettavano, un varietà?. Noi suoi tg, poi, Horrelli ha attinto a pieno mani dalla nostra puntata di mer�coledì, quella dello scontro tra Marcelletii e Marino. E noi non abbiamo mostrato le immagini del�le bambine, che ho invece ho visto su alcuni quotidiani e alcuni tg». Montanelli e molto critico sia nei confronti del chirurgo «la decisione di operare, messa sollo gli occhi di tutti, puzza di esibizio�nismo» -, sia nei confronti dei giornalisti, che «hanno trasforma�lo in spettacolo qualcosa che non andava spettacolarizzato». Indife�sa del diritto di cronaca si schiera monsignor Ersilio Tonini: «Trop�pa pubblicità? Non ci sto. La gran�de attenzione dei inedia ha fallo in modo che tanti partecipassero con trepidazione alla vicenda delle gemeliine, che tanti le sentissero come proprie; e che per un momen�to meditassero sui valori umani, distogliendosi da Schumacher, gli Europei e la mucro e microeconomia». Una posizione che non convin�ce Bia^i: «Il primo intervento, anziché le gemelline, avrebbe do�vuto separare la tv dal professor Marcelletti. Nella vita altrui si entra in punta di piedi. Invece, lejjgo che ora "segue mstant book". Mi auguro almeno che i diritti d'autore vadano alla famiglia delle due bimbette morte, trasferi�te in uno show. Ma come, l'in�tervista prima dell'anestesia? E la tv che si lascia strumen�talizzare?», «La sera del�l'intervento racconta Murialdi ho spento la televisione. Mi ha dato fastidio il modo in cui è stato usato il dolore di una famiglia povera. Un caso clinico è diventa�to un'operazione spettacolo, an�che per colpa nostra. Ha ragiono Giovanna Melandri: la tv devo sapersi moderare. No, non mi ven�gono in mente precedenti nella storia del giornalismo. Neppure la vicenda di Alfredino Rampi; an�che quella ebbe riflessi aberranti, ma ii contesto era diverso, durò molte ore, sollecitò l'intervento di Pertini...Quand'ero caporedattore al Giorno, ricordo di aver scartato decine di fotografie perché troppo macabre. Se il caso delle gemelle fosse accaduto allora, i medici avrebbero scritto un comunicato di dieci ri^he alla fi�ne dell'intervento, e tutto sarebbe fi�nito». «Siamo di fron�te a un esempio di sadomasochismo dell'informazione sostiene Giorgio Bocca -. L'argo�mento era taimente ripugnante, repellente, conturbante, che aver�lo messo a nudo in quel modo denota un gusto sadico. Sono arti�coli che non vien voglia di leggere, trasmissioni che non vien voglia di vedere. E' come quando Funari invita le casalinche a simulare orgasmi: è rannuilamento di ogni pudore, la volontà di mostrare l'uomo nei suoi dolori in modo estremo, il segno che il giomahsmo ha smarrito ogni senso mora�le. In questo non e è differenza tra quel che siamo diventati e il turbocapitalismo; non ci sono più rego�le, tutto è valido in nome vuoi del profitto, vuoi della curiosità mor�bosa». Paolo Murialdi: mi ha dato fastidio II modo in cui è stato usato il dolore di una famiglia povera

Luoghi citati: Norimberga, Roma