Gay Pride, rottura fra Rutelli e gli omosessuali
Gay Pride, rottura fra Rutelli e gli omosessuali Gay Pride, rottura fra Rutelli e gli omosessuali No al patrocinio, s�alflnanziammto. Gli organizzatori: non basta ROMA «Il Comune di Roma tutela la libertà di manifestare, è convinto deUe ragioni della toUeranza. Ma non può certo concedere U simbo�lo e l'effige deUa città, ad esem�pio, per lo svolgimento di una sfilata di moda omosessuale da�vanti alla basilica di Santa Maria di Loreto. Restiamo favorevoli allo svolgimento del Gay Pride; siamo contrari a travestimenti osceni vicino alle basiliche, aUa volgarità e aUe indecenze nel centro deUa capitale». Cosi il sin�daco Francesco RuteUi spiega la sua decisione di ritirare il patroci�nio del Comune di Roma al Gay Pride. «Prima, gli organizzatori han�no rifiutato di spostare di qualche giorno le date, per evitare la coincidenza con il Giubileo dei polacchi racconta Paolo Gentiloni, assessore con delega per U Giubileo -. Poi, hanno indicato per le manifestazioni percorsi che non evitano interferenze con i flussi dei pellegrini, A questo punto è evidente l'intento provo�catorio. Anche se prendere le distanze non significa proibire, né dare giudizi di opportunità; in questo prosegue Gentiloni la posizione della giunta è più garan�tista di queUa del presidente del Consiglio». «Ritirare il patrocinio nW"s^ifnrrè^ àppòiYe'dfWeti aggiunge RuteUi -. Il Comune di Roma, anzi, si farà garante delle libertà di manifestare degli omo�sessuali. Noi il patrocinio lo dia�mo per manifestazioni il cui con�tenuto è concordato col Comune di Roma; in questo caso dobbia�mo prendere atto deU'indisponibilità degli oi^anizzatori a concor�dare alcunché». La decisione è stata assunta da sindaco e giunta venerd�scorso, ma solo ieri l'annuncio del ritiro del patrocinio è giunto al Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli, responsabile deU'oi-ganizzazione del Gay Pride, con una lettera del direttore del cerimonia�le del gabinetto del sindaco, Gian Carlo Noris. Subito i soci del circolo e gli omosessuali Ds han�no organizzato un sit-in di prote�sta, prima davanti al CampidogUo, poi all'ex mattatoio, sede deUa facoltà di Ingegneria deUa terza università di Roma, dove si trovava Rutelli, chiedendo ai r jnsiglieri comunali di dimettersi. Dal Consiglio vengono reazioni critiche da parte di esponenti Ds, Verdi e di Rifondazione, mentre il vicepresidente Giuseppe Marmi�no (Democratici) abbandonava la riunione per protesta. Sollecitato dai consiglieri a dare chiarimenti sulla decisione, Rutelli ha ricorda�to la necessità che, prima di conce�dere il patrocinio a qualsiasi ini�ziativa, U Comune deve concorda�re pienamente con gU organizza�tori su tutti gli aspetti organizzati�vi, «cosa che in questo caso non è avvenuta». Il ritiro del patroci�nio, come ha ricordato in serata il Campidoglio, non implica però il ritiro del finanziamento di 300 milioni. Scendono in campo anche tre ministri del governo Amato. Al�fonso Pecoraro Scanio (Agricoltu�ra) si dichiara «sorpreso e preoc�cupalo» per la decisione di Rutel�li, in quanto «le motivazioni ad�dotte pregiudicano' la possibilità di raggiungere un'intesa che con�cili questa iniziativa con gli even�ti del GiubUeo e la normale vita della città, e rappresentano l'abdi�cazione al ruolo deUe autorità nazionali e locali». «Questo non è conservatorismo, è restaurazio�ne denuncia Katia Belillo (Pari Opportunità) -. Qui si sta giocan�do una partita grossa, perché si mette in discussione il ruolo de�mocratico e laico della Repubbli�ca». Patrizia Toia (Rapporti con il Parlamento) difende il sindaco: «La sua decisione coglie l'inoppor�tunità della manifestazione». «Bravo Rutelli aggiunge il capo�gruppo di An alla Camera Gusta�vo Selva -, a questo punto il governo vieti il Gay Pride». Criti�co invece Marco Taradash: «Ru�telli ha scoperto oggi che la mani�festazione omosessuale si sareb�be svolta nell'anno del Giubileo e per giunta proprio nella città di Roma. Il sindaco aveva equivoca�lo. Pensava si trattasse di una processione di gente timorata e politicamente corretta e che que�sta avvenisse a New York. In tal caso, di fronte all'ostilità del sin�daco Giuliani, avrebbe vivace�mente protestato e si sarebbe fatto fotografare con Hillary Clin�ton», [aldcaz.) Il ministro per le Pari Opportunità, Bellillo «E' restaurazione» Ma la sua collega Toia difende la scelta «Era inopportuno» Una immagine di una manifestazione In diresa della sfilata gay di ieri
Luoghi citati: Comune Di Roma, Gay Pride, New York, Roma
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