Il Polo chiede la «censura» di Bianco di Francesco Grignetti
Il Polo chiede la «censura» di Bianco It CASO GERÌ Il Polo chiede la «censura» di Bianco «Il ministro non ha rispettato il segreto istruttorio» Francesco Grignetti ROMA Non cessa la polemica del Polo contro il ministro dell'Interno, Enzo Bianco. La scarcerazione di Alessandro Cori ha anzi rinfocola�lo gli attacchi. Il centrodestra ha presentato ieri alla Camera una «risoluzione' di censura» per meltere sotto scacco il ministro. E intanto vengono aporti nuovi fronti. Al consiglio superiore del�la magistratura, il consigliere forzilalisla Mario Serio ha proposto di aprire un procedimento sul conto della Procura di Roma, formalmente per difendere l'indi�pendenza dei magistrati, di fatto por arrivare a dimostrare che subirono pressioni politiche. Al�cuni deputati di Alleanza nazio�nale investono invoco il ministro della Giustizia, Piero Passino, per�ché invìi un'ispezione in Procura. A sorpresa, dopo lunghe con�sultazioni, il centrodlstra ha ab�bandonato la via della mozione di sfiducia, che Casini considera «inutile e controproducente». 11 l'olo preferisce una «risoluzione di censura». Strumento non previ�sto dal regolamento della Came�ra, peraltro, il capogruppo Pisanu, FI, la definisce «politicamente posante». Spiega Franco Frattini, di Forza Italia: «La sfiducia individualo ha forti profili di inco�stituzionalità. Lo dicemmo nel caso dell'ex ministro Mancuso, non possiamo ora far finta di niente. Ma l'effetto politico sareb�be lo stesso. Noi intendiamo far emergere in Parlamento una se�rio di comportamenti che definia�mo interferenze. Secondo noi, il ministro confonde la dipendenza gerarchica da quella funzionale. (Convocando gli investigatori nel suo studio, non ha rispettato il segreto istruttorio. Se poi la cen�sura ottenesse la maggioranza dei voli alla Camera, Bianco non potrebbe restare al suo posto». Incalza Maurizio Gasparri, An: «A prescindere da quale sarà l'aspello tecnico, ci interessa lenere sotto scacco il governo. Con la mozione di sfiducia, la sinistra si ricompattava e gli regalavamo un'iniezione di ricostituente. La vera parlila sono lo direttive sul coordinamento. Bianco ó abba�stanza debole, non gli venga in mento di fan; atti unilaterali. Sulla nomina del capo della poli�zia, per la verità, la procedura è slata coiretta. Ormai stiamo fa�cendo una supplenza di gover�no». Di fronte a questa offensiva a tutto campo, il ministro dell'In�torno non ponto la calma. E di�chiara che non ha nessuna inten�zione di dimolorsi. Enzo Bianco ieri ha ottenuto dichiarazioni di stima e di sostegno da Walter Veltroni, dal presidente dei sena�tori Ds Gavino Angius, dai respon�sabili del partito dei Democratici, dal partito popolare. Lo difende anche Marco Taradash, che se la prende piuttosto con la Procura di Roma. Muore sul nascere anche una contestazione in casa dei Verdi. L'on. Paolo Cento definisce il ministro «non convincente». A chiarire che però non mancherà il loro volo, è il capogruppo Mau�ro Paissan. «Il Polo spara sul ministro Bianco per colpire e affondare il governo Amalo. La slrumenlalità è cosi evidente da fare apparire l'iniziativa pateti�ca. Rimane la questione di una miglioro sintonia tra il governo e la maggioranza». E' severo, fiero, il giudizio com�plessivo del sotlosegretario Mas�simo Bnitli; «Tutto ciò che è accaduto in queste settimane rap�presenta un motivo di incoraggia�mento por il gruppo brigatista che ha ucciso D'Antona. Lo Stato e in un momento di difficoltà e questo dà una certa euforia al gruppo brigatista. C'è una sotto�valutazione del rischio. A sinistra va fallo un discorso sulla violen�za: violenza e militarismo vanno rifiutate all'interno del movimen�to antagonista. Cosi si contribui�sce ad isolare il gruppo che ha ucciso D'Antona». Parlamentari di An investono Fassino: mandi una ispezione alla procura di Roma Brutti: «Tutto ciò che è accaduto incoraggia il gruppo brigatista che uccise D'Antona» mmmmmmm «Ij Il ministro dell'Interno, Enzo Bianco IL TRIBUNALE Oggi si tornerà a parlare di Alessandro Geri davanti al tribunale della Libertà, al vaglio del quale c'è l'istanza di revoca dell'ordinanza di custodia cautelare presentata dall'avvocato Rosalba Valori, difensore di Geri, prima che il suo assistito (insieme con lei nella foto) venisse scarcerato. Il tribunale dovrebbe dichiarare inammissibile l'istanza perché Geri non è più detenuto ma il legale potrebbe comunque insistere per chiedere l'annullamento di quel provvedimento perché emesso in mancanza di indizi IL SINDACATO Anche alla Fiom l'incubo è finito. In corso Trieste, a Roma, i colleghi di Gerì, quelli della M.e.t.a. e quelli del sindacato che ospita gli uffici della cooperativa, non si sentono più criminalizzati. «Le porte qui alla Fiom per lui rimangono aperte», fanno notare. Probabilmente, però, Geri non siederà alla sua piccola scrivania, riprenderà l'attività da casa, dal suo computer. Le sue mansioni potrebbero cambiare, ma per motivi logistici. Del resto il terminale dove lavorava non è stato dissequestrato e i colleghi si sono dovuti attrezzare con un portatile. «Lo aspettiamo per brindare», dice una donna. Dopo la scarcerazione di «Sandro» si vedono facce distese. Proprio da qui è uscita la conferma dell'alibi che ha valso a Geri la scarcerazione
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