«Ma il 4 giugno il Nord a Roma non verrà» di Amedeo La Mattina
«Ma il 4 giugno il Nord a Roma non verrà» «Ma il 4 giugno il Nord a Roma non verrà» Palazzo Chigi: una reazione esagerata, era solo un invito Amedeo La Mattina ROMA Doveva essere una grande occa�sione per rinverdire oltre gli steccati degli schieramenti politi�ci l'idea di Nazione e di Patria comune, attorno a cui stringere il governo centrale e i massimi rappresentanti delle autonomia locali. E invece la sfilata delle Forze armate prevista per cele�brare la Festa della Repubblica sta diventando un caso politico. Al punto che domenica 4 giugno ai Fori Imperiali, Ciampi e Amato rischiano di non avere al loro fianco i presidenti delle Regioni del Nord, nonostante l'invito ri�volto. Quasi sicuramente, infatti, Formigoni, Ghigo e Galan, daran�no forfait, cos�come molti sinda�ci leghisti o del centrodestra. Tuttavia la loro non è la posi�zione del centrodestra. Anzi, Ber�lusconi, attraverso il suo portavo�ce Bonaiuti, ha sottolineato che Forza Italia «condivide e apprez�za l'iniziativa del Capo dello Sta�to». Anche il leader di An Fini si dice «lieto» che Ciampi abbia caldeggiato LI riprìstino della pa�rata militare: «Consideriamo po�sitivo che le più alte cariche istituzionali dello Stato abbiano ritenuto opportuno di rendere partecipi i rappresentanti delle autonomie locali». Fuori dal coro, invece. Bossi, cos�come di tutt'altro tono è la reazione dei presidenti delle re�gioni del Nord. A provocarla è stato un passaggio del comunica�to di Palazzo Chigi in cui si dice che «d'intesa con il Capo dello Stato, il presidente del Consiglio Giuliano Amato ha deciso che alla sfilata siano presenti tutti i presidenti delle Regioni, provin�ce e sindaci delle città capoluo�go». E ciò affinché «l'Italia sia cos�complessivamente rappre�sentata ad una manifestazione non sclsmente romana, ma stori�camente nazionale». E' proprio quel «il presidente del Consiglio ha deciso» che ha fatto innervosi�re i nuovi «governatori» e i sinda�ci del Polo. E, a quanto pare, la formulazione che sa di convoca�zione e di ordine, piuttosto che di invito non è piaciuta nemmeno a Ciampi: il Quirinale, infatti, avrebbe espresso molte perplessi�tà su come Palazzo Chigi ha gestito l'invito e l'iniziativa for�tissimamente voluta dal capo del�lo Stato. La gaffe, l'errore o l'equivoco è stato sottolineato espressamente da Enzo Ghigo, presidente del Piemonte, che ha giudicalo «im�portante nella soslanza» l'iniziati�va perché per la prima volta vengono invitati tulli i rappresen�tali delle autonomie locali, «ma c'è un'ombra nella forma». «E' discutibile afferma Ghigo, che parla anche in qualità di presiden�te della Conferenza delle regioni l'utilizzo di quel "Amato ha deci�so", che sembra quasi collegarsi ad una volontà ancora troppo centralista d'intendere i rapporti tra Governo centrale e Governi locaU. Se invece si tratta di un invito, è allora un gesto giusto e significativo». Comunque, ha ag�giunto Ghigo, è meglio che alla sfilata vada una «delegazione in rappresentanza di Regioni, Pro�vince e Città». Cos�sono arrivale da tutto il Nord una raffica «grazie per l'in�vito, ma noi non ci saremo». Lo ha già detto papale papale il presidente della Regione Veneto e quello della Lombardia. La scusa è che le manifestazioni per la Festa della Repubblica sono previste anche nelle loro città. «Le forze armale ha detto per esempio Galan ci sono anche nella mia regione, e quindi devo vedere l'agenda dogli impegni. Mi sembra che non si possa criminalizzare nessuno se quel giorno non sarò li». Che ai Fori Imperiali non ci saranno né Formigoni né il sinda�co di Milano Alberlini sembra cosa certa, tanto che è staio già varato il programma delle cele�brazioni del 4 giugno, proprio con i loro interventi a piazza del Duomo. E nel comunicato della Regione Lombardia non si fa cenno alcuno ad altre manifesta�zioni né si entra nel merito dell'in�vilo del premier Amalo. Mollo più espliciti alcuni sindaci leghi�sti. Il primo cittadino di Udine, Sergio Cocotti, ha fatto notare che il prefetto della sua città lo ha convocato per organizzare «una grande festa» a Udine: «Si vede proprio che a Roma sono alla fruita. Noi rimarremo qui con la fanfara della Brigata Alpina Ju�lia. Ci divertiremo senz'altro di più». Il sindaco di Lecco Lorenzo Bodega si è dello spiacente, ma non si recherà nella Capitale: «E poi vorrei capire se si tratta di un ordine o di un invito. Nel prime caso risponderei con un "no" in quanto ad un sindaco non si può imporre una cosa del genere. Se si trattasse di un invilo, il mio rimarrebbe comunque un no fer�mo in quanto sono ceno di dover far fronte a dei compiti istituzio�nali locali, con la gente della mia città». Non tutti la pensano allo stes�so modo. Ieri non si sono sentiti questi toni da altri presidenti di regioni o di sindaci del centrode�stra. Lo stesso Storace, «governa toro» di An nel Lazio, ha detto di voler essere presente alla parata militare del 4 giugno a Roma: «Io ci sarò e sono contento di andar�ci». Ciampi voleva creare una «occasione d'incontro» tra lo Stato e le autonomie locali Ma un passaggio del comunicato ha scatenato una pioggia di no Storace: io ci sarò Il presidente della Repubblica Cado Azeglio Ciampi con il presidente del Senato Mancino
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