UNA VITA VALE ANCORA QUALCOSA

UNA VITA VALE ANCORA QUALCOSA UNA VITA VALE ANCORA QUALCOSA Mina i..-;;. DALLA rupe Tarpea ad oggi è passato tan�to tempo, ma anche pochissimo. In termini di partecipazione emotiva, di coinvolgimento sentimenta�le, la questione mi sembra della stessa dolorosa pasta. Mai come nella circostanza tragica delle due sorelline siamesi la parola «decisio�ne» contiene in sé tutto il suo terribile valore. In lati�no «decidere» significa «tagliar via», eliminare ima pane per trattenere il meglio. La decisione presa dal Comitato etico è stala quella di intervenire con un taglio che, nell'imprevedibilità dell'esito, contiene la certezza infausta che una vita verrà comunque soppressa. A dispetto del suo nome, Milagros non sarà oggetto di alcun prodigio. A meno di non considerare che il vero miracolo sarà lei a compierlo, sacrificando se stessa perché Marta possa semplice�mente esistere. Ci troviamo tutti coinvolti in questa decisione. Ognuno di noi ha il suo travagliato parere, e ritengo che siano tutti misericordinsamente validi. Tutti abbiamo voluto decidere. Non per l'ansia di assom�mare anche la nostra al frastuono delle opinioni. Forse, invece, per l'impossibilità di essere estranei al prezioso soffio di anima che, nelle due piccole sorelline, chiede di essere preservato e che ci accomu�na al loro desiderio di vita. «Sono uomo: ritengo che non ci sia nulla di umano che mi sia estraneo», scriveva il commediografo latino Terenzio. Ed è per questo che ci siamo avvicinati a questa vicenda come se fosse un problema nostro. E, forse, lo è. Tutte le posizioni, ben espresse nella loro radicale antitelicità dai professori Marino e Marcelletti. hanno una loro ragionevolezza e attingono la loro forza nel riconoscimento del valore della vita. Se ci siamo schierati ed abbiamo partecipato al dramma della decisione, questo significa che il dono dell'esi�stenza umana è ancora sentilo in tutta la sua incondizionata assolutezza. Il rischio è che tale valore venga confinato dentro i limiti dell'emozione e scada, cosi, da sentimento totale dell'esistere a patetismo, in cui può persino nascondersi l'ombra di qualche compiacimento non attivo. Ma se abbiamo voluto decidere è anche perché la tecnica chirurgica ci mette oggi in condizione di poterlo fare. Ieri ci saremmo sofiermati di fronte alle bambine siamesi come davanti ad una bizzarria della genetica, ad un'interferenza indesiderata che spiaz�za la prevedibilità della natura. Avremmo, magari, interpretato il fatto come un segno maligno da relegare nel segreto di qualche istituto, nell'attesa che la natura facesse il suo corso. Oggi ima vita può essere salvala e non ci si può astenere. Ma ora che la decisione è stata inesorabilmente assunta, c'è biso�gno di silenzio. La scienza farà il suo impietoso dovere. Nel più rigoroso controllo di tutte le possibili�tà. Rimane solo, da parte nostra, il rispetto in cui dovremmo ora calare tutte le nostre emozioni. Altro non si deve biascicare di fronte allo struggimento della madre. Il dramma lo impedisce. E l'amore. i..-;;.

Persone citate: Marcelletti, Milagros

Luoghi citati: Marta