Il giudice e il feudatario di Alessandro Perissinotto

Il giudice e il feudatario Il giudice e il feudatario FOLGORATO sulla via dell'Oisans, il predicatore lo abbracdò, parlò dello Spirito Santo Educato�re e lo condusse a casa sua per fare quella richiesta. Il ragazzo sospettava dunque. So�spettò in silenzio e in silenzio, indiffe�rente, lasciò i suoi al seguito di quell'uo�mo che gli prometteva un futuro senza l'ossessione della fame e che forse avrebbe abusato di lui non appena usdti dal villaggio, nella pineta che sovrasta Venose. E invece il fraticello fece dò che aveva dichiarato, e molto di più; fece di lui un dottore, lo fece diventare quello che era adesso. E adesso cos'era? Un giovane che aveva assaporato i piaceri del lusso e della signorilità, ma che nel fisico e nei gesti più spontanei rivelava le sue origini. Robusto, alto quel tanto che bastava per non apparire tarchiato, scuro di capelli e di carnagione; anche bello, ma inadatto ad indossare le fini vesti che giungevano di Fiandra. Ina�datto anche a fingere con se stesso una lassitudine che non provava, che non poteva provare per quelle misere cin�que leghe. Spronò il cavallo e in breve fu a Exilles, dove la valle si stringeva fin quasi a diventare gola e dove tutti, da tempi remoti, avevano pensato di poter controllare il passaggio di quanti, viag�giatori, pellegrini, eserciti, transitava�no sulla strada in alpe Cottia. Ciò che colpiva di quel luogo era l'oscurità grigia che sempre vi regnava e che in quel momento, con le mini che tagliava�no a metà le pendid strapiombanti del monte, appariva ancor più apocalittica. D'jpo Exilles la strada penetrava in una foresta fitta che però si dissolveva rapidamente in un vasto piano dove la Dora disegnava le sue anse e dove l'industria degli uomini aveva creato i coltivi più ricchi. Ippolito non era mai salito dal prevo�sto con notizie tanto gravi ed era forse per quello che la Prevoslura, sul poggio che dominava il paese, gli parve più tetra e minacciosa che mai. Vi giunse mentre cadevano le prime gocce di quella pioggia annunciala fin dall'alba. Un famiglio si prese cura del suo cavallo ed egli, varcata la grata, si introdusse nel labirinto di corridoi e, alla luce delle torce, lo percorse fino alla sala delle udienze. «Padre», disse il giudice inchinando�si davanti al suo signore. Ogni volta che pronunciava quella parola, accompa�gnata dal gesto di omaggio, si chiedeva perché ci si rivolgesse al più potente feudatario del basso Delfinato nel mo�do in cui si appella un semplice amilo di una pieve di montagna... Alessandro Perissinotto

Persone citate: Fiandra, Ippolito

Luoghi citati: Exilles