Un lavoro retribuito tra scimmie? «Falso»

Un lavoro retribuito tra scimmie? «Falso» ESPERIMENTI CONTESTATI Un lavoro retribuito tra scimmie? «Falso» GLI animali ci sorprendo�no continuamente. Le lo�ro abilità, i loro compor�tamenti, sono fonte d'inesauri�bile fascino. Nonostante ciò, spesso ci ostiniamo ad attribui�re loro peculiarità che non pos�siedono: in buona e, in certi casi, in cattiva fede, vengono conferito alle bestie caratteristi�che tipicamente umane nel ten�tativo di renderli ancora più eccezionali. Somiglianza nobili�tante tutta da dimostrare! Di una simile mistificazione è sta�to fautore recentemente un primatologo olandese, Frans de Waal, vittima, nella migliore delle ipotesi, di un abbaglio metodologico. Una sua ricerca pubblicata sulla rivista america�na «Nature», ha stupito ed entu�siasmato i lettori di mezzo mon�do. Tutti, tranne chi di scimmie se ne intonde, come Elisabetta Visalberghi, responsabile del Reparto di Psicologia Compara�ta del Cnr di Roma. Cerchiamo di capire, insieme a lei, cosa è successo, partendo dall'articolo pubblicato. De Waal in questo suo stu�dio, sostiene che nel cebo dai cornetti (Cobus apella), piccola scimmia proveniente dal Sud America, un individuo venga «pagato» da un compagno cui ha reso un servigio. In pratica de Wall dimostra la prima for�ma di «lavoro retribuito» tra le scimmie. Una dichiarazione ric�ca di risvolti evoluzionistici im�portanti: la collaborazione è infatti alla base delle società più evolute come quella degli scimpanzé dove, per fare un esempio, gli individui organiz�zano vere e proprie battute di caccia perfettamente coordina�to. Ma questa sconcertante sco�perta su quali osservazioni si Dasa? Nell'esperimento di do Waal due cebi venivano posti in una gabbia, separati da un divi�sorio di rete. Estemo alla gab�bia, si trovava un vassoio su cui le scimmie potevano vedere due ciotole trasparenti, Sola�mente una delle due conteneva spicchi di mele, di cui i cebi sono ghiotti, l'altra era visibil�mente vuota. Per far s�che le due ciotole si avvicinassero alla gabbia, le scimmie dovevano tirare due leve in modo da spostare il vassoio verso di loro. Il difficile consisteva nel fatto che doveva�no farlo contemporaneamente. Una volta cho lo scimmie si erano coordinate, riuscendo a tirare lo levo insieme, e le ciotole divenivano a «portata di zampa», una scimmia veniva ricompensata dello sforzo e po�teva mangiare il contenuto del�la ciotola, mentre l'altra che ora riuscita ad avvicinare semplice�mente una ciotola vuota, resta�va a bocca asciutta. Poi però il cebo più fortunato, memore dell'aiuto del vicino, lo «paga�va» dividendo parte del suo bottino. Eccezionale! Ma questi risultati sono opi�nabili. «Dubito fortemente cho i risultati ottenuti da quest'espe�rimento siano una prova, come scrive do Wall, che lo scimmie lavorino per essere pagate o cho paghino per un lavoro», sostie�ne Elisabetta Visalberghi, che da anni studia proprio queste scimmie, «c'è un grave errore metodologico: infatti la scim�mia che raggiunge la ciotola piena, non qjyre alcuna ricom�pensa, non paga il compagno ma semplicemente gli permette di infilare la zampa nella sua gabbia attraverso le maglie del�la rete per raccogliere dei pezzi di mela. Quel che de Waal sostiene essere il numero di ricompense in realtà sono le volte che il cebo meno fortuna�to introduce la zampa nella gabbia del compagno. Inoltre, per quanto possa sembrare stra�no, non ci dice nulla di quanto cibo viene preso. Magari si tratta di bucce e polpa senza succo che i cebi sono soliti scartare». I punti deboli di questa ricer�ca sono numerosi e la Visalber�ghi continua la sua critica. In un suo esperimento, di prossi�ma pubblicazione sul Journal of Comparative Psychology ha dimostrato come sebbene i cebi tirino le leve di più quando sul vassoio c'è un premio, le tirano anche se non c'è nessuna ricom�pensa. Questo perché, in passa�to, hanno associato il gesto di tirare la leva con la ricompensa. «Perciò nulla di più facile che il cebo tiri la leva pur vedendo la sua ciotola vuota, e lo faccia perché si ricorda che, altre vol�te, tirando la leva ha ricevuto ricompense. E' possibile che sia del tutto inconsapevole del fat�to che in questo modo collabora con il suo compagno». Bisogna stare molto attenti con affermazioni di questo gene�re, e per parlare di lavoro paga�to, bisognerebbe avere ben al�tre prove. Nel dizionario trovia�mo la definizione di pagare: «dare ad una persona quel che gli spetta in risarcimento di un debito, o come ricompensa per un servizio prestato o un bene ricevuto»; nel caso dei cebi non si è mai assistito ad alcun comportamento del genere. Il cebo premiato non ha mai^o^ato il suo assistente. Gli animali non hanno bisogno di simili scoop ad effetto, per essere considerati eccezionaU: impa�riamo ad ammirarli per quel cho sono e forse cos�riusciremo a capirli molto più profonda�mente. Monica Mazzetto 'H Un cebo è stato protagonista degli esperimenti del primatologo olandese de Waal, contestati dalla Visalberghi del Cnr

Persone citate: De Waal, Elisabetta Visalberghi, Frans De Waal, Monica Mazzetto, Visalberghi

Luoghi citati: Roma, Sud America