«Quanti sono partiti al governo? Parisi: sono nove. Boselli: no, otto

«Quanti sono partiti al governo? Parisi: sono nove. Boselli: no, otto GAFFE AL PRANZO TRA L'EX PREMIER ISRAELIANO E i LEADER DEL CENTRO-SINISTRA «Quanti sono partiti al governo? Parisi: sono nove. Boselli: no, otto reportage AldoCazzuHo ROMA VISTO che la conversazione sul ritiro israeliano dal Liba�no non decolla, Shimon Peres cerca l'ispirazione nel profumo fruttato della falanghina Villa Ma�tilde e si rassegna a una domanda sull'Italia: «How manyparties are there in the CenterLeft?». Attimo di incertezza tra gli interlocutori. Parisi e Boselli si scrutano guardin�ghi come un commando del Mos�saci nelle vie di Damasco. Parte airimprowiso Parisi, con un'indi�spensabile premessa: «Actually (al momento), nine». Singulto di Pe�res. Replica di Boselli: Mo. eight». Parisi, inacidito: «Scusa Enrico, sono nine». Boselli, più accondi�scendente: «Guarda Arturo, a me risulla eight». Il nono sarebbe La Malfa, che però non è venuto (in polemica con Arafat? «No», spie�gherà poi, «con Veltroni, che vuole fa federazione della sinistra senza il pri, accanto a quella del centro cattolico: e noi dove andiamo?»). Se ne esce grazie a Luigi Colajanni, responsabile Esteri dei Ds e poli?lolla, che sposta il discorso sulla rammentazione nel campo avver�so: «La Lega (pronuncia di Colajan�ni: Uga�non e affidabile...». *Wkh Lega ? TTw Lombard Lega ?», distin�gue opportunamente Peres, guar�dando con aria interrogativa il nuovo arrivato. «Mister Castagnet�ti», lo presenta Colajanni. «Excuse mei». nThe leader of the Popular Party». «Ah», si ras^iCtlra il Nobefl. Ci volevano appunto due premi Nobel (e le trigliette spinate al coccio con pomodoro fresco dello chef Gabriele) per riunire allo stes�so tavolo i nove (od otto? o sette, visto che la Verde Francescato è impegnata a Genova e forse per evitare altri dissidi intemi non si è fatta rappresentare?) leader del centro-sinistra. In serata si gioca la partita della pace con palestine�si e israeliani nella stessa squadra, e insomma oggi tutto è possibile. Anche che Colajanni e Peres resti�no soli con l'ambasciatore Yehuda Millo, nella saletta affrescata con scene della Roma ottocentesca, a parlare dei dividendi della pace in Medio Oriente, e Parisi, Boselli e Castagnetti si appartino a discute�re di legge elettorale, prontamente raggiunti da Mastella, finora in disparte con il cossuttiano Grimal�di: «Ragazzi, io sono di corsa, andiamo un attimo di là?». Di sotto, invece, è rimasto Veltroni ad attendere Arafat. Che arriva con mezz'ora di ritardo in divisa e kofiah, lo bacia, guadagna il tavolo ovale tenendogli il braccio attorno alla vita e poi gli si siede di fronte, accanto a Peres. Veltroni sarà cos�costretto a reggere da solo (con un aiutino dell'interprete, una signo�ra in verde prudentemente seduta al suo fianco) la conversazione su Hezbollah e negoziati israelo-siriani, mentre gli altri potranno tran�quillamente continuare a discute�re di premio di maggioranza di fronte a monumentali piatti di caprese e prosciutto crudo. Arafat. del resto, parla talmente sottovoce che non solo Parisi e Castagnetti, seduti agli antipodi, ma anche Boselli e Mastella, più vicini, non riuscirebbero a sentir�lo. Lui snobba il risotto con fior�di zucchine e menta, si concentra sui grissini.si soffia il naso di conti�nuo od esprime le sue ansie per la scadenza del 13 settembre, data limite per il riconoscimento della Palestina. Peres si congratula con Veltroni per la scelta del ristorante (il «Vecchia Roma», a due passi da Botteghe Oscure e dal ghetto), trac�cia un quadro ottimista della crisi libanese, nega che Israele stia vi�vendo il suo Vietnam. E si intro�mette nel discorso dei commensa�li: «Da noi abbiamo l'elezione diret�ta del premier. Un disastro», affer�ma, mandando di traverso a Veltro�ni i tagliolini al pomodoro. «Per una coalizione aggiunge Peres -, la cosa più difficile è rifare la coalizione». «Fermi lutti, avete sen�tito?», sorrìdi; stavolta il segretario Ds, distogliendo l'attenzione degli alleati dalle «pezze pazze» con rughetta. Si riscuote pure Mastel�la, che, memore di aver evitato pure lui qualche agguato e di aver pacificato più di una fazione, quasi accarezza l'idea di una Camp Da�vid a Ceppaloni. «Ma questo Berlu�sconi, è daweroaWe?», si incuriosi�sce Peres, davanti a un misto di granite al melone e ai gelsi. I commensali annuiscono: per esse�re abile, il Cavaliere è abile...«Capa�ce, ahlc sta per capace», sussurra l'ambasciatore. «Ha grandi capaci�tà taglia corto Colajanni •, ma soprattutto ha tre televisioni». Ciampi con Peres. Arafat e Schumacher prima del fischio d'inizio della «partita del cuore». Sotto, Sean Connery

Luoghi citati: Ceppaloni, Damasco, Genova, Israele, Italia, Medio Oriente, Palestina, Roma, Vietnam