D'Amato attacca ì sindacati «conservatori » di Roberto Ippolito

D'Amato attacca �sindacati «conservatori » D'Amato attacca �sindacati «conservatori » E il premier invoca «l'anima socialista nel mercato» Roberto Ippolito ROMA La Confindustria che verrà. Giorgio Fossa, lasciando la pre�sidenza, l'immagina «sempre più temprata, forte, pronta a correre». E il suo successore, Antonio D'Amato, lo prende in parola e concretizza subito la nuova Confindustria: parte dav�vero di corsa, all'attacco. Con il discorso del debutto in pubbli�co di fronte all'assemblea del�l'associazione, D'Amato comin�cia cosi: accusando i sindacati di avere «una posizione obietti�vamente conservatrice» per lo stato sociale (in pratica le pen�sioni) e la flessibilità del lavoro. E prendendo di petto la Cgil di Sergio Cofferati. Propone a tutte le forze socia�li un'aalleanza per la moderniz�zazione» e presenta come una sfida per le «grandi scelte» il «metodo della concertazione», il dialogo con governo e sindaca�ti, nel quale comunque dichiara di riconoscersi. Lamenta i ritar�di della politica e invoca flessibi�lità, lotta al lavoro nero, rilan�cio del Sud, meno tasse, tagli alla spesa pubblica, revisione dolio stato sociale, nuova legge elettorale. Seduto in prima fila, c'è il presidente del consiglio Giulia�no Amato. Finita la lettura delle 46 pagine di relaziono di D'Ama�to (in carica da mercoledì), si alza e dice la sua. Anche lui, ed è noto, vuole la riforma elettora�le, ma non gradisce sentir parla�re di troppi problemi: «Noi sia�mo indietro su molte cose, ma su alcune, vivaddio, siamo avanti rispetto agli altri». Poi difende �sindacati, citando il primo presidente della repubblica Luigi Einaudi. E sollecita «la cultura della trasparenza che è il mercato». Come inizio dell'era D'Ama�to, non c'è male: un confronto vivo, vivace con governo e sin�dacati; un botta e risposta in diretta, ipotesi di lavoro comu�ne e possibili differenziazioni. Scrutato dai presidenti delle camere Nicola Mancino e Lucia�no Violante, osservato da due�mila imprenditori fra cui Gio�vanni Agnelli e in quinta fila Luciano Benetton (uno dei pri�mi a candidarlo alla presidenza e da ieri esordiente nel direttivo dell'associazione) e seguito in ottava fila dalla compagna Ma�rilù Faraone Mennella, D'Ama�to propone un corposo program�ma nella segno di «una grande speranza» per far diventare l'Italia «un paese normale». Ai sindacati D'Amato dice di essere pronto al confronto «con quanti tra loro intendono gesti�re in una reale prospettiva di sviluppo gli interessi» legittima�mente rappresentati. Meglio la�vorare «insieme». Altrimenticè. necessario «uscire dalla logica per cui, se non siamo tutti a farlo, non lo può fare nessuno». Questo passaggio è la premessa per capire la concertazione ai tempi di D'Amato. Bene il «con�fronto con il sindacato», non serve «il conflitto fine a se stesso», nessuna «intenzione di accantonare» la concertazione, «ma occorre intendersi». La con�certazione «non è un obiettivo» ma «uno strumento» per accele�rare modernizzazione e «recupe�ro di competitività»: si discuta, ma senza «pregiudiziali» e «ta�bù». Con chi ce l'ha D'Amato? Presto dotto. La sua tesi è que�sta: ogni volta che hanno ipotiz�zato rifonne, i governi «si sono trovati di fronte all'opposizione pregiudiziale» dei sindacati o d�«parti consistenti». 11 noopresidente della Confindustria parla di «altolà della Cgil ai governi Prodi, D'Alema e Amato sulla flessibilità» che «hanno provo�cato critiche e discussioni all'in�terno della maggioranza e disar�ticolato la tradizionale unità del fronte sindacale, pronto» invece «a ricompattarsì» al pri�mo accenno «al tema delle pen�sioni». Por D'Amato «continua�re ad opporsi» alla flessibilità significa «chiudersi rispetto al�le formidabili prospjettivo di sviluppo». Il capo del governo ha nelle orecchie queste critiche quando si avvicina al microfono appena lasciato dal nuovo leader degli industnpli. Richianiardo Einau�di, Amato puntualizza che «il mercato funziona se in esso, accanto all'anima liberale, che crea quella spinta squilibrante necessaria per andare verso il futuro, c'è l'anima socialista». Questa assicura la «necessaria coesione sociale» e che i conflit�ti «non raggiungano un livello tale da non essere poi nocivo per lo sviluppo delle imprese». Per Amato «l'Italia ha potuto avvalersi utilmente di questo incrocio di anime». Ed entram�be devono essere «convinte che esiste una missione nazionale», perciò «l'una e l'altra deve sa�per fare i conti con l'altra». In sostanza a D'Amato che parla d�confronto aperto e necessarie distinzioni, Amato risponde che il confronto aperto è utile pur�ché non degeneri in conflitto. E a proposito dei bisogni italiani indicati dal neopresi�dente della Confindustria, il premier ricorda i progressi com�piuti. Per esempio l'Italia «è avanti» per la riforma delle pensioni realizzata nel 1992 (anno d�insediamento del pri�mo governo Amato), mentre la Germania la studia ora. Inoltre il mercato delle telecomunica�zioni «in Italia è molto più mercato di quello di altri paesi europei, dove giganteggiano im�prese a proprietà pubblica a volte molto più paralizzate di quanto non accada da noi». E la liberalizzazione del gas «è più avanzata di quanto non preve�da la direttiva europea».. Agli impfgnditori Ap&ktchiede di contribuire a «ranciere stabile e duratura la crescita economica», esigenza che «vale sìa per l'Italia che per l'Euro�pa», la storia dei rapporti fra i due «Amati» è solo al primo atto. «Flessibilità, un nuovo Welfare, riforme e concertazione senza pregiudiziali» Ecco le parole-chiave del nuovo numero uno di Confìndustria Il nuovo presidente di Confindustria Antonio D'Amato IL DISCORSO DELL'ESORDIO MODERNIZZAZIONE E' necessaria un'alleanza perla mo�dernizzazione. Chiediamo alle altre ■"f I forze sociali di schierarsi apertamente, di decidere da che parte vogliono stare ffM&J FISCO I E' tempo di mettere mano a una forte yr\ riduzione delle aliquote e della pressione complessivo. Por farlo, bi�sogna avviare davvero il processo di riduzione della spesa pubblica. . ii.^mi.n,i .ii.jhh»,..,.,! i Miniimton iinwMBiij^miii OCCUPAZIONE Per aumentarla serve una flessibilità con regole chiare. Non si tratta di introdurre nessuna giungla, ma regole flessibili che eliminino la giungla del lavoro nero. COIL Gli oltolù della Cgil ai governi Prodi, D'Alema e Amato sulla flessibilità sono noti a tutti e hanno provocato critiche e discussioni all'interno stesso della maggioranza. LIOOi ELETTORALE I cittadini devono poter scegliere da chi farsi governare ed essere sicuri che il governo durerà in carica per tutta la legislatura. RISULTATI SUBITO, O ALLE URNE E' giunto il tèmpo del fare. O maggioranza e opposizione riescono a trovare un accordo sulla riforma elettorale, oppure bisognerà andare alle elezioni con l'attuale sistema, che pure tutti giudicano inadeguato. : chi avrà impedito l'accordo dovrà assumersene tutte le responsabilità. CONCERTAZIONE Non à un obicttivo. E' piuttosto uno strumento da utilizzare per imprimere al processo di modernizzazione un'incisività maggiore. Respingiamo pregiudiziali e tabù. •w^^* MtW "WUW '^

Luoghi citati: Germania, Italia, Roma