Arbitrati sui licenziamenti, la Cgil blocca l'intesa di Gian Carlo Fossi

Arbitrati sui licenziamenti, la Cgil blocca l'intesa Grande irritazione di imprenditori e Cisl. La Uil cerca di mediare: all'accordo devono aderire tutti Arbitrati sui licenziamenti, la Cgil blocca l'intesa Cofferati: «No alle forzature». D'Antoni: «Pronti alla firma separata» Gian Carlo Fossi ROMA Ad un passo dal traguardo salta la possibilità di un accordo tra Confindustria e Cgil-Cisl-Uil sul ricorso all'arbitrato per la solu�zione extragiudiziale delle con�troversie individuali di lavoro (compresi i licenziamenti), che attualmente bloccano il funzio�namento della giustizia con più di un milione di cause, di cui 120 mila solo a Roma con una media di 3 mila per magistrato. Al termine di una vivace riunio�ne con le categorie la segreteria della Cf.il ha deciso di non sottoscrivere il testo presentato dalla Confindustria e considera�to non ritoccabile dagli stessi industriali, «Non sussìste dispo�nibilità alcuna della Cgil affer�ma un comunicato della segrete�ria a definire intese che, in particolare, non contemplino la possibilità di condizionare l'eventuale conferimento del mandato al collegio arbitrale al rispetto, nella decisione degli arbitri, delle norme previste dal�le leggi e dal contratto». Ai lavoratori «deve essere garanti�to un quadro di certezze e tute�le, che non si rintracciano nelle posizioni avanzate al tavolo di confronto dalla delegazione di Confindustria». Cioè mentre la Confindustria propone che le ragioni di ricorso, oltre a quelle previste per i vizi della volontà (errore, violenza e dolo), attenga�no anche alle norme inderogabi�li della legge, la Cgil chiede di estendere Timpugnabilità an�che nel caso di violazione delle norme contrattuali. Sull'impennata della Cgil il fronte sindacale si spacca anco�ra una volta. «Nessuno può pensare di avere diritto di veto», tuona il segretario generale del�la Ciàl Sergio D'Antoni, tanto più che «rintesa prefigurata crea uno strumento che va nella direzione giusta, agevolando lavoratori e imprenditori». Il se�gretario confederale della Uil Luigi Angeletti incalza: «Noi eravamo e restiamo favorevoli al testo definito, ma all'accordo devono aderire tutti, non essen�do cpesto il caso di un contratto nazionale e aziendale». Non ci può dunque essere, secondo An�geletti, una firma separata, men�tre D'Antoni non esclude del tutto questa eventualità: «Per noi l'accordo è quello, vedremo le motivazioni della Cgil e poi ci comporteremo di conseguenza. La trattativa è stata portata avanti insieme; ora è inaccetta�bile che qualcuno improvvisa�mente decida da solo». D'altra parte il leader della Cgil, Sergio Cofferati, è convinto che non tutte le carte siano state ancora giocate e che sia ancora possibile arrivare ad una solu�zione. «Spero osserva che Confindustria e altre associazio�ni imprenditoriali manifestino la volontà di definire corretta�mente la materia e gli strumenti e. non di forzare per acquisire posizioni di principio che sareb�bero di nessuna utilità». Replica la Confindustria sul merito del�le contestazioni: «Ci troviamo di fronte a una. contraddizione in termini. Come si fa a ritenere impugnabili anche le violazioni relative ai contratti collettivi, quando sono proprio le diver�genti interpretazioni su quelle nonne che determinano il ricor�so all'arbitro?». Sergio Cofferati segretario generale della Cgil

Persone citate: Cofferati, D'antoni, Luigi Angeletti, Sergio Cofferati, Sergio D'antoni

Luoghi citati: Roma