Barak: l'avventura in Libano è finita di Aldo Baquis
Barak: l'avventura in Libano è finita Barak: l'avventura in Libano è finita Gli ultimi soldati si sono ritirati, braccati da Hezbollah Aldo Baquis IftlAviv DicipttO anni dopo il suo inizio, la Operazione Pace in Galilea intrapresa in Libano dal gover�no di Menachem Begin si ò del'initivamenlo conclusa all'al�ba di ìor�quando gli ultimi mille militari israeliani si sono chiusi allo spalle i cancelli dol valico di Kaima, al confino tra Israele e il Libano, inseguiti dal fuoco dei guerriglieri sciiti hezbollah «La tragedia libanese ó finita, abbiamo riportato a casa i no�stri ragazzi» ha affermato, con un sospiro di sollievo il premier Ehud Barak, «E' una giornata storica: finalmente ci siamo se�parati dal Libano»,Contrariamente ai piani originali, lungo i reticolati di frontiera non ci sono oggi i soldati delle Nazioni Unite bens�guerriglieri hezbol�lah che inneggiano al loro leader Hassan Nasrallah e deridono, armi alla mano, gli israeliani. La giornata di ieri è stata caratteriz�zata da una calma assoluta: nessuno è in grado di prevedere quantoensapossa durare.L'ulti�ma notte in Libano è stata invece drammatica. Il crollo re�pentino del filoisraelinao Eserci�to del Libano Sud aveva infatti colto i militari israeliani isolati in otto fortini in territorio liba�nese. Lungo le arterie principali si aggiravano liberamente i guer�riglieri hezbollah. L'ordine dol ritiro è giunto allo ore 22 di sera. Cinque minu�ti di tempo por indossare i giubbotti e saltare sui cingolati, mentre i fortini erano sottoposti al fuoco dei mortai sciiti. Dietro di loro i soldati si lasciavano computer, apparecchi radio, schedari, libri di preghiere. Lun�go il tragitto verso Israele han�no trovato ad attenderli ordigni, mine, e il fuoco ravvicinato di armi automatiche. Dal cielo eli�cotteri da combattimento Cobra sputavano fuoco contro i guerrig ieri. «E' stata una operazione ben organizzata, abbiamo riportato indietro tutti i cingolati, i nostri uomini sono tornati senza un graffio» ha riassunto compiaciu�to il capo di stato maggiore generalo Shaul Mofaz. «Siamo usciti a tosta alta. Non è vero ha aggiunto, polemizzando con la stampa localo che siamo stati umiliati». Accanto al castello crociato dol Boaufort (che domina la vallata dol fiume Litani» un capitano del genio israeliano ha avuto ordine, con tre ore di anticipo, di far saltare in aria con grandi quantità di Tnt il più grande fortino israeliano nel Libano meridionale che, su più piani, ospitava centoventi militari.Come in un film di Hollywo�od, il capitano Avi ha atteso che tutti i suoi compagni partissero: poi ha schiacciato un pulsante e nel cuore della notte il fortino è saltato in aria. «Il castello crocia�to non è stato danneggiato» ha poi garantito, via radio, l'ufficialori il castello del Beaufort simbolo dell'occupazione israe�liana in Libano è divenuto mota di pic-nic. Fra le rovine molti cercavano souvenir israe�liani: munizioni, divise, giubbot�ti. Sui muri hanno scoperto che i soldati in fuga avevano fatto a tempo a tracciare scritte inso�lenti nei confronti degli hezbol�lah. La rapidità degli eventi ha sorpreso gli stessi hezbollah che adesso, gradualmente, rafforza�no il proprio controllo sul Liba�no meridionale. I guerriglieri hanno avuto ordine di non apri�re il fuoco: por ora devono limitarsi a studiare il terreno, a raccogliere dati sullo sposta�mento delle pattuglie israeliane lungo il confine, ad assorbire le grandi quantità di cingolati, di armi e di munizioni abbandona�te dai miliziani dell'Els in fuga. Uno dei problemi principali, per gli hezbollah, è la definizio�ne dei rapporti con la popolazio�ne cristiana del Libano del Sud che ha cooperato con le forze israeliane di occupazione. «Non ci saranno vendette, siamo tutti libanesi» ha assicurato il leader degli hezbollah, Nasrallah. E lo stesso presidente del Libano, Emile Lahoud si è recato ieri in un villaggio eristiano del Sud por esortare gli exmiliziani del�l'Els a tornare in patria. Nei eampi di raccolta di Tiberiade e di Natanya si trovano intanto seimilacinquecento pro�fughi libanesi. Le autorità israe�liane cercano di provvedere alle loro necessità immediate «ma non è eseluso ha detto ieri Barak che molti di essi decida�no di tornare a casa, una volta stabilizzatasi la situazione». In una conferenza stampa, Barak ha poi respinto le critiche di quanti notano che il ritiro rovinoso dal Libano ha lasciato la Galilea più esposta che mai agli attacchi degli hezbol�lah.«D'ora in poi il governo liba�nese non ha più scuse, deve assumersi tutta la responsabili�tà» ha detto Barak. Se nuova�mente attaccato. Israele reagirà con grande irruenza sia contro gli interessi libanesi che contro quelli siriani in Libano. Hanno avuto cinque minuti per saltare sui blindati e fuggire Hanno lasciato nei fortini computer e libri di preghiere Sui muri hanno scritto insulti agli sciiti Il comandante: siamo usciti a testa alta non ci hanno umiliati
Persone citate: Barak, Ehud Barak, Emile Lahoud, Hassan Nasrallah, Menachem Begin, Nasrallah, Shaul Mofaz
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