«È Cuba il paradiso delle biotecnologie»

«È Cuba il paradiso delle biotecnologie» KANÀUSIDI FRANCESCO SAIA, «STAR» DELLA RICERCA IN ITAltA ——: L, «È Cuba il paradiso delle biotecnologie» Inventata la canna da zucchero resistente agli insetti intervista fienaio Rizzo inviato a GENOVA e ERTO, si fa un gran discuterc della necessità di tutelare li prodotti tipici e di difende�re la tradizione alimentare. Ma non perdiamo di vista la realtà: ha presente il pomodoro San Marza no, quello che è una gloria dell'italian food? Entro due anni è condannati) a sparire. A meno che non intervenga l'aborrila biotecnologia: l'unica in grado di salvarlo». Francesco Sala, docen�te all'Università di Milano e punta di diamante della ricerca sull'ingegneria genetica applica�ta alle piante, e un torrente in piena contro la demagogia e la cattiva informazione che, secon�do lui. stanno alla base di certe «posizioni di principio». Quale dev'essere, allora, l'approccio giusto? «Il pragmatismo. Considerare che il problema ha almeno due facce: quella dei Paesi ricchi, che vogliono preservare la loro biodi�versità in agricoltura, e quella della parte di mondo dove si muore di fame e che vorrebbe solo poter mangiare». Cominciamo dalla seconda. Le biotecnologie potrebbero risolvere la carenza endemi�ca di cibo? E, se si, a quali prezzi per la salute? «Questi affamati soffrono, so�prattutto, di anemie da carenza di vitamine, proteine e ferro perchè sono costretti ad una dieta essenzialmente a base di riso: in certi casi sino,a 150 chili a testa ogni anno, contro i 5 che si consumano, ad esempio, in Italia. L'ingegneria genetica può dare una risposta fondamenta�le». Qualche esempio? «I lavori di Ingo Postrikus, diret�tore del laboratorio di ricerca pubblica di Zurigo che collabora con alcuni istituiti asiatici con sede a Manila. Hanno realizzalo un riso nel quale sono stati inseriti tre geni che producono la vitamina A. poi lo hanno incrocia�to, servendosi della genetica tra�dizionale, con un altro arricchito di tre geni utili per aiutare l'assi�milazione del ferro. Da ultimo hanno inserito una proteina che fucilila l'assorbimento da parte dello stomaco. Creando un cibo, in qualche modo, completo. Io a questi scienzi&ti darei il Nobel». Lei e l'Università di Milano lavorate con centri di ricer�ca cinesi e cubani Quali sono le «cose concrete» che realizzate in quei Paesi? «Innanzi tutto, una considerazio�ne. Cuba e la Cina l'ingegneria genetica se la costruiscono in casa». Ci spieghi come. «Prendiamo Cuba, dove la ricer�ca biotech è sviluppatissima. E' stata ottenuta una canna da zucchero che resiste agli insetti dopo l'immissione nel suo Dna di un gene estraneo. Una conqui�sta enorme per un Paese che non è finanziariamente in grado di acquistare g�insetticidi per di�fendere la propria maggiore fon�te di reddito». E il risvolto salute? Come replica a chi afferma che le biotecnologie potrebbero far male? «Suggerisco di guardare gli Usa: un mercato di 350 milioni di persone che mangia soia e mais trangenic�da sette anni. E dove nessuno s'è mai preso neppure un raffreddore per questa die�ta». Arriviamo al secondo corno del problema: quello dei Pa�esi ricchi che vedono nel transgenico anche un poten�ziale attacco alle loro specie v ' . ' tradizionali. «Ho già detto del San Marzano. Potrei parlare del melo della Val d'Aosta sul punto d'essere can�cellato dalle larve che ne divora�no le radici. Con un intervento d'ingegneria genetica potrebbe sopravvivere. Che dire, poi, del pioppo 'coltivato' che sta pratica�mente portando ad estinzione quello naturale, trasformandolo in ibrido attraverso l'impollina�zione? La biotecnologia sarebbe in grado di fermare questa mor�te sterilizzandolo».

Persone citate: Francesco Sala, Ingo Postrikus