«La vita è il nostro primo dovere»

«La vita è il nostro primo dovere» «La vita è il nostro primo dovere» I chirurghi: quella operazione va fatta Marco Sartoreill TORINO Secondo �chirurghi riuniti ieri al Lingotto per la prima delle quattro giornate del XIX congresso nazio�nale dell'Associazione chirurghi ospedalieri italiani (Acoi), si deve parlare di «qualità della vita» per spiegare che garantire «una vita normale» all'individuo resta uno dei punti fondamentali dell'impe�gno della medicina. Sempre, anche nel caso in cui si tratti di dover accettare che la separazione di due siamesi signìnchi la morte della meno «attrezzata» per restare in vita. Quella che vìvrà potrà sentir�si «normale», senza essere insegui�ta da sguardi che violentano l'ani�ma, senza dover ripararsi da chi scruta morbosamente ciò che appa�re diverso. Lorenzo Capussotti, primario della I divisione d�chirurgia del�l'ospedale Maurìziano d�Torino, non ha dubbi sul caso d�Marta e Milagros: «Uso una parola dal forte significato, 'sacrificio', per far ca�pire che siamo di fronte ad una importante questione etica. Di que�sto si tratta: sacrificare Mìlagros per salvare Marta. Ma in un caso come questo, fortunatamenle, la scienza medica ci indica che una delle due creature può farcela: ed è a quell'essere umano che noi dob�biamo dare tutto il capitale d�conoscenze che abbiamo per offri�re la speranza di una vita il più simile possibile a quella di noi 'normali'». «Non operare significherebbe abbandonare due persone allo stes�so destino, condannandole. Invece sottolìnea Luigi Forlivesi, presi�dente dell'Acoi -, noi abbiamo la sufficiente sicurezza per sapere che almeno una delle due vite sarà conservala e potrà essere uguale a quella di chi è nato senza problemi cos�rilevanti. Quindi sfuma la questione elìca aggiunge -, in (ruanto appare chiaro che una delle due sorelline ce la farà. Nostro dovere è salvare una vita, non rischiare d�perderne due». Normalità, desiderio d�avere un'esistenza che si dipana felice�mente anonima tra altre milioni: «Parlo prima da padre, poi come medico: sono favorevole all'inter�vento dice Guido Bongioannini, chirurgo otorino al Cenilo sulla ricerca sul cancro, a Candiolo -. Quando ci si trova davanti a proble�mi come questi, bisogna porsi una domanda: come vìvrà il 'sopravvissuto'? Soprattutto, avrà una vita dignitosa? Se per Marta c'è questa possibilità, bisogna dar�gliela». Concorda anche il profes�sor Eugenio Santoro, presidente della Società italiana di chirurgia: «Marta va salvata, anche perché non è del tutto chiaro se si tratti di due individui o d�un unico, malfor�mato. Ricordiamo che il compito della chirurgia è salvare la vita, per quanto possìbile». «A una bambina possiamo dare un futuro dignitoso»

Persone citate: Eugenio Santoro, Guido Bongioannini, Lorenzo Capussotti, Luigi Forlivesi, Milagros

Luoghi citati: Marta, Torino