Amato: no il raduno gay a Roma

Amato: no il raduno gay a Roma Amato: no il raduno gay a Roma No al veto, s�ai divieti. Veltroni: manifestazione legittima Maria Teresa Meli ROMA Una manifestazione «inoppoituna, nel�l'anno del Giubileo». E' Giuliano Amato a bollare cos�il tWorld gay pride». Di più: il premier lascia intendere die se fosse per lui, quell'iniziativa non si terrebbe, «ma dice dobbiamo purtrop�po adattarci a una situazione in cui, al di là delle opportunità, inopportunità e preoccupazioni, c'è una Costituzione che ci impone dei vincoli». Ma Imentre ad Amato arriva prontamente la telefo�nala del neo presidente della Regione Lazio, Francesco Storace, per «esprime�re soddisfazione» rispetto alle parole appena pronunciate) è su quel «purtoppo» del premier che si scatena l'ira di una parte della maggioranza, e della sinistra, specialmente. Verdi, Rifonda�zione comunista, cossuttiani e molti diessini criticano apertamente il presi�dente del Consiglio. Già, molti diessini; e infatti Veltroni si affretta a dichiarare che quel raduno è «legittimo». E anche un ministro, ,la cossuttiana Katia Selli�lo, sembra prendere le distanze dall'in�quilino di palazzo Chigi quando dice di voler «difendere una manifestazione allegra e colorata». Giuliano Amato pronuncia queste parole nell'aula di Montecitorio per. rispondere à un'interrogazione del capo�gruppo di Alleanza nazionale, Gustavo Selva, che chiede di rinviare oualla manifestazipne die dovrebbe svolgersi in còntamporanea ad alcuna iniziative del Ggjbileo. Il presidente del Consiglio spiega perchè l'esecutivo non può vieta�re il «Gay pride», ma lo fa criticando l'opportunità di ^quella ^emteaé. «Le mier da tempo Hanno cercato di indurre gli oiganizzatori italiani della manifestazione a un'ipotesi di rinvio; Ma la domanda è; in assenza di un consenso degli organizzatori al rinvio, noi abbiamo costituzionalmente la fa.coltà di disporlo? Perchè dispone un rinvio vuol dira vietare questa manife�stazione». E la risposta die Amato si dà è che, no, il governo non ha la facoltà di far slittare ad altra data il «Gay pride»: secondo il presidente del Consiglio, solo so vi fossero «fondati motivi di incolumi�tà e sicurezza pubblica», cioè, se la manifestazione si svolgesse con un cor�teo, si potrebbe rinviarla, «Ma aggiun�ge l'inquilino di palazzo Chigi quando gli organizzatori accettano una manife�stazione stanziale; noi abbiamo costituzionalmenie una situazione nella quale i motivi di sicurezza pubblica e di incolumità non giocano». Quindi, niente veto, però gualche divieto si, «Ci troviamo in condirionB spiega infatti Amato di limitare la manifestazione a un luogo definito, di isolarla dal resto della città, di seguirne lo svolgimento con prescrizioni, nella convinzione che costituzione e legge consentalo comunque interventi per dire delitti». Ma se il «Gay pride», svolgersi, dò non significa die ito approvi quell'LnlziaU va. Tutt'altro. E il presidente del Consiglio to dice ndnare ellerorespriraendolà«preoccupazions die gnamanifestazione del «noe sia inopportuna nell'anno del Giubileo» e aggiungendo : «Sarebbe me�glio farla in un anno diverso». Le paroje di Amato non soddisfeno Selva, che accusa il premier di «atteggia�mento pilalesco» e, nel contempo, pro�vocano la rivolta all'interno della mag�gioranza. Mentre fuori del palazzo, davanti a Montecitorio, si riunisce, per protestare contro il presidente del Con�voli al raduno del «Gay pride». Alla Camera sono i diessini, soprattutto, a inquietarsi per quelle parole. Tant'è vero che Walter Veltroni è costretto a intervenire con una dichiarazione «ecu�menica». Lo «svolgimanto del Gay pri�de,a Roma, è un evento del tatto legittimo», sostiene. Ma poi aggiunge: «Chiesta manifestazione cade durante un anno particolarmente significativo per la città di Roma e per il mondo cattolico. Auspico, perdo, che da parte degli organizzatori sia garantito il più grande impegno per evitare ogni forma di contrapposizione con un evento di straordinario valore spirituale come il Giubileo». Con Veltroni. E Giulio Andreotti difende il premier, usando le sue stesse paiole; «Raduno inopportuno, che però non si può vietare». Fausto Bertinotti, che della maggioranza non fa parte,, invece va giù pesante. «Le parole di Amato cuce il leader di Rifondazione-sono uno scandalo mora�le e intellettuale». Durissime anche le reazioni dei Vtrdi, che pure fanno parte della coalizioo ne di governo: «Sono sorpresa della dichiarazione di Amato», dice la presidente Grazia Francescato. Incalza il capogruppo al senato Mauri�zio Pìeroni: «Per una frase come quella pronunciata da Amato afferma 1 espo�nente del Sole che ride negli Stali Uniti chiederebbero le dimissioni del presi�dente». Plaude ad Amato, infine, il cardinale ErsiUoTonim: «Ammiro il suo coraggio, la sua libertà di giudizio e d�pensiero dieèpoi una posizione molto diffusa». E subito arriva al premier il plauso di Storace (An) neo-presidente Lazio Una manifestazione per ('«orgoglio gay» svoltasi alcuni anni fa a Mestre

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