FARE IL TIFO PER LA PACE IN GALILEA di Igor Man

FARE IL TIFO PER LA PACE IN GALILEA ARAFATEPERESAROMA Igor Man E* 5 un frullato paradossale di | gioia e dolore, di coraggio i politico e di frustrazione castrense quello che sta accadendo nel Libano del Sud. Gli inglesi hanno una espressione efficace per defini�re questo tipo di situazione: it's a mess, è un bordello, Barak all'inizio del marzo scorso, annuncia il ritiro entro il 7 di luglio dal Libano. Precisamente da quella «fascia di sicurezza» creata nel 1985 per impe�dire ai guerriglieri sciiti hezbollahi di insidiane la sicurezza, giustappun�to, dell'Alta Galilea, «E' la vittoria delle mamme», scrivemmo allora In Israele, potenza atomica, paese postmoderno fra i più tecnologica�mente avanzali, sopravvive la fami�glia come cellula eticamente otnganica, e altres�resiste il senso della famiglia: è un fatto culturale mutua�lo dal Nord Europa ma anche dai paesi arabi, Israele è, per dimensio�ni, un paese piccolo ma psicologica�mente una grande famiglia. Dove ogni soldatino ha nome, cognome, indirizzo. Lo stillicidio (inutile) di troppe giovani vite perdute, la spro�porzione fra «costi e ricavi», sono state le armi con cui le mamme han combattuto la loro lunga battaglia per il ritiro dal Libano di Tshal. Il 10 di febbraio dopo la morte, mostrata in tv, forse deliberatamen�te, di cinque soldati israeliani vitti�me di incursori del «partito di Dio», David Grossman, l'autore del profe�tico Vettfogial/o scriverà: «Andarse�ne, Poiché occupiamo una terra altrui e l'esercito di un paese demo�cratico, condizionato da limili legali e morali, non vincerà mai contro guerriglieri che lottano per liberare la loro terra». Un mese dopo, l'an�nuncio di Barak; «Tulli a casa, entro il 7 di luglio». Invece lo sgombero viene inopinatamente anticipato e oggi un immenso straripar di gioia accoglie i soldati che tornano in patria Certo, la gioia sa d'amaro poiché Israele è un paese di centurio�ni vittoriosi. «Ci stiamo ritirando con le braghe calate», è il titolo d'un giornale popolare, E il quotidiano più diffuso: «Umiliati», titola, con�cludendo: «Abbiamo perduto il giub�botto antiproiettile». Invece, poiché il giubbotto era oramai una groviera, assistiamo al trionfo della ragio�ne. Sull'altare della quale, com'è nella Storia, vengono sacrificati in�nocenti e non. Fuggono, disporati, gli abiianti di quei villaggi frequentali dagli hezbollahi: fuggono i maroniti che per esser cristiani temono, non a torto, la violenza dei guerriglieri sciiti. E per i collaborazionisti, i miliziani del generale Lahad. il quisling col conto e la villa in Svizzera, per quelli dell'Asl e la fine. Pochi dei 2600 sul foglio-paga di Israele ri�mangono, fatalìsticamente. E c'è chi si arrende sapendoche verrà sgozza�lo. Tutti gli altri, in rolla, premono alla porta del padrone; Israele. E cosi accade che nel martorialo Liba�no del Sud soffi il vento giallo della sciagura; lo slesso che invest�gli impuberi «repubblichini» mollali dai tedeschi, lo stesso che vorticava a Saigon durante la precipitosa Isinanco indecorosa) fuga degli ameri�cani. Con la «fascia di sicurezza» in frantumi, lo scenario mediorientale dopo la piccola ma sanguinosa inlifada dei giorni scorsi, dopo l'ennesimo ali ai negoziali di pace (proprio quando Arafal aveva accettato di fare del polveroso sobborgo di Abu Dis la «sua Gerusalemme»), appare foriero di più grande tragedia. Ma se davvero, come vogliono fonti sinora ineccepibili, il ritiro dal Libano è (politicamente) blindato, la trattati�va prima o poi ricomincerà. Questo non vuol dire che la pace sia dietro l'angolo ma neppure che si debba pensare ai suoi funerali, Barak non è Babin, epperò come tutti i veri soldati al a guerra preferisce la pa�ce. Anche perché se scoppiasse un nuovo conflitto, Israele lo vincereb�be, sì, col rischio, però, di perdere il bene supremo della propria, irripeti�bile, identità. It's a mess: e tuttavia un briciolo di ottimismo ci viene dal football. La «partita del cuore» fra palestmesi e israeliani prevista per stasera all'Olimpico di Roma potrebbe esse�re un buon segno, Arafal non giuochera e nemmeno Peres ma, forse, ci saranno, A tifare per la pace. SERVIZI D'B»quli, Gtignetti Mollniti e Nlrenttela ALLE PAGINE 8 E 9 FARE IL TIFO PER LA PACE IN GALILEA

Persone citate: Barak, David Grossman, Lahad, Peres, Tulli