Tutti all'Opera

Tutti all'Opera «L'incoronazione di Poppea» in scena al Maggio e «Le nozze di Figaro» a Venezia | P Tutti all'Opera Eros e delitto Paolo Gallatati FIRENZE Grande spettacolo al Màggio con «L'incoronazione di Poppeai(1642) allestita da Luca Ronconi, scene e wstiiini di Mat^herita Halli e Vera Marzot. La recitazione, innanzitutto. Il lavoro sui cantanti e stato capillare, capace di portarti alla luce tulli i gesti suggeriti dal recitar cantando di Monteverdi, talmente plastico da .scolpire caratteri ira i più potenti di tutta la sluria dell'opera. Si è quindi squadernato davanti ai nostri occhi lo spaccalo di vila che eroinpi.' dalla musica con la slessa for/a realistica con cui la pittura di Caravaggio, qualche decennio prima, aveva sconvolto la pittura; e questo sin dalla prima scena in cui Poppea e Nerone, dopo la notte d'amore, si concedano scen�dendo una scala, con lei che gli si avvinghia, molle e sinuosa, folgorala da Ronconi in quella sensualità che non troverà riscontri), nella storia del melo�dramma, fino a Carmen e I.ulu. Ma tutto in questa regia, iiionleverdiaua al cento per cento, mira a rendere lo molte realtà tratteggiate dal meraviglio�so iihieiiu dàll'avvocaU) Husenello, un libertino della vemviana Accademia degli Incogniti, che nella corti'di Nerone, tra ei ose delitto, fa convivere ironico e sarcastico, sublime e triviale, tragico e beflordo Bisogna vedere che meraviglioso lavoro ha fatto il regista sul dolore disperato di Ottavia, regina ripudiata, e sulla sua spregiudicala volontà di vendetta; con quale spirilo ha tratteggialo la scettica e slrafollenlu nutrice Arnalla; la vivacità di Drusilla, confidente di Poppea, la capricciosa prepo�tenza di Nerone, la debolezza di Ottone, la ieratica severità di Seneca sbéffeggiato dal Valletto. L'idea è quella di rappresentare Roma come eterno luogo di macchinazioni e corruzioni, litemo, quindi attuale. Ecco dunque una parte dell'azione svolgersi in abili moderni: il Valletto e la Damigella che si strusciano in giubbotti e minigonne, i ragazzi di borgata che giungono in molo, le quattro automo�bili Anni 50 che scendono dal soffitto a simulare un parcheggio metropolitano tra le rovine di Roma antica. Il lutto con leggerezza e spirilo in uno spettacolo che accompagna le tre oro di musica con un movimento continuo di colonne, enormi architet�ture antiche, busti di romani illustri, troni, e cosi via. Ma al centro, come deve essere, c'è pur sempre l'uomo che si qualifica nel gesto, nel canto, nella parola. L'esecuzione musicale e ottima, il direttore Ivor Bolton realizza con (lochi archi. Ire cembali, due chitarroni, bassi di viola, un'arpa, le parli strumen�tali trasmesse dai due manoscritti di Napoli e Venezia. Sul palco Verinoca Cangemi, Maria Jose Tmllu, Monica Bacelli, Elena Zilio, Giorgio Surian sono allori e cantanti meravigliosi, capaci di far intendere il lesto con massima chiarezza, olliinamente affiancati da Sarah Connolly e Sara Mingardo. Come si vede, sono ((nasi tulle donne, perché rosi voleva l'uso degli evirali, che Monleverdi impiega, però, giustificandoli psicologicamente: Ne�rone ad esempio e un capriccioso efebo che Ronconi presenta travestilo da donna, aggiungendo un tocco di perversione sessuale. Ma mila l'opera, nella sua spregiudicatezza libertina, mostra il bene e il male .strettamente collegati e un'assenza assoluta di giudizio morale. Di qui la sua presa teatrale che ha prodotto l'altra sera un successo vivissimo e prolun�galo perniiti. Ronconi smagliante con i suoi libertini Luca Ronconi ha reali-v.ito a Tirenze un grande spettacolo lavoi.iiiili, iprattutto sui cantanti

Luoghi citati: Caravaggio, Firenze, Napoli, Roma, Venezia