«Aids, l'Italia ha evitato la catastrofe» di Marina Verna

«Aids, l'Italia ha evitato la catastrofe» Presentata la Conferenza intemazionale, allarme nel Sud del mondo: ogni giorno ci sono quindicimila nuove infezioni «Aids, l'Italia ha evitato la catastrofe» I morti sono scesi dai cinquemila ai duecento Vanno Marina Verna ROMA Quando la storia dell'Aids comin�ciò, quasi vent'anni fa, sembrava una piccola cosa che colpiva una piccola comunità, i gay delle metro�poli americane. Poi la malattia si allargò ad altri gruppi i tossicodi�pendenti, gli emofiliaci, i poUtrasfusi ma sempre a cerchi concentrici, dando l'illusione che si potesse re�stame fuori. I fatti hanno dimostra�to che cos�non è, i cerchi s'interseca�no, 0 contagio galoppa fino ai neona�ti. Certo, conosciamo le modalità di trasmissione e dunque possiamo cautelarci. Ma i danni dell'Aids non sono solo sanitari. Se il presidente degli Stati Uniti dice che l'epidemia in Africa è tale da destabilizzare anche il mondo occidentale, se la Banca Mondiale lancia un piano Marshall di aiuti ai popoli africani. se le Nazioni Unite convincono cin�que case farmaceutiche a ridurre dell'85 percento il prezzo dei farma�ci anti-Aids per i Paesi in via di sviluppo, è perche la decimazione di generazioni giovani e produttive è una catastrofe economica e socia�le ovunque essa avvenga: la globa�lizzazione la dissemina come qua�lunque altra merce. Ogni minuto il virus dell'Aids provoca nel mondo 10 nuove infezioni. 15 mila al gior�no. Di questo si parlerà nella XUI Conferenza intemazionale dell'Ai�ds in programma a Durban, Sudafri�ca, in luglio. E di questo si è parlalo ieri nella conferenza stampa dei virologi Stefano Velia deirislituto Supcriore di Sanità, prossimo presi�dente della Società Internazionale dell'Aids (lasl. e Jocp Lange, del�l'Università di Amsterdam. In Italia l'Aids è apparentemente sotto con�trollo. «La catastrofe è stala evitala dice Velia -. Nessuno si aspellava un successo di questo genere. Dal 1996, quando fu introdotta la tera�pia antiretrovirale, a oggi i morti sono scesi da 5.000 a 200 l'anno». Tulio bene, dunque? Niente af�fatto, «In Africa si muore perché non ci sono né i farmaci né la cultura della malattia, qui i pazienti non reggono la cura, che è comples�sa e richiede molta disciplina. Dopo due-Ire anni danno segni di insoffe�renza, non sopportano più gli effetti collaterali». La ricerca non si ò certo fermata agli attuali retrovirali. E mentre prosegue sul difficile fronte dei vac�cini quasi tulli ancora allo stadio di sperimentazione sulle scimmie, e dunque attesi tra una decina di anni cerca anche nuove vie di attacco al virus. Intanto, per utilizzare in mo�do più efficace i farmaci a disposizio�ne, punta su un alleato messo un po' in disparte in questi anni, il sistema immunitario. «Abbiamo notato di recente spiega Velia che i pazien�ti che interrompevano per qualche tempo il trattaniento, alla ripresa mantenevano comunque un'ottima risposta. Fora'1 curiamo l'Aids più di quanto non sia necessario». Di cpii l'idea di «interruzioni strutturate di terapia» di quattro mesi: per non tormentare troppo il corpo con gli effetti collaterali e lo spirilo con la disciplina quot idiana, e per dar mo�do al sistema immunitario di ripren�dere il suo lavoro. Le soluzioni dei giochi sono rinviate per nuincdnzd di spazio ■MMHnmwrv.. Lue Montagnier (foto) nel 1983 ha identificato nel sangue dei malati il virus che causa l'Aids. fu chiamato Hiv

Persone citate: Lange, Montagnier

Luoghi citati: Africa, Amsterdam, Italia, Roma, Stati Uniti