D'Antoni: Poli addio, ecco il mio centro di Amedeo La Mattina

D'Antoni: Poli addio, ecco il mio centro D'Antoni: Poli addio, ecco il mio centro Il leader della Cisl in campo: devo scegliere con chi stare Amedeo La Mattina ROMA «Con il fallimento del referendum elettorale è finito il bipolarismo imperniato su centrodestra-centro�sinistra. Ora possono nascere Poli diversi e non è detto che alla fine sarò alleato con la sinistra: onnai niente è più scontato». Neanche la nascita di un Terzo Polo democri�stiano? «Neanche. E poi non capi�sco perché certi commentatori, i cosiddetti opinion maker che non hanno capilo nulla di quanto slava accadendo, ce l'hanno tanto con la De! Tranne il buco nero degli Anni 80, la De ha garantito 30 anni di crescita, ha fallo dell'Italia la quin�ta potenza mondiale, ha garantito la libertà degli italiani e la crescita della società civile, ha dialogato con il più forte movimento sindaca�le europeo...». E' appena finita la conferenza slampa, ma un raggiante Sergio D'Antoni è ancora un fiume in piena. Spiega che prima di sceghere i compagni di strada vuole sapere tre cose: quale modello istituziona�le per la slabilità di governo, quale legge elettorale per il plurahsmo delle forze politiche, quale modello di democrazia economica per con�sentire la partecipazione dei lavora�tori. Completo grigio chiaro, cravat�ta blu, sorriso indelebile stampato sul volto mediterraneo, D'Antoni atterra nella sede della Cisl con un'ora di ritardo, circondato dal suo stato maggiore al gran comple�to. Alla sua destra si accomoda il segretario vicaria Savino Pezzetta che tra qualche settimana prende�rà le redini del sindacato bianco, quando lui davanti al Consiglio generale rassegnerà le dimissioni per dedicarsi anima e corpo alla pohtica. Ieri c'era l'atmosfera degli stori�ci annunci, di un Polo nascente o di un centro che prende il sopravven�to sulla sinistra. E da un capo all'altro della capitale è stalo un susseguirsi di conferenze stampa, telefonate, piani di battaglia in chiave proporzionahsta. Con gior�nalisti, fotografi e leleoperalon che correvano da una sede all'altra laddove alberjano gli spezzoni del'ex De, pronti a immor�talare la «nuova era del Centro», la rinascita del�lo scudocrocialo sulle ceneri dell'odialo mag�gioritario. In un sonnecchioso pomeriggio pri�maverile, bisognava avere il dono dell'ubi�quità per slare dietro al florilegio dei vincitori dell'astensionismo: a via Po parla D'Antoni di «Terza Repubblica», nel�la sede dell'Udeur c'è Mastella che ripete ai distrutti Ds di passare la mano della leader�ship al «Nuovo Centro», a Piazza del Gesù Casta�gnetti festeggia lo scam�pato pericolo del refe�rendum schiaccia ce�spugli. E sul filo del telefono incro�cia con Mastella le perplessità di fronte alle dichiarazioni di D'Anto�ni, o-i— Infatti, i fratelli del Centro non hamio ancora un obiettivo chiaro comune. Castagnetti e Mastella non hanno capito bene cosa vuole fare D'Antoni. «Non possiamo met�tere in discussione dice CastagnetIl leader d ti mentre si fa una vasca in Transa�tlantico l'opzione del centrosini�stra. L'aggregazione di centro può -essere a geometria variabile, con un nucleo iniziale in grado di am�pliarsi, ma comunque tra parliti omogenei». Le alleanze non si pos�sono scegliere dopo: equeslo Casta�gnetti lo dirà oggi a D'Antoni in un colloquio a quattr'occlii. E non ci sono «troni» pronti o «guide rosse» solo per il capo della Cisl, dicono i collaboratori del segretario Ppi, il quale frena D'Antoni, che conside�ra «una personalità preziosissima per il centro, cosi come ci sono altre personalità di uguale statura». Insomma, non è tutto oro quello che luccica dalle parti del contro. Lo stesso Mastella, ieri particolarmonto pimpante, accelera l'aggre�gazione con il Ppi, assicura di voler rimanere nel centrosinistra, ma poi dice: o i Ds lasciano ài moderali la juida della coalizione ojftldeur avorerà alla «destrutturazione dei due l'oli"-. Mastella gesticola più del solito, dice che bisogna ixirtare la quota proporzionale al 50"u, toc�ca il cielo con un dito e si permette di essere sprezzante con la Quer�cia: «I Ds, che finora hanno cercato di fare del cannibalismo politico contro di noi, adesso devono stare al fianco del Centro». Lascia la sede del partito e piomba alla Camera e qui continua la sua arringa: «La .sinistra deve dirci quello che vuole fare. Se l'idea è quella della rasse�gnazione e di andare all'opposizio�ne..,, beh. ognuno prende la pro�pria strada». La confusione è au�mentata quando un Pa�risi, da piazza Santi Aposiali, mogio mogio per la disfatta del referen�dum, apre all'ipotesi ili un rassembìement dei non diessini, escluden�do però Mastella e IVAntoni affetti da «tentazio�ni terzaforziste», Intanto D'Antoni va per la sua strada e sulla legge elelloralf dice di non volere l'indicazio�ne del premier. Un'al�tra cosa che diverge da�gli altri interlocutori del Centro. Dice chiaro e tondo di non pensare alla politica dei due for�ni ii delle mani libere. Dice di più: «La pizza la voglio cucinare nel mici l'omo, e non in quello degli altri». Parla di autonomia, di passione della politica e si schermi�sce quando mia giornalista gli din che è «naia una nuova stella».'!-; prima di salire nel suo ufficio fa cadere l'ultima frase: «Se uno dei due Poli non sceglie il modelli) istituzionale ed economico che indi�co, allora faremo in modo che si realizzi comunque con chi ci sta». Sulla legge elettorale non c'è ancora una intesa tra gli spezzoni della ex De Mastella insiste «A noi la leadership del governo, altrimenti perderemo sempre» Castagnetti al sindacalista: «Le alleanze non si decidono dopo» Il leader della Cisl Sergio D'Antoni II segretario del Ppi Pierluigi Castagnetti Clemente Mastella

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