Veltroni: «Sono pronto a dimettermi» di Antonella Rampino

Veltroni: «Sono pronto a dimettermi» Veltroni: «Sono pronto a dimettermi» «Mo» di tutta la segreteria Ds. Par condicio, appoggio ad Amato Antonella Rampino ROMA Al terzo day after di Botteghe Oscu�re, alla terza [josante sconfina, il roferondutn dopo le europee e le regionali, Walter Veltroni ha messo le proprio dimissioni sul tavolo, e gli sono .staio respinte. E' la sera di un duro giorno, rome recita una canzo�no dei Beatles, ma in quanto ai rapporti con un presidente del Consi�glio elio, già al mattino, addirittura apriva al sistema proporzionale tan�to caro a Berlusconi, Veltroni sem�bra muoversi in sincronia metodolo�gica, «I.a logge sulla par condicio? Corto che si può rivedere: si può, piuttosto che dare provalenza ai partiti, darla alla coalizione, ma naturalmente por farlo occorre pri�ma una nuova legge elettorale. E quosto intendeva il presidenti! del Consiglio noi dichiarare che si può rimoller mano alla legge». Quella dopo la sconfitta al refe�rendum è solo una prima giornata di decantazione, sarà il lemixi a dirla tutta nulla tenuta dei diesso in una situazione che a lutti gli osservatori paro nienti! di meno che drammati�ca, ma Veltroni mantiene come sem�pre i nervi salili, no, non c'è stata sconfina, «noi ci siamo tenuti defila�ti», mentre tulli sanno che il segreta�rio e D'Alema si sono invece, come sempre, impegnati a l'ondo. Nel ri�spondere ai giornalisti, Veltroni fa quel passaggio sulla par condicio, sulla quale a sorpresa Amato ha già lascialo intravedere aperture. E mentre da Palazzo Chigi si offre a Herlusconi un tavolo di trattativa bipartisan sulla legge elettorale. Voitroni rendo concreto il messaggio, «se accettate di discutere con noi della legge elettorale, la par condicio si può rivedere». E si può rivedere in una logica di coalizione: con buona pace dei lerzaforzisti centristi, il bipolarismo non si tocca. Cosa che del resto il segretario ii Botteghe Oscuro ripeto in conferenza stampa mentre, prendendo atto dell'esito del referendum, «siamo in una fase nuova», sottolinea come non sia più possibile «ampliare il maggiorita�rio». Dunque, poiché «è da accoglie�re l'appello dol presidente Ciampi e la disponibilità di Amalo per una nuova legge elettorale», essa dovrà poro rispondere a tre requisiti, ovve�ro «favorire il bipolarismo, garantire attraverso un premio di maggioran�za la stabilità del governo, ed evitare il ritorno al volo di preferenza, mantenendo i collegi uninominali». Ma nel chiuso della riunione Veltro�ni ha parlato del metodo delle elezio�ni provinciali, già ribattezzalo come il «provincellum» e meglio nolo co�me «Talarellum», e lo na fatto nel passaggio dedicalo ai rapporti tra la sinistra della coalizione. Perché «con Rifondazione dovremo impara�re a dialogare», dice Veltroni non senza aver tiralo le orecchie a Berti�notti reo di eccessiva esultanza per il risultalo del 21 maggio. E con gli altri, con i Comunisti italiani e con i Verdi, «occorre trovare forme di convergenza» anche sulla legge elet�torale. Ma i problemi più consistenti Veltroni sapeva che li avrebbe avuti, il giorno dopo la terza pesante scon�fitta, con la sinistra interna al suo stesso partito. Cosi, parando il colpo prima ancora che venisse sferrato, ha aperto la riunione chiedendo «Avete l'esigenza di un nuovo segre�tario?» «Una cosa assurda» protesta Gloria Buffo con i giornalisti, «e a voi ha anche detto che sono state respin�te all'unanimità». Walter ha saltato tutti i passaggio politici in modo da fame una questione personale, rin�cara la dose Fulvia Bandoli, mentre squillali telefonino di Buffo: è Mar�co Fumagalli che aggiunge «.. .e quan�do si pongono le questioni sul piano personale è per evitare di risolver�le». Quello che è accaduto è che Veltroni «in relazione al fatto che siamo in una nuova fase politica» ha «messo a disposizione il mandalo». Tutti gli hanno risposto che non se ne parlava proprio. Gloria Buffo, quand'è stalo il suo turno, ha rileva�lo che «il problema non è la tua segreteria, ne quello di altri nomi al tuo posto, ma di linea politica, abbia�mo necessità di una discussione pohtica che ci porli, enlro l'estate, ad un'assemblea congressuale». Uscita dalla riunione. Buffo lamenta che «ollrelullo, la segreteria non è organo che possa decidere delle di�missioni del segretario», che è appe�na stato eletto, e per la prima volta a votazione diretta, tanto che lo statu�to di Botteghe Oscure prevede, per bilanciarne i poteri, proprio l'assem�blea congressuale, il parlamento del partito. Ma, visto che neanche que�sto organismo è abilitalo a decidere il nome del segretario, è come se la sinistra di Botteghe Oscure avesse chiesto a Veltroni di restare al suo posto, ma mettendone in discussio�ne la linea politica. A questa strate�gia, Veltroni ha risposto ottenendo una «riconferma», e assicurando «il più ampio dibattito tra i segretari di federazione, e in direzione naziona�le». E l'assemblea congressuale, han�no ancora chiesto Buffo e Bandoli? Si vedrà, è stata la risposta. Il leader della Quercia «Tre condizioni per la riforma: bipolarismo, stabilità garantita dal premio di maggioranza, collegi uninominali (no alle preferenze)» A destra Veltroni e Occhetto al congresso Ds tli Torino svoltosi a inizio gennaio

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