«Sì alla riforma, ma entro un mese»
«S�alla riforma, ma entro un mese» «S�alla riforma, ma entro un mese» Berlusconi: il centrosinistra faccia la prima mossa ROMA In ossequio al Capo dello Slato (con cui, se vincerà le elezioni, dovrà convivere per cinque anni) Berlusconi non si sottrae al con�fronto sulla riforma elettorale. Pero vi partecipa con l'aria di chi vuol vedere se è possibile ricavar�ne un buon affare politico. In quel caso, e solo in quello, sem�bra disposto a siglare con la maggioranza un'intesa limitata e circoscrìtta. Altrimenti, nemici come prima, liceo allora spiegata la chilo�metrica lista di condizioni detta�te ieri dal Cavaliere in un'intervi�sta telefonica a Studio Apprto, interrotta sul più bello da un'ir�ruzione nel suo studio di Arcore di tre operai con carriola e calci�na che stavano lavorando sul terrazzo della villa. Per un atti ino Berlusconi ha smarrito il filo del discorso, credendo d�essere su Scherzi u parie. Poi, riavutosi dalla sorpresa (e allontanati gli intrusi), ha piantato i suoi palet�ti. Primo: il tentativo di accordo durerà al massimo un mese, per non consumare quel poco che resta della legislatura. Secondo: l'iniziativa ha fallo intendere dovrà partire dal centrosinistra, e si illudo chi pensa che lui farà la prima mossa. Terzo, senza la par condicio sarebbe inutile per�der tempo a discutere. Quarto: dopo l'eventuale legge elettorale, si vada subito al volo, (minto: la riforma deve ancorarsi al modelio tedesco, cioè sistema propor�zionalo con soglia di .sbarramen�to al 5 per cento, indicazione del premier e premio di maggioran�za. Berlusconi, la sera del trionfo astensionista, aveva avanzalo una sesta pesante richiesta: via Amali), al suo posto nasca un governo tecnico. Ma lo slesso premier ieri ha chiarito che non intende alfallo dimettersi, n il Cavaliere ne ha tratto cattivi auspici: «Questo governo non si muoverà, la sinistra vuole tenere le mani sul potere...». Dalle parti di via del Plebiscito domina un certo scetticismo. Le aperture di Amato su par condicio e sistema tedesco sono sembrale troppo timide. E nessuno, tra i collabora�tori del leader, crede davvero che sia possibile trovare un'inte�sa con quelli di Botteghe Oscure. Beppe Pisanu, presidente dei de�putali azzurri, dichiara aperta�mente quello che il Capo pensa: «lì' arduo immaginare che Ama�to possa fare da catalizzatore a un problematico rilancio de! dia�logo sulle riforme,,.», Omie se non bastasse, il solito sondaggio ha rivelalo che, su dieci elettori di Forza Italia, ben nove hanno scello di «slare a casa per mandarli a casa», come recitava lo slogan berlusconiano. Significa che nella base c'è gran voglia di opposizione. E trattare adesso con il governo potrebbe apparire un «inciucio». Infine (sussurrano i consiglieri del Prin�cipe): per quale motivo Berlusco�ni dovrebbe privarsi del sistema attuale, il «Mattarellum», che gli garantisce sulla carta la totalità dei seggi del Nord? «Berlusconi sa che un domani il modello tedesco gli darebbe più strumen�ti per governare», ribalte il pro�fessor Urbani, «dunque, non si lascerebbe sfuggire l'occasione di essere lungimirante». Ma per realizzare il cancellierato, il Ca�valiere deve prima passare sul corpo di Bossi, che teme di perde�re il suo potere di velo. Non a caso, il fido Maroni ieri ha colpi�to duro, con un aitola a «scambi o baratti con la maggioranza tra par condicio o materie che riguar�dano le tivii e la legge elettorale». Gli ha replicalo Paolo Bonaiuti: «Maroni nutre preoccupazioni ingiustificate. Non ci sono né ci saranno concessioni, sconti o baratti». Però la Lega è in allar�me, ed è la prima volta da quando Berlusconi e il Senatùr hanno rifatto pace. In compenso, si è rasserenato il clima all'interno del Polo. Fini e Casini hanno mollo gradito quel passo dell'intervista a Stu�dio Aperto, dove Berlusconi ha chiarito i rapporti coi centristi della maggioranza: «Se questi partiti riterranno di unirsi a noi, Denvenuti. Ma non c'è alcuna possibilità che venga meno l'esperienza del bipolarismo», ha aggiunto. Come dire: i miei allea�ti stiano tranquilli, non intendo rimpiazzarli con Mastella e D'An�toni, [u.m.l Il Cavaliere detta le condizioni: parliamo anche di par condicio Il leader del Polo Silvio Berlusconi
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