L'Italia è di nuovo sotto tutela dovrà limitarsi a piccoli sgravi di Stefano Lepri

L'Italia è di nuovo sotto tutela dovrà limitarsi a piccoli sgravi L'Italia è di nuovo sotto tutela dovrà limitarsi a piccoli sgravi Stefano Lepri HOMA «L'Italia è di nuovo sotto tutela» confessa una voce dalle stanze del governo. Magari nei titoli dei giornali, o nella mentalità nazio�nale sempre pronta ad aulodenigrarsi, o nella polemica politica che invoca sempre le brutte figu�ri! con gli stranieri a conforto proprio, l'immagine dell'IUdia pe�renne ultima della classe è persi�stila senza interruzioni. Ma per chi partecipa alle riunioni di Bruxelles e di Francoforte il mu�tamenti) è sensibile, rispetto ai mesi precedenti, Nei centri di decisione dell'Eu�ropa, per un certo periodo il risanamento del bilancio italiano sembrava esser stato preso definltivamente per buono; tanto che tra i tedeschi, sempre pronti a diffidare, qualcuno se ne dole�va. Ora, la rinnovala instabilità politica riporta lu finanza pubbli�ca dell'Italia al centro dell'atten�zione. È non si trovano ottimisti disposti a sostenere che il docu�mento uscito ieri da Bruxelles sia rituale b irrilevante. Pare infatti che, nell'ultima riunione dell'Ecofin il ministro del Tesoro Vincenzo Visco (pur rigorista all'interno del governo) si sia esplicitamente lamentalo di cpiesti mutali umori, definen�do improprie certe raccomanda�zioni ora che i conti dell'Italia non sono affatto i peggiori fra tutti i partner. Ed è avvertendo questo clima che il governo Ama�to ha deciso di stilare un «Upef» (documento programmatico plu�riennale) pruderne al massimo, conscio del rischio di fare da bersaglio di un tiro incrociato, forse anche du capro espiatorio se la debolezza dell euro perdure�rà fino a giugno. Da quando «l'euro protegge l'Italia dall'essere sanzionata con crisi monetarie e ulti lassi di interesse» in caso di instabilità eli governo, aveva attaccalo una decina di giorni fu il quotidiano tedesco hrcmkfurter Allyemeinv «i politici italiani sono tornati ai loro vecchi comjwrtamenti». Le preoccupazioni sono spesso equa�nimi nei confronti cu entrambi gli schieramenti politici: il cen�trosinistra oggi potrebbe ssere indotto alla finanza allegra dalla paura di perdere le prossime elezioni, il centrodestra dopo averle vinte potrebbe esser tenta�to di rinnegare gli impegni di austerità presi dalla coalizione rivale o, come è scritto in un recente rapporto della Deutsche Bank, essere indebolito dalle ten�sioni tra la Lega e Alleanza nazio�nale. Il primo obiettivo di Bruxelles è di evitare che siano spesi i lauti incassi che si potranno, come in lutti gli altri Paesi, ottenere dalle licenze dei nuovi telefonini Umts. Alla Francia, mugugna qualcuno nell'attuale maggioran�za, sarà pennesso di usare il ricavato por riassestare in modo indolore il sistema pensionistico; all'Italia no. Ma la Francia ha il debito pubblico accumulato al di sotto del limite di Maastricht, l'Italia è ancora quasi al doppio, si risponde da Bruxelles. Una specie di supplizio di Tantalo, vedere entrare in cassa una cifra immensa (ora c'è chi parla di 40.000 miliardi di lire, equivalen�ti a un insperato pareggio di bilancio nel 2000) e non poterla usare. Più in generale, le regole collet�tive messe per iscritto dall'Ecofin e ora rivelate stabiliscono che le riduzioni di imposte non com�pensate da tagli alle spese saran�no permesse solo ai Paesi con bilanci vicini al pareggio o addi�rittura in attivo; e che anche in questo caso non dovranno essere «procicliche» ossia avvenire in fasi di ripresa per l'economia. Per giunta l'Italia e il Belgio, che hanno un debito accumulato an�cora molto allo, dovranno in ogni caso dare priorità alla riduzione del debito rispetto alla riduzione del carico fiscale. E' quindi limi�tata la capacità di qualsiasi coali�zione politica di promettere agli elettori «meno tasse». Nessun margine per nuovi sgravi fiscali? Qualcosa si potrà fare nonostante tutto, si sostiene nei ministeri economici. Ma non si andrà molto oltre ciò che il ministro delle Finanze Ottaviano del Turco ha già anticipato: esen�zione totale della prima casa e qualche altro ritocco all'Irpef. Il nodo resta il debito Bruxelles non vuole che si spendano con altre finalità i soldi incassati dalle vendite delle licenze Umts

Persone citate: Eco, Ottaviano Del Turco, Vincenzo Visco