D'Antoni: chiusa una stagione politica di Roberto Ippolito

D'Antoni: chiusa una stagione politica D'Antoni: chiusa una stagione politica «Sui quesiti sociali un successo anche grazie alla Cisl» Roberto Ippolito NOMA E' il primo pomeriggio di una tranquilla domenica referen�daria. Il segretario della (lisi Sergio D'Anioni è costretto a trascurare lo sport, ohe lo assorbe sempre piii, con le presidenze della squadra di pallacanestro rli Roma e del Palermo calcio. Si sta goden�do in famiglia un'altra parli�la, quella delle siale consul�tazioni popolari. l primi dati sull'affluenza alle urne già fanno intravede�re il mancato raggiungimen�to riel quorum, la nullità dei referendum per la scarsa partecipazione al volo. K D'Antoni, che si è sbracciato per giorni incitando all'asten�sionismo, pregusta il succes�so: «Mi sembra difficile che il quorum possa essere cen�trato», confida. Ma deve pazientare fino alle 23 per essere sicuro del verde-ilo 0 lasciarsi andare all'entusiasmo: «Un risulta�to splendido dice che segna la sconfina dei referen�dari e del modello di società che hanno proposto. Un mo�dello che f'.li italiani hanno rifiutato in maniera inequi�vocabile. Si e chiusa una stagione politica e se no apre una nuova». D'Anioni ha un c-n plein da festeggiare (il quorum salta�lo e la sospirala bocciatura dei referendum sulla quota proporzionale e sui licenziamenli) ina ha anche il doma�ni da preparare. Il leader della Cisl aveva fatto capire che un'eventua�le vittoria dei sostenitori del maR).jioriiario avrebbe rallen�talo il suo progetto di lanciar�si in politica e di diventare un nuovo punto di riferimen�to del centro dello schioramento. Ora che l'estensione del magfjiorilario non è pas�sala grazie agli assenteisti, D'Anioni non può più slare in bilico Ira sindacato e poli�tica. Dovrebbe essere pronto al grande passo: rinunciare alla segreteria della Cisl e tentare un'altra avventura. Dai referendum può ricavare la convinzione che in questo momento ci sia lo spazio per una nuova iniziativa politica che lo abbia come protagoni�sta. D'Antoni è pronto? Una risposta, dopo il successo de 11'operazione referendum, ó inevitabile. Lui intanto e all'attacco dicendo che resi�lo dei referendum rappresen�ta la fine della «stagione del bipartitismo e delle ammuc�chiate» e il rifiuto del maggio�ritario, «un modello di socie�tà senza parlili e senza sinda�cali». Onesto rifiuto per D'Antoni è espresso «dal 70 per cento degli italiani che non sono andati a votare, una cifra che fa impressio�ne». La bandiera dell'astensio�nismo è stata sventolata dal leader della Cisl in dissenso con il segretario della Cgil, Sergio Cofferati, e con quello della Uil, Pietro Larizza, che hanno sollecitato gli elettori a votare No al referendum sui licenziamenti. I pochi elettori che si sono invece presentati alle urne hanno comunque respinto la richie�sta di abolire la possibilità del reintegro del lavoratore nell'azienda che l'ha espulso senza giusta causa. Secondo il primo sondag�gio realizzato dall'Abacus per la Rai, i no oscillerebbero dal 68 al 72 per cento. Qualo�ra fosse stato raggiunto il quorum, il referendum non avrebbe cioè dato un risulta�to positivo, come chiesto dai sindacati. La Confindustria invece si era battuta per il Sì. «Io sono andato a votare», racconta Larizza, «perché so�no convinto che bisognava battere i referendari recando�si alle urne; il quorum non è stato raggiunto, ma i referen�dari hanno perso lo stesso». Ora secondo Larizza è neces�sario fare «presto le riforme necessarie a partire da quel�la elettorale». E per quanto riguarda il quesito sui licen�ziamenti viene considerata scontata la bocciatura per�ché era «ingiusto e cattivo». I tre sindacati confederali hanno giocato separatamen�te, confermando anche in occasione dei referendum quanto sia lontana l'epoca dell'unità d'azione. Solo la Cgil ha promosso un comita�to per il no la cui sede è stata allestita in via Palestro. Per il segretario confedera�le Walter Cerfeda «è stata vinta una battaglia di grande civiltà». Giorgio Cremaschi, segretario piemontese della Fiom, l'organizzazione dei metalmeccanici, si dichiara «felice per il risultato». Cre�maschi parla di «sconfitta clamorosa per il partito refe�rendario e, in particolare, della Confindustria». Chiuso il capitolo referen�dum restano le divisioni sin�dacali. Con la Cgil polemizza Savino Pezzotta, numero due della Cisl e destinato a salire sul gradino più alto, invitandola a «riflettere» sul risultato del referendum per le trattenute delle quote sin�dacali. Secondo il sondaggio Abacus, i S�sarebbero stati tra il 62 e il 66 per cento. Sarebbe stato un risultato decisamente sgradito per i sindacati: è stato evitato gra�zie al mancato quprum, gra�zie all'astensionismo di cui la Cisl rivendica il merito. Il segretario della Cisl Sergio D'Antoni

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