Donne musulmane, cristiane ed ebree conversano nell'harem, crocevia di culture

Donne musulmane, cristiane ed ebree conversano nell'harem, crocevia di culture Donne musulmane, cristiane ed ebree conversano nell'harem, crocevia di culture RECENSIONE Giuliana Morandini UNA giovane ragazza napole�tana giunge in Marocco sul finire delTSOO. Elisa Chimen�ti è figlia di un medico gari�baldino, insofferente alla politica post-unitaria italiana, ha cercato fortuna nel Nord Africa ed ora accoglie l'invito del sultano del Ma�rocco. Prima a Tunisi, poi a Tangeri, Elisa si immei-ge in una cultura cosmopolita e senza tempo, un luo�go dove l'antica tradizione musul�mana si incontra con le ambiziose ed invasive presenze europee. La sua storia altro non sembra di pri�mo acchito se non pura curiosità; eppure questa fragile donna sa en�trare profondamente in questo cro�cevia di culture e ne diviene attenta narratrice e testimone d'eccellenza. Al cuore dell'harem, presentalo da Emanuela Benini e Anissa Benzakour Chami, con una acuta nota di Maria Rosa Cutrufelli, è un libro che condensa la memoria di una vita, ed è altres�un gioiello di scrittura, di letteratura di «confi�ne», dove il confine è incontro tra visioni del mondo che vivono in stretta osmosi. Elisa scrive in fran�cese, lingua dello scambio colonia�le, e tuttavia in più punti ricorrono RECENSIGiulianMorandespressioni spagno�le ed echi del pluri�linguismo vivo nel�la capitale mediter�ranea che è Tangeri. In una trama beve come quella di una veste elegante e deli�cata si intrecciano vicende di donne, i loro incontri, emozioni e pensieri di una vita quoddiana ripetitiva e chiusa, eppu�re aperta su di un mondo che è un alveare di suggestioni, colorato e colmo di inebrianti avventure. Sono donne musulmane, cristiane ed ebree a prendere il tè nelle stanze profumate, e sono intente ai ricami ed alle chiacchiere, tessiture che scorrono egualmente rapide e legge�re. Si stnnge tra loro un'intesa curiosa, che cresce in complicità di affetti ma è pure segnata da invidie e gelosie. Le differenze etniche, religiose emergono forti, alimenta�no contrasti, turbamenti, impulsi aggressivi e tuttavia queste donne riescono a trovare una solidarietà straordinaria, fondata proprio su temi femminili. Donne arabe, berbe�re, francesi, spagnole, velate o non, scoprono affinità antiche ed acuta�mente attuali, sui sentimend e le concezioni della vita, e insieme mattono a fuoco riserve e diffidenze rispetto alle figure maschili. In que�sto risalire alle matrici di una civil�tà mediterranea, domino l'universo ONE ni dell'harem: l'usanza poli�gamica mette in effetti in evidenza l'iastabile condi�zione della donna, la cadu�cità di un potere affidato per tradizione alla giovi�nezza ed alla sua capacità di seduzione, e l'inevitabi�le confronto di una mo�glie con nuove spose o anche solo con concubine schiave e tuttavia superbe della loro bellezza e capaci�tà di dominio sessuale. Sottilmente Elisa coglie e descrive questa realtà quale metafora del destino femmini�le, estensibile da quella musulmana ad ogni cultura. Ed è proprio in una rispondenza di destini che queste donne, cosi diverse per provenienza e fede e convinzioni, trovano un linguaggio comune e animano lun�ghe conversazioni. Le voci che si animano attorno a tazze di bevande profumate e pastic cini e profumi delicati non racconta�no storie tutte lievi e capaci di svago, spesso evocano sofferenze, abbandoni o immagini tragiche, vendette che giungono a sopprime�re figli di amori rivali. Dietro il velo di una convivenza cortese, affiora un gioco di crudeltà, tra donne e uomini, ed anche tra donne, e tutta�via le tensioni tra donne sempre derivano da un abuso del potere maschile del quale l'istituzione ha�rem è l'effetto tangibile. Già questa consapevolezza assicura l'importanza del lavoro di Eli�sa. Ma la sua sorprendente originali�tà sta nell'aver saputo scrivere un racconto che è femminile non solo per i contenuti ma ben più per la struttura narrativa e linguistica. Da anni si discute se esista uno «specifico» della scrittura femmini�le: Elisa porta senz'altro un argo�mento a favore. La sua vena descrit�tiva è guidata da emozioni, da lampi di sensibilità. Nel racconto grande rilievo assumono i colori, i profumi, i suoni, tanto da creare un effetto erotizzato, e sottilmente inebriante nella cura di far vivere le atmosfere, il segreto delle case e dei patii, l'incanto dei mercati, la magia dei paesaggi di campagna e di deserto. Inoltre la partitura ha andamenti lenti, con ritorni circolari, segue il dipanarsi di una conversazione tra donne, e ne intercala i passaggi con canti o fiabe o memorie, non per abbellire quanto si narra ma per dilatarne la suggestione e slimolare i confini dei sensi e della fantasia. Gli anni in cui Elisa scrive, nel primo '900, vedono succedersi rapi�di rivolgimenti, mutamenti di atmo�sfera politica, trasformazioni cultu�rali profonde e irreversibili. Tutta�via il mondo che lei racconta è come sollevalo sullo scorrere del tempo; le sue pagine, cos�sognanti ed insie�me cosi lucide, divengono preziose per dare corpo ad una riilessione necessaria e moderna. Elisa Chimenti, testimone nella Tangeri fine '800 di un comune destino femminile, oltre le fedi religiose e le tradizioni: un racconto di memoria di suggestiva attualità Elisa Chimenti Al cuore dell'harem a cura di E. Benini, trad. di E. Meloni e M.P. tamburi mi. e/o, pp. 283. L 28.000 ROMANZO

Persone citate: Benini, Chami, Elisa Chimen, Elisa Chimenti, Emanuela Benini, Giuliana Morandini, Maria Rosa Cutrufelli, Meloni

Luoghi citati: Marocco, Nord Africa, Tangeri, Tunisi