Gli adolescenti trasgrediscono per farsi una «reputazione» di Franco Garelli

Gli adolescenti trasgrediscono per farsi una «reputazione» Gli adolescenti trasgrediscono per farsi una «reputazione» RECENSIONE Franco Garelli DI questi tempi, la violenza giovanile non fa quasi più notizia. La cronaca quotidia�na è piena di casi di «ragazzi bene che rapinano per noia», di baby gang che spadroneggiano nei quartieri delle grandi città, di giova�ni turbolend che piombano alle feste di compleanno non invitati, di minorenni che rubano auto e ingag�giano rally con le gazzelle dei carabi�nieri, del dilagare del bullismo a scuola, con il suo bagaglio di prepo�tenze e prevaricazioni. La presenza dei baby criminali contribuisce ad aumentare il panico collettivo nei confronti dei giovani, considerati da molti più una minaccia che una speranza per le sorti della società. Il fenomeno è più diffuso di quanto si pensi e travalica i confini nazionali. Tutte le nazioni occiden�tali sembrano afflitte da questo male, che si presenta come un costo sociale non previsto della moderni�tà avanzata. Dagli Usa, quasi ogni giorno ci giungono resoconti preoc�cupanti al riguardo, con molti mino�ri che si rendono protagonisti della cronaca nera. La tensione risulta alta anche in Inghilterra, come emeifje da un'ampia e approfondita indagine sulla devianza di tutti i giorni perpetuata dagli adolescenti. Due psicologi sociali, Nicholas Emler e Stephen Reicher, hanno messo sotto osservazione 1000 ra�gazzi dai 12 ai 16 anni che frequen�tano le scuole della città di Dundee, giungendo a risultati sorprendenti. Oggi i dati di questa ricerca sono a disposizione anche del lettore Italiano nel volume adole�scenti e devianza, in uscita dal Mulino, che si avvale di una prege�vole introduzione di Augusto Palmonari. Anche se nelle scuo�le analizzate prevalgo�no i figli di famiglie operaie, si tratta comunque di adole�scenti comuni, tra cui è stata rileva�ta una marcata propensione alla devianza. Ovviamente si ha a che fare con una devianza non estrema, proporzionata all'età, che segnala però un disagio diffuso e un bisogno di affermarsi attraverso la trasgres�sione e la violenza. Al riguardo, sono stati raccolti 5000 resoconti di RECENFraGa atti devianti, che indicano la fami�liarità degli adolescenti con scazzottomenti, imbrattamento di muri, rottura di vetri degli edifici scolasti�ci, furti nei negozi circostanti, scip)i, taccheggi, ecc. Ma al di là delle orme di violenza, ciò che ha colpito i ricercatori è stato il carattere ricorrente, la cadenza regolare per l'età adolescenziale di questi com�portamenti devianti. Il picco di que�sta pratica si riscontra intomo agli 11-12 anni, mentre dopo i 16 tende a diminuire. Altro che età dell'inno�cenza. Ma che cosa fa dell'adolescenza l'età più a rischio di devianza? Perché gli adolescenti sono affasci�nati dal a devianza? IONE co lli Fino ad ora la de�vianza adolescenziale (ma non solo quella) è stata spiegala come ef�fetto di un deficit, o nel processo di formazio�ne dell'individuo o nel�la capacità della collet�tività di far maturare un senso di appartenenza sociale. L'ipotesi di Emler e Reicher batte una nuova pista, partendo dalla constatazione che gli adolescenti che compiono furti, scippi e violen�ze varie, sono soggetti che non si vergognano delle loro azioni. Viene cosi smontato il mito del «peccatore segreto», secondo cui chi si macchia di reati è particolarmente attento a non farsi vedere e a cancellare le tracce del suo operato. La devianza adolescenziale agisce invece di fron�te a un pubblico, rappresentato dal gruppo di coetanei chiamato a san�zionare l'abilità di chi sfida la legge e le norme sociali. Si tratta dunque di azioni dall'evidente intento dimo�strativo, compiute da soggetti che attraverso di esse ricercano motivi di conferma di sé e di appartenenza ad un gruppo sociale. Già il bisogno di avere un pubbli�co di «affini» di fronte a cui recitare indica quanto sia incrinato il rappor�to di questi adolescenti con la socie�tà. G i adolescenti devianti sono individui che stanno a disagio nelle istituzioni, che non hanno mai ma�turato esperienze positive di identi�ficazione. Essi sperimentano sulla loro pelle la «cattiva pedagogia» delle istituzioni, il non senso dello stare a scuola, l'assenza di obiettivi di rilievo, la difficoltà di uniformar�si alle regole sociali, la scarsa rispon�denza tra sforzi e risultati. Vi sono dunque le condizioni perché si affermi un'identità antago�nista nei confronti delle istituzioni e dell'ordine sociale, che si esprime appunto negli atti devianti. La de�vianza diventa cos�il mezzo preferi�to da una quota di adolescenti per costruire la propria reputazione pubblica, in mancanza di altre for�me di identificazione sociale. Si innesca al riguardo un circolo vizio�so, in cui il gruppo accetta i singoli in quanto devianti (in quanto cioè si uniformano alla «cultura» antagoni�sta), e gli individui si impegnano a mantenere nel tempo questa reputa�zione. La devianza adolescenziale si fonda dunque su un principio di identificazione, è frutto di una mo�zione di affetti, non è «l'esito di un processo di sviluppo incompleto o distorto». Ovviamente la strategia della reputazione assume risvolti diversi, interessando anche (pianti non commettono azioni devianti proprio per uniformarsi all'immagi�ne positiva che gli altri hanno di loro. Anche la devianza può rientrare in una scelta consapevole, compiu�ta da individui che in modo analo�go a citi sceglie di essere onesto sono spinti a mantenere e difendere la reputazione assai interessante che colma dei vuoti di comprensio�ni del fenomeno, anche se può rappresentare un indubbio alibi per un comportamento adolescenziale doppiamente rischioso: sia per i protagonisti che per le loro vittime. I COMPORTAMENTI DEVIANTI (FURTI. SCIPPI, VIOLENZE) INDICANO LA RICERCA DI UN'IDENTITÀ' ANTAGONISTA ALL'ORDINE IMPOSTO DA FAMIGLIA. SCUOLA. ISTITUZIONI La ricerca di due psicologi su un campione di 1000 ragazzi dai 12 ai 16 anni segnala che i colpevoli della microcriminalità delle baby gang non si vergognano delle loro azioni, ma esprimono un disagio profondo: ritengono di non avere altri modi per farsi sentire ed ascoltare dagli adulti Due psicologi sociali studiano il rapporto tra «Adolescenza e devianza», il fenomeno delle baby-gang e del teppismo giovanile In un saggio edito da il Mulino Nicolas Emler, Stephen Reicher, Adolescenti e devianza acuradiA. Polmonari, trad. diS. Costare///, il Mulino, pp. 378, L. 40.000 SAGGIO

Persone citate: Dundee, Emler, Mulino, Nicholas Emler, Nicolas Emler, Reicher, Stephen Reicher

Luoghi citati: Inghilterra, Italia, Usa