«Una vita tra auto e freni» di Alain Elkann

«Una vita tra auto e freni» «Una vita tra auto e freni» Pininfarina: lavorare non è un sacrificio Alain Elkann SERGIO Pininfarina, come si considera? «Sono un industriale di sccoiuia generazione. Mio padre parti da zero e io ho ereditato nel 'SU la responsabilità operati�va dell'azienda; ho sempre cer�cato con tenacia e determinazio�ne di perseguire l'obiettivo elio mi crd proposto, un ideale tecni�co-estetico nel mio lavoro». Clio cosa significa essere un carrozziere ORfli? «Da quando ho ini/iato a lavora�re nel '51 le cose sono cambiato. Allora il lavoro del carrozziere ora, come diro, confezionare un vestito che si metteva su parti meccaniche intoccabili, un po' come un sarto voslo un corpo son/.ii potorio modificare. Col tempo l aitivita si ò ov(iluta». In che modo? «Suddividendosi in ire filoni: il primi) il design por i clienti che abbiamo in lutto il mondo. Gli osompi più evidenti sono Ferrari, Alla Romeo, Fiat, Monda, Lancia, Mitsubishi, Peugeot. Il .secondo filonoò lo sviluppo tecnico: significa partire da un dosigli e svilup�parlo in modi) che la produzione possa essere realizzata da noi o da terzi. Por esempio, por la cinese Hafei abbiamo realizzato lo sviluppo tecnico, olirò al desi�gn, di un minivaii. Il terzo filone ó ciuello produttivo, cioè la co�si nr/.ioi io di automobili por con�to dei costruttori: ad esempio il coupé Fiat». Ma perché non le produco�no loro? «Decentrare il lavoro consente maggior flessibilità e miglior uso delle risorse. La caratteristica più significativa della Pininfari�na ó di poter lavorare in tutti e tre i settori o in ognuno di essi soparatamonto, l'or esempio por la Ferrari si fa design; percostruttori europei, asiatici e americani sviluppo tecnico; per la Mitsu�bishi industrializzazione e produ�zione del Pajero Pinin; por la Peugeot 406 design, sviluppo tec�nico e produzione», In quanti siete? «Duemilacinquecento in Italia. Abbiamo quattro stabilimenti a Grugliasco, a Cambiano, a San Giorgio Canavese e a Hairo. E poi abbiamo un'azienda in Germa�nia noi pressi di Stoccarda, dove realizziamo modelli, attrezza�menti e prototipi per l'industria tedesca». Come batte il suo cuore? Qual è la sua macchina pre�ferita? «Mio padre a questa domanda rispondeva: 'La prossima'. Io vor�rei esse-re più esplicito. Il mio cuore batte per al�meno due: una che e inolio signi�ficativa per la mia vita di lavoro ed è la Dino Berli�netta Speciale, la prima Ferrari a motore centrale. Questa macchina mollo innovativa, esposta al Salone di Parigi nel '65, fu la capostipite di una serie di glo�riose automobili sportivi! Pininfari�na Ferrari, La più bella soddisfazione por un desi�gnor è esprimere un concetto, esporlo come un sogno e poi vederlo diventare una realtà. La Dino è stata la prima automobile di cui ho avuto la completa re�sponsabilità. La mia seconda pro�ferita è la Ferrari 'MI) Modena, l'ultima nata, perché siamo riu�sciti a conciliare duo obiettivi apparentemente contrastanti; il rispetto della migliore tradizione della Ferrari con una fortissima carica di innovazione sia tecnica che formale. Oliando si crea una nuova Ferrari non si dovi; tradire la tradizioni! che Ferrari e noi stessi abbiamo costruito insilimi: e che ha un grandissimo valore nel mondo Ferrari: un mondo di appassionati, di clienti, di media, di critici automobilistici». Lei possiede personalmente una Ferrari? «Si, attualmente due, però in vita mia no ho posseduto circa venti. Devo dire elio ho fallo un grande onoro, perche le ilo sempre riven�dute per comprare quella succes�siva. Invoco avrei fatto un mi�glior affare a tenerle tutte, Da un anno ho cambialo strategia: ho comprato la Modena, ma non ho venduto la 450». Nel suo garage però ho visto anche una Bontley. E' sua? «E' della società. E' una 'Azure': ne abbiamo progettato e costniilo la versione Cabriolet». La famosa Lancia B24 del film «Il sorpasso» dov'è fini�ta? «Proprio quella non lo so, però ne abbiamo una nella nostra colle�zioni!, conio del resto anche l'Alfa Romeo che guidava Dustin Hoffman nel film 'Il laureato' e la Peugeot 405 berlina di 'Un uomo e una donna' di Loloucli. Non vorrei tornare sempre sulla Fer�rari, però è siala adoperata, oltre che in grandi film, anello in ramo�sissime serie televisive come 'Dallas', 'Miami Vice', 'Magnuin P.I.'», Chi è stato il suo cliente più difficile? «All'inizio senz'altro Enzo Ferra�ri. Iniziammo a lavorare con lu�nel '52, io ero un giovanissimo ingegnere allo prime armi e mio padre mi diede la piena responsa�bilità nei rapporti con la Ferrari; per me era molto formativo e la realizzazione di un sogno; per mio padre ora come buttare un figlio in una piscina senza salvagenti; e vedere so sapeva nuota�re; l'unico per nulla contento ora Enzo Ferrari che avrebbe voluto comi! interlocutore il grande Pinini! non suo figlio». Com'era Enzo Ferrari? «Un carattere difficile, molto esi�gente però molto coerente. C'è voluta una decina di anni per conquistare la sua fiducia e per�ché lui constatasse il mio impe�gno professionale e le mie capaci�tà. Da quel momento divenne per me un secondo padre e mi sosten�ne sempre in ogni occasione, dimostrandomi anche molta ami�cizia. Altro cliente molto difficile da accontentare, perché guarda�va ogni minimo dettaglio, il re Leopoldo del Belgio». Clienti più facili? «Ad eccezione forse di sir Alee Issigonis, il creatore della Mini, un genio incontentabile, con quasi tutti gli altri abbiamo sempre trovalo un feeling tecnico e uma�no, comi! por esempio con Luca Mdhtezemolo, Paolo Cantarolln, Calvet, l'ex numero uno Peugeot che non era certo un uomo facile. E poi tra i miei clienti ci sono stali grandi personaggi come von Karajan, l'avvocalo Agnelli, Ja�mes Stewart, Sofia I/iron, Rena�to Rascel, Rossellini, Ingrid Bergman. Devo dire che per lei ho realizzato una dello macchine più bolle». Onesti clienti venivano a To�rino? «Oliasi tutti, nel corso d'opera una visita a Torino la facevano e devo dire che erano sempre telici di veder nascere la loro macchi�na». Il suo rapporto con Torino? «Credo di essere un torinese doc». Cosa vuol diro? «Fin da giovane sono stato orgo�glioso delle caratteristiche tipi�chi! della mia citta. Oliando anda�vo all'estero e scoprivano che ero piemontese sentivo rispetto per il nostro modo di lavorare e la nostra serietà. Onesto è slato per me motivo di orgoglio. Poi a Torino c'è la supremazia industriale: la Fiat, la Lancia. Poi lo sport: penso alla Juventus di cui sono stato anche dirigente». Adesso però si occupa di ferrovie. «Si, ed anche questo rientra nel quadro della mia piemonlesilà. Mi occupo di ferrovie perché Torino od il Piemonte sono sem�pre più isolali e sempre peggio collegati al resto del mondo. La storia insegna che i collegamenti infrastnitturali sono alla base dello sviluppo d'una città e di una regione. Por questo qualche anno fa sono diventalo presiden�te del Comitato promotore della linea ferroviaria ad alta velocita che collegherà Lione, Torino, Mi�lano, Trieste e Lubiana». Quando? «Tra una decina d'anni. Il che ci consentirà collegamenti più faci�li, più rapidi per il trasporto merci e per il trasporto delle persone e migliorerà naturalmen�te la qualità della nostra vita». Pininfarina, lei è stato de�putato europeo per nove anni, presidente di Confindustna per quattro. Senti�va il bisogno di un impegno al di fuori dell'azienda? «Si, in questo ho preso esempio da mio padre che negli ultimi anni della sua vita ha lascialo l'azienda ai figli e ha voluto restituire al mondo l'appoggio e la stima che da esso aveva ricevuto. Ho sentito l'esigenza di impegnarmi al di fuori del�l'azienda sia nell'ambito associativo che per ideali in cui credo, quali quejlo europeo e la moneta unica, e ho avuto la gioia di vedere questi ideali realizzarsi lavorandoci dentro. Amo l'Europa come il mio Pae�se, e sono persuaso che un'Euro�pa unita non possa che contribu�ire ad una convivenza più pacifi�ca nel mondo». L'Euro è un successo o un insuccesso? «In questo momento non è un successo, ma non è colpa del�l'Euro. La ragione risiedo nello straordinario sviluppo economi�co degli Slati Uniti che monopo�lizzano l'attenzione degli inve�stitori sul dollaro, comunque per giudicare l'Euro bisogna pensare come sarebbe l'Europa senza l'Euro!». E la Confindustria? «Vi ho dedicato una parte cen�trale della mia vita. Ho lavorato quattro anni come un matto mettendola al di sopra degli interessi aziendali e mi ha porta�to fortuna. In primo luogo ho visto realizzali alcuni obiettivi per i quali mi battevo: una Confindustria più europea, l'abolizione della scala mobile che ha eliminato l'inflazione e reso possibile l'entrala nell'Eu�ro. E poi mi ha portalo fortuna perché lasciando Torino ho ac�celerato la crescila professionale dei miei figli in un modo che non sarebbe mai avvenuto se fossi rimasto qui. Forse ho cor�so un rischio, ma adesso ne godo i risultati». I suoi figli lavorano tutti e tre in azienda? «Andrea è responsabile della parte industriale, Lorenza della comunicazione e immagine del nostro gruppo e Paolo del pro�duci design». Insomma una famiglia labo�riosa la vostral «Ci realizziamo nel lavoro, senz'altro». Lei è un padre severo? «Lo chieda ai miei figli. Io sono convinto di essere un padre che ha educato con i comportamen�ti e con l'esempio e non con la parola». Anche i suoi figli hanno una Ferrari? «Usano la 360 Modena della società». Non abbiamo parlato della sua vita di sportivo. «Considero lo sport importante come scuola di vita. Insegna a vincere e ancora di più a perde�re. Sono stato appassionato, oltreché di automobili, di vela e di calcio e oggi di golf. Anche nel golf ho cercato di fare qual�cosa per Torino e come presi�dente del mio Circolo Golf ho organizzato l'anno scorso il pri�mo Open d'Italia mai disputalo nella nostra città: sono state migliaia di ore di tv in tutto il mondo in cui si è parlalo di Torino e dolla nostra capacità di organizzazione nello sport». Che cosa pensa e in che modo sarà coinvolto nelle Olimpiadi di Torino 2006? «Intanto penso che sia un even�to di importanza eccezionale per il Piemonte. Dobbiamo or�ganizzarle bene per farne un elemento di prestigio oltreché per la ricaduta economica che avrà. La Pininfarina natural�mente è stala sponsor per la candidatura di Torino alle Olimpiadi. Al di fuori della stretta collaborazione, penso di aver contribuito a questa assegnazione con il successo dell'Italian Open di golf del '99. Nel 2006 poi dobbiamo essere collegati a Milano, Firenze, Roma e Napoli con l'alta veloci�tà ferroviaria. E' un fattore importante». Lei non si riposa mai? «Poco, ma per me non è un sacrificio, mi interessa fare sem�pre qualcosa». In futuro cosa farà? «Il mio obiettivo principale oggi è accompagnare i miei figli alla piena responsabilità dell'azien�da. L'eredità si lascia da vivi e non da morti». CARTA D'IDENTITÀ* Sergio Pininfarina è uno dei più celebri designer d'auto del mondo. Nato l'8 settembre del 1926 a Torino, sposato, ha tre figli: Andrea, Lorenza e Paolo. I suoi hobby sono le auto, la vela e il golf, oltre alla musica e alla lettura. mm II mio cliente più difficile? All'inizio Ferrari, ma quando conquistai la sua fiducia divenne un secondo padre m m