Operazione carestia e riarmo di Domenico Quirico
Operazione carestia e riarmo COME E# STATA FINANZIATA LA GUERRA Operazione carestia e riarmo Dietro l'allarme fame lanciato da Addis Aheha retroscena Domenico Quirico LA guerra nel Como d'Africa non è solo una guerra idiota, è una guerra doppiamente criminale.Perché è stata finanziata anche con gli aiuti internazionali inviali per scongiurare una carestia. Le prove? Basta rileggere la cronologia della crisi. Tutto comincia nell'aprile scor�so: un mormorio che parla di fame e di apocalisse umanitaria comincia a salire dalle polveri assetale del Sud dell'Etiopia, a poco a poco diventa tempesta. Milioni di persone rischia�no di morire di fame se qualcuno non interverrà subito, strepita il premier etiopico Meles Zenawi, che alza la voce, fustiga i Paesi ricchi che «lasciano morire una parte del suo popolo nell'indifferenza coloniali�sta». Sconvolto, assedialo da rimorsi il mondo si mobilila, la grande mac�china dell'aiuto inlemazionale cigo�la, si mette in azione, governi e organizzazioni privale riversano ver�so l'Etiopia un torrente via via più robusto di aiuti. C'è qualcuno, per la verità, che dubita, ricorda sottovoce che il Pae�se dove si sta addensando la fame è contemporaneamente impegnalo in un conflitto feroce contro un vicino altreilanlo misero. Le armi sonnec�chiano da più di un anno, non certo per l'attenuarsi degli «li ma perché prosaicamente sono finite le muni�zioni. Ma nessuno osa chiedere ga�ranzie. Anche il più piccolo intralcio nel meccanismo del soccoreo potreb�be costare vite umane e sembra empio ipotizzare che si possa specu�lare sulla destinazione degli aiuti umanitari. Ma nelle slesse settima�ne, a guardar bene, negli aeroporti etiopici non arrivavano soltanto car�go carichi di cibo. Enormi «Anlonov» con i colori della Russia scaricano artiglieria, carri annali, munizioni per rimpinguare gli arsenali etiopici esuasli dopo l'offensiva del febbraio del '99. Ma i tempi in cui l'internazio�nalismo proletario di Mosca si accon�tentava di moneta ideologica per saldare il conto dei cannoni sono finiti da un pezzo. Il miracolo jiolitico di Putin si regge proprio sul petrolio e sul business bellico. La Russia nel '98 deteneva solo il B")» del mercato mondiale delle anni; ora il mortifero fatturato è salilo del 20'io, oltre tre miliardi di dollari. La socie�tà di San Pietroburgo che cura le vendite ha dovuto assumere cinque�cento persone per tener dietro alle commesse, le licenze di esportazione sono concesse a tempo di record. 11 piano di Addis Abeba è stalo macchiavellicamente perfetto: ha ir�robustito la sua economia di guerra con novecentomila tonnellate di aiu�ti alimentari, e ha destinato i fondi risparmiati per pagare un sontuoso rifornimento al supennarkel delle anni. Gli ordigni made in Russia hanno spazzato via le povere trincee eritree, i «Sukhoi 27» seminano il terrore a Massaua e ad Assab, Forse è davvero il momento di ripensare le modalilà dell'intervenlo umanitario in Paesi impegnali in un conflitto. E farsi meno illusioni sul criminale cinismo dei «nuovi» leader africani. Ma c'è dell'altro. I cannoni e i tank che stanno maciullando gli eritrei rientrano della quota di armamenti che doveva essere distrutta in base agli accordi sulla riduzione delle forze convenzionali in Europa. Dav�vero un buon affare, mister Putin!
Persone citate: Addis, Meles Zenawi, Putin
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