L'Ue apre alla Cina le porte del Wto di Francesco Manacorda

L'Ue apre alla Cina le porte del Wto Crollano i dazi sulle esportazioni europee. Mercoled�vota il Congresso di Washington L'Ue apre alla Cina le porte del Wto Firmato l'accordo prima degli Usa Francesco Manacorda corrispondente da BRUXELLES La Cina è pronta all'ingresso nel�l'Organizzazione mondiale del commercio (Wto) dopo che ieri a Pechino il ministro del commer�cio Shi Guangsheng ha firmato assieme al commissario europeo Pascal Lamy l'accordo commer�ciale con l'Ue, Un accordo che il presidente della Commissione Ro�mano Prodi giudica «.'itorico» per�ché dice «ci aiuterà a creare un sistema di commercio globale più equilibrato e rappresentativo». E' la fine di un negoziato complesso i Lamy era già tornato duo volte a mani vuote da Pechino sblocca�to da un intervento diretto del premier Zhu Rongji, che apre alle imprese europee un mercato di un miliardo e 300 milioni di persone, portando quello stesso mercato verso il sistema regolato e basalo sul consenso del Wto. L'intesa prevede un deciso ca�lo delle tariffe sulle importazioni dall'Europa di circa 150 tipi di prodotti, ma non concede alle imprese europee come Bruxelles chiedeva di acquisire quote di maggioranza nelle joint-venture in diversi settori, pur concedendo numerose altro aperture. 1 dazi cinesi, spiega un documento della Commissione, caleranno in media dal 18,60Zo al 10,9^0. Tutti gli alcolici verranno tassati al \00/», compresi i superalcolici sui quali oggi c'è un imposizione del 65^0, per i cosmetici il dazio passerà dal 30 al IO1)*., per i prodotti in pelle dal 20-25 al 10^», per le scarpe dal 25 al 10Vo e cos�anche per i materiali da costruzione e il marmo, particolarmente richie�sto nell'enorme mercato edilizio cinese. Ancora, scendono i dazi su 52 tipi di macchine utensili il settore rappresenta un quarto dell'export europeo verso la Cina dal 35 al 5-10DZo e diminuiscono su mojti prodotti agroa^raentari, compresa la pasta che passa dal 25 81IS-K.. Lamy, qon .è ìnveca riuscito a ottenere condizioni migliori di quelle strappate dagli Usa nel campo delle telecomunicazioni. L'Europa chiedeva che le sue imprese potessero avere fino al 5196 nelle joint-venture di telefo�nia mobile, ma il massimo che Pechino ha concesso proprio come nel caso degli Usa è stato il 49'M). Gli operatori dell'Ue godran�no però di una tabella di marcia migliore di quella concessa cagli Usa, dato che potranno detenere una quota del 25'!-!, di una società nel momento in cui la Cina entra nel Wto, del SS"}*! un anno dopo e del 49')*) tre anni dopo l'ingresso. La soglia del 510Zo non è passata nemmeno per le joint-venture nel settore assicurativo, ma qui l'Eu�ropa ha spuntato comunque la concessione di sette licenze nel settore Vita e Danni e l'autorizza�zione a operare sul mercato cine�se senza obbligo di joint-venture cinque anni dopo l'ingresso di Pechino nel Wto; anche in questo caso con due anni di anticipo rispetto alle analoghe concessioni fatte agli Usa. Nel settore dell'auto, le jointventure già esistenti non saranno più costrette due anni dopo l'ingresso della Cina nell'Organiz�zazione a produrre determinati modelli e potranno scegliere a loro piacimento; inoltre non sarà più necessario concludere accordi con società cinesi per la produzio�ne di motori e le autorità provin�ciali potranno approvare autono�mamente investimenti nel setto�re automobilistico fino a 150 milioni di dollari, invece che fino a 30 milioni come accade oggi. Una novità di sicuro interesse per il settore tessile italiano è poi che le aziende europee potranno ac�quistare direttamente dalle im�prese cinesi la seta grezza in mano loro è il VO'Jo della produzio�ne mondiale che fino a ora doveva passare obbligatoriamen�te per le società esportatrici pub�bliche. L'intesa fra Pechino e i Quindi�ci rappresentava l'ultimo grande ostacolo alla partecipazione della Cina al Wto, quattordici anni dopo la sua domanda di ammissio�ne. Le regole del Wto prevedono infatti che un Paese possa accede�re all'Organizzazione solo dopo aver risolto tutti i contenziosi bilaterali con gli altri 136 mem�bri. Adesso a Pechino restano da concludere alcuni accordi minori, come quelli con Svizzera e Messi�co. Anche negli Stati Uniti, dove mercoled�prossimo il Congresso dovrà ratificare l'accordo com�merciale concluso dall'Ammini�strazione Clinton con la Cina, l'intesa tra Pechino e Bruxelles è una spinta verso l'approvazione. L'accordo, che offre alla Ciya «relazioni permanenti m cdnimer^' ciò normale» con gli Usa, è attac�calo sia dai sindacati sia da sellori dei Democratici e dei Repubbli�cani che giudicano essenziale ri�solvere prima il problema dei diritti umani in Cina. Ma la deci�sione di unire in un solo «pacchet�to» la ratifica dell'intesa commer�ciale e l'avvìo di una commissio�ne parlamentare che sorveglierà i progressi cinesi nel campo dei diritti umani, assieme al rischio di essere superati dall'Unione eu�ropea, dovrebbe portare il Con�gresso a un voto favorevole. .cordo iVoSerà l'^fifrofo tUmon^'ÉuroJ3«3 é la Girtes 1 i «JiJifinWv'o, dòpo 4 rnaii di ne dèi gigante asiatico noli' Commercio (Wto) dfv©rrtorte»il13è"iot'oArtchs so non ri conoscerlo i doJHjgfl ddl'eceoftJo, questi sorta siati i istinti più discussi: •La Uè Ira fatto pressione sullo Cine offinché questo opro oll'Eoropo 1 settori dello banco/ dei servizi, dulieossirarazipni e dello auto , * t'SsesutivO cdmUriHario vuole un moMlór eccesso e! mertoto cìriase del telèfòn! collufari europi è dé^fi'opercrton telefonici * Non si so se io Uè sia riuscita o convìncere lo Cina a realizzare le transazioni commercia!! In Euro ' T ' «MS ceri* il wrot , L'Organizzazione Mondiale del Commercio, cor» sede J a Ginevra (Svizzera), 6 nota nel 1995 in sostituzione —*JM d»1 Goti. Regolo gli scambi commerciali fra i Paesi. Vi appartengono 135 Paesi LBATTJVIW Il compito principale del Wto ò quello di estendere e amministrare gli accordi di base che regolano gli scambi e la politica commerciale; inoltre dovrebbe controllare, le politiche nazionali e fornire assistenza e formazione ai Paesi in via di sviluppo I PRINCIPI Liberalizzare gii scambi commerciali, ridurre il protozionisirso, favorire la concorrenza leale e lo sviluppo economico, essere arbitro imparziale nei conflitti n»mm innuuiinim f.

Persone citate: Clinton, Goti, Lamy, Pascal Lamy, Zhu Rongji