Da Ancona le scuse della Slovenia all'Italia di Maurizio Molinari

Da Ancona le scuse della Slovenia all'Italia Alla Conferenza sulla sicurezza nell'Adriatico e nello Ionio. Per oggi si temono violenze degli autonomi Da Ancona le scuse della Slovenia all'Italia Il presidente scrive a Ciampi: a Strasburgo un errore di traduzione Maurizio Molinari inviato a ANCONA La Slovenia ha chiesto scusa all'Ita�lia per il polemico discorso del presidente Kucan nella prima gior�nata della Conferenza sulla sicurez�za nell'Adriatico e nello Ionio, svol�tasi fra rigide misure d�sicurezza nel timore di violente proteste da parte dei centri sociali. Una lettera autografa del presi�dente Milan Kucan recapitata al Quirinale e ed un lungo incontro fra il ministro degli Esteri, Lamber�to Dini, ed il collega sloveno, Dìmitri Rupel, hanno chiuso l'incidente che per 72 ore ha messo a dura prova le relazioni fra Roma e Lubia�na. «Le chiedo scusa a nome del presidente Kucan ed esprimo il profondo rammarico del mio paese per questo incidente» ha detto Ru�pel a Dini durante il faccia a faccia avvenuto nel Palazzo degli Anziani nella prima giornata della Confe�renza sulla sicurezza e la coopcra�zione nell'Adriatico e nello Ionio. Le parole d�Rupel rinellono il contenuto della lettera scritta d�proprio pugno da Kucan a Ciampi per chiarire al più allo livello istitu�zionale che la filippica antiilaliana contenuta nel discorso pronuncia�lo mercoled�davanti al Parlamento europeo di Strasburgo non è stala altro che un incidente di percorso dovuta ad «errori d�traduzione». «Mi ritengo soddisfallo, le scuse presentate da Lubiana chiudono l'incìdente con nostra soddisfazio�ne» ha dichiarato Dini, ribadendo il sostegno dell'Italia «alla richiesta della Slovenia di adesione all'Unio�ne Europea e alla Nato». Il passo indietro di Lubiana fa rientrare la presa di distanza di Kucan dall'ac�cordo del 1995 sulla possibilità per gli esuli di Istria e Damazìa di riacquistare i loro beni sequestrati nel dopoguerra. Ma, accettate le scuse, negli ambienti italiani resta una sensazione d�amarezza per quanto avvenuto e la tesi ufficiale slovena dell'«errore di traduzione» viene diplomaticamente accettata con il sorriso sulle labbra. Come ha confermalo Umberto Ranieri, sotto�segretario agli Esteri per l'Europa, l'Italia ha vissuto questa crisi di 72 ore con sentimenti di «sorpresa e sconcerto». La Conferenza d�Ancona si è aperta con la partecipazione d�tutti i paesi rivieraschi (Italia, Gre�cia, Croazia, Slovenia, Albania, Bo�snia-Erzegovina) tranne la Federa�zione Jugoslava d�Slobodan Mìlosevic. «Le notizie sulla repressione dei media che ci giungono da Bel�grado non aiutano chi lavora per il superamento delle sanzioni» ha del�lo Dini. «Questa Conferenza ed i suoi accordi saranno aperti all'ade�sione di una Serbia democratica» ha aggiunto Ranieri. Come dire: senza Mìlosevic la Jugoslavia può entrare a pieno titolo. Assenti i serbi, a Ancona è invece presente il Montenegro suppur come osserva�tore con il suo ministro degli Esteri, Branko Lukovac. «Il Monte�negro soffre le conseguenze del�l'embargo anche se non condivìde le posizioni di Mìlosevic» ha sollolìnealo Ranieri, ricordando i «recen�ti sforzi del governo di Podgorica per aigìnare il fenomeno del con�trabbando». I ministri degli Esteri dei sei paesi present�hanno firma�lo ieri una ventina d�accordi che schiudono le porte all'integrazione della regione adriatico-ionìca su più tavoli, dalla collaborazione fra Università alla promozione degli investimenti. Gli accordi d�maggio�re rilievo riguardano la lotta ai traffici illeciti e la suddivisione dell'Adriatico in aree di traffico gestite dai sìngoli paesi, un passo necessario per rendere più agìbile la navigazione, evitare sconfina�menti e conseguenti sequestri d�imbarcazioni. Al termine dei lavori prevista per oggi alla presenza del presidente del consiglio. Giuliano Amalo, e del presidente della com�missione europea. Romano Prodi i Sei adotteranno la «Dichiarazione di Ancona» che prevede l'istituzio�ne del Consigho dell'Adriatico e dello Ionio con consultazioni periodiche a livello ministeriale su coo�perazione economica, ambiente, cultura e lolla alla criminalità orga�nizzata. Ma le autorità cilladine temono disordini per la annunciala marcia dei centri sociali nel centro storico con in lesta i leoncavallini, determinati ad arrivare fino al Pa�lazzo degli Anziani. «Hravano a Seattle, siamo ad Ancona, saremo la prossima settimana ad accoglie�re la Nato a Firenze» si legge in un documento della «sinistra antagoni�sta», che ieri ha reso pubblica una «Carta dei Dirilli» in cui si chiede alla Conferenza dei Sei di approva�re la fine d�ogni restrizione alla lìbera circolazione degli individui nell'Adriatico e la fine dell'embar�go alla Jugoslavia. Le misure di sicurezza predisposte ad Ancona per il corteo degli autonomi