I REFERENDUM SUL REFERENDUM di Luigi La Spina
I REFERENDUM SUL REFERENDUM I REFERENDUM SUL REFERENDUM Luigi La Spina DOMANI c'è una parti�ta più impottante dei sette referendum pro�posti dai radicali e dal Patto Segni-An, quella del referen�dum. Se un nuovo «sciopero del voto» da parte dei cittadini italiani annullerà anche questa volta il risultato, infatti, sarà l'istituto stesso della consulta�zione popolare a subire un colpo definitivo. E' questo il vero, fondamen�tale motivo per l'invito a non disertare le urne. Non certa�mente perché il merito delle domande rivolte agli italiani costringa a risposte prive di dubbi o provochi scelte con conseguenze drammatiche, sec�camente alternative, sul piano politico o sociale. Il mancato raggiungimento del quorum, per la seconda volta in un anno, sarebbe un peccato, so�prattutto perché chiuderebbe un'intera fase della nostra sto�ria, nella quale lo strumento del referendum è stato un indispensabile grimaldello con�tro le chiusure corporative del sistema politico e un potente fattore di modernizzazione del Paese. Una stagione che comin�ciò, un quarto di secolo fa, con la consultazione popolare sul divorzio e poi sull'aborto, ma che, negli ultimi dieci anni, si è concentrata sul sistema di vo�to, come chiave di volta per la lotta alla partitocrazia, alla corruzione politica e all'instabi�lità governativa. Ecco perché il quesito sulla legge elettorale assume un'im�portanza simbolica, certamen�te sproporzionata, sia rispetto agli effetti tutt'altro che tauma�turgici di un «sì», sia agli interessi concreti del cittadino, più toccati certamente dai risul�tati di quelli sociali, ad esem�pio. Tanto è vero che un risultato positivo sulla richie�sta di abolizione della quota proporzionale avrebbe soprat�tutto un effetto, quello di costringere i partiti a trovare un'intesa per una nuova legge elettorale. Infatti, non si confi�da molto sulla bontà del siste�ma che risulterebbe diretta�mente dal voto referendario. Qualche volta si deve anda�re a votare senza entusiasmi e magari anche senza certezze. Allora, la scheda, o le schede, assomigliano più ai compiti di un dovere che agli esercizi di un diritto. Ma un ripasso di democrazia fa sempre bene.
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