Chi esamina gli esaminatori?

Chi esamina gli esaminatori? Concorsi per professori di lingue, un soffocante odore di mufla Chi esamina gli esaminatori? Gian Giacomo Mlgone QUALCHE tempo fa Lilli Gruber impressionò gli spettatori di un telegior�nale comunicando alcuni dati secondo cui, in alcune regio�ni del Nord, le bocciature agli esami di abilitazione all'insegna�mento di lingue straniere alle scuole secondarie superiori si aggiravano intomo air800Zo. Si trattava dei soliti aspiranti professori con le orecchie d'asi�no, colpiti da un nuovo rigore ispirato all'evidente e conclama�la necessità di dotare il popolo italiano secondo dati attendibi�li quello linguisticamente più ignorante dell'intera Unione Eu�ropea dell'ormai indispensabi�le conoscenza di qualche lingua straniera? Invece, le noti�zie raccolte (ma mi piacerebbe proprio esseret» smentito) confer�mano una mia an�tica convinzione: I che so qualche arl ticolazionedique' sto nostro sgan�gherato Stato (no�stro dovere è cam�biarlo in megliosi comporta improvvisamente con la severità di quello prussia�no sotto Federico il Grande, dsolito i conti non tornano. Prima scoperta: esiste una forte discrepanza nello porconluali di insuccessi da regione a regione (il concorso viene gestito in maniera decentrata). Seconda e più grave scoperta: i concorsparalleli riservati a insegnantche avessero cumulato una certa anzianità attraverso il precariato, hanno avuto lutt'altro esito, al punto da avvicinarsi avecchio grido di guerra «Todos caballeros», con grande gaudio dei sindacati che hanno esercitato una pressione costante in questo senso. Nasce il sospettogià avanzato da Nicola Tranfaglia, secondo cui, in carenza dposti, si siano stretti i cordondella borsa nei confronti denuovi arrivati por compensare la generosità di cui hanno godu�to i veterani. Guab che siano le ragioni, ne deriva un evidente squilibrio di trattamento tra due diverse generazioni di aspiranti prof. Non è il caso di fare genei alizzazioni per caratterizzarle. Tuttavia, mi sento in grado di azzardare un'ipotesi. Che i più giovani abbiano assai più dime�stichezza pratica della lingua che vogliono insegnare, per la crescente disinvoltura con cui ci si sposta e si comunica con l'estero; che essi siano più porta�ti a melodi di insegnamento che tendano verso un'effettiva frui�bilità della lingua insegnata, piuttosto che considerarla come un'occasione di esercizi sintatti�ci e letterari, corno giustificatamente avviene per le cosiddette lingue morte. Insomma, come si dice in gergo, più/Zuency e meno accuracy. Ma vi è di più, mollo di più. Come viaggiatore attonito (ma abituato a usare le lingue stranie�re per ragioni professionali) at�traverso 1 universo dei concorsoni linguistici, compio un'altra e più sconvolgente scoperta che conforma quanto finora esposto. Se il campione, prevalentemen�te piemontese, non mi inganna, buona parte dei presidenti delle commissioni e delle sottocom�missioni di esame sono insegnan�ti non della lingua per il cui insegnamento devono essere se�lezionati i candidati ma, per lo più, presidi o insegnanti di lette�re. Mi si obietta che non devono correggere i singoli elaborati, ma coordinare i lavori della com�missione, un po' come il presi�dente di una commissione di maturità. Qui diventa soffocante l'odo�re di muffa che convive con tanti eroismi didattici nella scuola e nella normativa scolastica italia�na. Ma come è possìbile dirigere una selezione che, sia nella fase scritta sia in quella orale, si svolge in una lingua ignota o casualmente nota solo ad alcuni componenti la commissione? Co�me può un presidente di commis�sione garantire una collegialità se nel merito non può mettere becco? Se l'unica occasione di cui egli dispone per farsi un'im�pressione diretta dei candidati sono le famigerate domande (in italiano) di legislazione scolasti�ca, abbiamo capito perché esse siano ritenute cos�importanti. Peccato che gli abilitati dovran�no insegnare e possibilmente far imparare ai nostri figli (nel mìo caso ai mìei nipotini) inglese, francese o tedesco, non legisla�zione scolastica. Infine un suggerimento a que�sto e a qualsiasi governo che voglia riformare la scuola o qual�siasi servizio pubblico: non ba�sta l'obiotlivo prioritario («tutti i ragazzi italiani devono sapere almeno una lingua straniera»), l'indirizzo scientificamente più avanzato, se poi gli strumenti sono i soliti: i megaconcorsi inge�stibili, esaminatori premiati con 12 mila lire lorde all'ora, in parte tecnicamente incompetenti an�che se formalmente in regola, melodi di selezioni vetusti. Da noi l'intendenza non segue e i responsabili politici devono smetterla di comportarsi come se ciò avvenisse. Presidente della commissione Esteri del Senato Gran parte dei presidenti delle commissioni sono insegnanti di altre materie t» I l ' I N Italia ormai la benzina costa un dollaro al litro.

Persone citate: Federico Il Grande, Gian Giacomo Mlgone, Lilli Gruber, Nicola Tranfaglia

Luoghi citati: Italia