Quante bugie sul referendum di Diego Novelli
Quante bugie sul referendum Perché «No» al quesito elettorale Quante bugie sul referendum Diego Novelli GLI elettori italiani sono stati bombardati dai pro�motori del referendum elettorale con degli slogan falsi, non corrispondenti alla realtà. Che si tratti di una legge con�traddittoria è vero, poiché la quota maggioritaria (750Zo dei seggi) costringe ad allearsi men�tre quella proporzionale (250Zo dei seggi) a combattersi. La legge che uscirebbe però in caso di vittoria dei «Sì» peggio�rerebbe la situa�zione assegnan�do questo 25tKi at�traverso il ripe�scaggio dei battu�ti nei collegi uni�nominali. Si pò Irebbe anche ve�rificare il caso che il risultato determinato dal maggioritario venga ribaltato conl'assegnazione dei seggi agli sconfitti nei col�legi uninominali. Ma l'aspetto più grottesco di questo referen�dum è offerto dalle virtù che conterrebbe secondo i suoi so�stenitori: Bonino, Pannella, Fi�ni, Veltroni, D'Alema, Parisi, ecc. 1) Con la vittoria del «Sì», viene detto, i cittadini final�mente potranno scegliere diret�tamente il governo! Niente di più falso poiché in base alla Costituzione vigente �governi sono scelti dal Parlamento. 2) Se vince il «Si», si darà stabilità ai governi (53 in cìnquant'anni va ripetendo Veltro�ni) perché non saranno più possibili ribaltoni. Altro falso. Infatti chi viene eletto il giorno dopo è libero di collocarsi polìti�camente come meglio crede in Parlamento: il suo mandato non ha vìncoli (art. 67 della Costituzione); mentre il regola�mento della Camera consente la formazione di un gruppo parlamentare ogni 20 deputati: in teoria potremmo avere altre 30 formazioni. Vale la pena ricordare che dei 250 senatori e deputati che nel corso di questa legislatura hanno cambiato «ca�sacca», r85,ì6 è stato eletto con il sistema uninominale-maggioritario. Infine i capi dei referendari (tutti nati, cresciuti e pasciuti nei partiti) cercano di far crede�re che con la vittoria dei «Sì» si ridurrebbe il numero dei parti�ti. La Bonino addirittura sostie�ne che si deve giungere a sole due formazioni, come in Ameri�ca. Con quale strumento non lo dice: a meno che non lo si decida per decreto o bolla papa�le. Suvvia siamo seri. La legge elettorale è uno strumento che dovrebbe essere definito dopo aver scelto la forma di Stato e di governo. Non si parte dai tetti per costruire le case. Esi�ste un sistema elettorale che può garantire la rappresentan�za e la stabilità: è il proporzio�nale, con il premio di governabi�lità alla coalizione (dichiarata prima del voto) che vince, indi�cando il premier e i componenti del governo con il programma. Per eliminare la polverizzazio�ne (i cosiddetti cespugli) è suffi�ciente ridurre drasticamente il numero dei parlamentari (ab�biamo uno dei Parlamenti più affollati del mondo), rendendo più efficienti ed efficaci i lavori delle Camere, separando netta�mente l'esecutivo dal legislati�vo, sancendo severe incompati�bilità tra i mandati istituziona�li, differenziando il lavoro tra Camera e Senato. Tutto questo è possibile senza Bicamerali di infausta memoria: percorren�do la strada maestra fissata dall'art. 138 della Costituzione. Presidente del Comitato del No per II referendum elettorale
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