Cade la prima stella di Internet

Cade la prima stella di Internet Fallita «Boo.com», numero uno europea delle boutique virtuali Cade la prima stella di Internet Luigi Grassia La dura realtà di conti aziendali che non tornano comincia a reclamare il suo tributo di vittime nel mondo dorato (ma forse, a ben guardare, non tanlol del commercio elettronico: ieri ha fatto bancarotta la grande boutique virtuale dell'abbigliamento spor�tivo «Boo.com», cioè il numero uno europeo del settore, con alle spalle un impressionante lotto di finanziatori che in quest'avventura ci avevano creduto davvero. Passato il momento in cui bastava gridare «Internet!» per calamitare capitali e finanziare ogni novità e tappare ogni buco di bilancio, in attesa di un ritomo economico anche a tempi lunghissimi, nei giorni scorsi i manager di Boo.com non sono riusciti a spremere altro denaro dagli azionisti Bernard Amaall, Benetton e Jp Morgan che aveva�no già sborsato 300 miliardi: impossibile, anche per gente con le spalle cosi larghe, continuare a foraggiare una cyber-boutique che perdeva 2 miliar�di a settimana. E il fallimento è slato inevitabile. Fondala da due ventoitenni, lei e lui, con tanto entusiasmo e tanta capacità di affascinare gli interlocutori finanziari, ma dalle esperienze prece�denti poco qualificami (rispettivamente: modella e critico letterario), la Boo.com sembra aver pagato per una smania perfezionistica che l'ha portata a una scarsa attenzione ai tempi e ai costi. Per offrire un negozio virtuale senza paragoni, fino alle immagini tridimensionale dei capi in vendita. Boo.com ha ritardato di 5 mesi il lancio del sito, per poi accorgersi che la nuova avveniristica tecnologia allungava a mezz'ora i tempi dello shopping virtua�le, contro i 5 minuti dei concorrenti. E il pubblico non ha gradito e ha diradato visite e acquisti. Insomma è andata male. Ma l'avventura potreb�be non essere finita: la Kpmg, incaricata della liquidazione, fa sapere di aver ricevuto già ieri più di 30 richieste di acquisto delle spoglie spoglie di Boo.com. Tutto sommato, forse il fascino di Inter�net e dell'e-commerce abbaglia ancora.

Persone citate: Benetton, Bernard Amaall, Cade, Jp Morgan, Luigi Grassia