«Niente quorum? Li ripresentiamo» di Ugo Magri
«Niente quorum? Li ripresentiamo» LA LiAPER RADICALE; IL 21 POTREBBE ESSERE UNA FESTA COME PER IL DIVORZIO «Niente quorum? Li ripresentiamo» Emma Bonino: ci sarà una valanga di s�intervista Ugo Magri ROMA ^^UANTO vi sono costati, ■JlEmma Bonino, questi re'■^ferendum? «Cinquanta miliardi. Mesi pas�sati sotto il sole a raccogliere firme. Una tremenda fatica. Per�ché lo chiede?». Domenica rischia di esse�re tutta fatica sprecata. «Solo se vincessero i no sarem�mo battuti. Ma io lo escludo tassativamente». Una valanga di astensioni avrebbe Io stesso effetto? «Neanche per sogno. I s�vince�ranno sui no. In più la Cassa�zione ha stabilito che l'assen�za di quorum è cosa ben diversa da una bocciatura. Sarebbe semplicemente un rin�vio. Slitterebbero di un anno o due soluzioni già abbondante�mente mature. Con gravi costi per il Paese». Sta dicendo che sareste pronti a rilanciare gli stes�si quesiti? «Questo lo vedremo. Magari potremmo aggiungerne altri nuovi... Di certo i nostri sette referendum, cioè quanto rima�ne d�un programma di gover�no alternativo voluto e costrui�to come ultimo assalto contro il declino dell'Italia dovuto alla paralisi della politica, del�la giustizia e dell'economia, resterebbero vitali. E sarebbe�ro in ogni caso riproponibili». Daccapo? «Ripeto: se lo riterremo neces�sario e opportuno, sì». Berlusconi dice che voi ra�dicali siete troppo pochi Ser imporre la vostra agena al Paese. «Mi ricorda Stalin che doman�dava sprezzante quante divisio�ni avesse la Chiesa. Come si è visto, confondeva potenza mili�tare e forza storico-politica». Vero è che alle ultime Re�gionali non avete brillato. «E stata una sconfitta eletto�rale, non politica. La matura�zione di questo Paese, sui temi per cui ci battiamo, ha ugual�mente fatto passi da gigante. Un processo è avviato, comun�que vada domenica. Se poi andrà bene, l'Italia vivrà una giornata di festa, come sul divorzio. E in un Parlamento dove duecento deputati hanno già cambiato casacca, non mi sorprenderebbe se nascesse un gruppo radical-referendario per portare avanti le istan�ze deU'alleniativa liberale». Un annuncio? «E' uno degli scenari possibili». Il Cavaliere replica: non c'è bisogno di andare alle urne. Appella vinceremo le elezioni, ci penseremo noi a fare le riforme. «E' dieci anni che le aspettia�mo, 'sto leggi... Mi sembra un cumenda-padrone che grida sempre 'ghe pensi mi'». Lei non gli crede? «Nel primo anno di governo qualcosa Berlusconi riuscirà a combinare, figuriamoci. Alle nuove professioni, al mercato e ai contribuenti concederà più di quanto non possa Ama�to. Raccoglierà dove altri han�no seminato, tipo il part-ti�me... Ma più libertà economi�ca senza più libertà politica non funziona, né in Cina né in Italia. Magari avremo l'ennesi�mo ribaltone. E quel giorno si renderà conto che non basta vincere aggregando capra e cavoli, ma bisogna vincere su delle scelte precise». Non ne ha fatte? «Finora le ha tutte rimandate. E' diventato il 'Signor Ni" della politica italiana. Dice sempre: 'Sì, ma non così, non adesso'. Farebbe le nostre stes�se riforme, però senza referen�dum». Dissente sul metodo. «Se fosse solo quello, dovrebbe farci capire perché bisogna attendere anni ciò che i refe�rendum darebbero subito. C'è un motivo al mondo per non prenderlo adesso, quel risulta�to, andando il 21 maggio a votare? La verità è che a parole Berlusconi auspica le riforme, ma poi si pone al servizio dell'esistente». Il suo slogan è: «(State a casa per mandarli a casa». «La butta in politica per tirare avanti senza scegliere. Del re�sto, non so proprio chi mandi a casa, in questo modo. Forse me, e magari un po' Fini, per far restare gli altri quaranta». E chi sono i quaranta? «In ordine alfabetico: Bertinot�ti, Boselli, Bossi, Castagnetti, magari Cossiga, Cossutta, D'Antoni prossimo venturo, Dini, La Malfa, Mastella... Gli diranno tutti grazie. E del resto, l'eclissi imposta a Marti�no e l'ascesa di Tramonti, uomo di valore ma più conso�ciativo e più omogeneo alla Lega, significherà pur qualco�sa». Tra i referendari, chi non si è battuto come doveva? «Speravo che la parte produtti�va del Paese, invece di lamen�tarsi sempre e soltanto, scen�desse in campo con più decisio�ne». Invece? «La Confindustria si è mossa in zona Cesarini, mettendoci nemmeno un decimo dei nostri investimenti finanziari e uma�ni. Certo, meglio che niente...». E la sinistra? «Non vorrei ripetere quanto ha scritto Rondolino sul Foglio di ieri: la sinistra perde perché non ha il coraggio di scegliere... Però è così. Sui referendum Veltroni dice s�su questo, no su quello, boh su quell'altro. Se i Diesse pensa�no di porre la campagna eletto�rale su queste basi... Forse ci hanno preso gusto a far vince�re Berlusconi. L'unico che si salva è D'Alema. L'ho incontra�to l'altra sera a Circus. Mi sembra che il loro leader sia ancora lui, più che mai». Le spiace che Sofia Loren sia finita tra i morti e non possa votare? «E un grosso equivoco. Non ha perso alcun diritto. Se tor�nasse a Pozzuoli per votare, le darebbero il suo bel certifica�to. Anzi, la porterebbero al seggio in trionfo. Se poi comu�nicasse la sua residenza, il certificato glielo manderebbe�ro a casa...». «In Parlamento potrebbe nascere un nuovo gruppo referendario» «Il Cavaliere? Da dieci anni lo aspettiamo» «La Confìndustria si è mossa inzonaCesarini Ma è meglio che niente» La leader radicale Emma Bonino
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