Deneuve, classe operaia di Lietta Tornabuoni

Deneuve, classe operaia Deneuve, classe operaia Nella «tragedia musicale» di Von Trier Lietta Tornabuoni invialo a CANNES PRIMA del film, concerto: nella semioscurità del Pa�lazzo del cinema, alcuni inìnuti di musica procedono «Dancer in the Dark» di Lars von Trier, una sorpresa, una occasione d'ammirazione, una ragione d�dubbi (s'era mai vista Catherine Deneuve in grembiule e fazzoletto da ope�raia al lavoro in una fabbrica antiquata e pericolosa?). Il re�gista definisce questa sua ope�ra «tragedia musicale»: è infat!i una mescolanza di forte melodramma e di canzoni o balli a cui ci aveva abituato soliamo il vecchio teatro napo�letano. Melodramma: una ragazza madre cecoslovacca emigrala in un paese dell'America rura�le sta perdendo la vista, e sa che al ragazzino suo figlio accadrà lo slesso se non viene operato tempestivamente; la�vorando fino allo stremo la madre inette da parte i soldi necessari all'operazione, che le vengono rubali da un poli�ziotto suo vicino di casa carico di debiti: lei va a richiederli, lui non vuole restituire i soldi, s�accanisce un corpo a corpo, un colpo di pistola parte per caso; il poliziotto muore, lei viene processala ma tace, la condannano a morte per impìccagione, pero un attimo prima della morte l'amica Catherine Deneuve le dice che il figlio verrà operato. Musica: compo�sti da fijork, la musicista e cantante islandese, canzoni e balletti intervengono per espri�mere i sfìiitìiiienti, gli stati d'animo; in parto sono giustifi�cati dalle prove di messa in scena d'uno spettacolo di cui Bjork è protagonista, in parte vivificano, interrompono, com�pletano l'azione. Ci sono ballet�ti di lavoratori (taglialegna sulla piattaforma d'un treno, operai in fabbrica) come nei film musicali sovietici o come nei teatri americani dell'età roosevelliana. Il risultato è molto convincenlo, Bjork è bravissima e gli altri attori (Deneuve, Poter Stormare) sono buoni, il film bello è un tentativo riuscilo di linguaggio diverso: con un so�spetto di mancanza di sempli�cità, di lambiccalo, come di chi volesse mostrare la pro�pria bravura o originalità sen�za avere in realtà mollo da dire. Canti e balli, ma soltanto gioiosi, pure in «Chunhyang» di Im Kwon-Taek. Questo regi�sta coreano del Sud, sessanlaquattrenne, ha una filmogra�fìa sterminata di 97 film, e del racconto di questo film esisto�no già 13 versioni cinematografiche: è una classica bella stona d'umore settecentesca che riflette anche il desiderio d�promozione sociale, il dove�re di resistere d�fronte a una élite feudale, gerarchica e bu�rocratica, una narrazione po�polare epica e fiabesca d�gran valore culturale e musicale, mai mossa da parte nel tempo. Il film è ben fallo, carino, non mollo interessante. Una banda di ragazzi cinofi�li nemici del cattivo cinema (il capobanda platinalo, olire a chiamarsi Cecil B, DoMonled con allusione negativa a De Mille, porta tatuato sul brac�cio il nomo d�Gito Preminger, come altri hanno tatuati i nomi d�Spìke Lee, Aldmodóvar, Fassoinder, William Ga�sile), comincia una campagna violenta per distruggere il cine�ma dominante e creare un nuovo cinema sovversivo, per azzittire �critici. Vogliono far�lo anche attraverso un film e, in «Cecil B. DeMented» del�l'americano John Walers, rapi�scono la star Melanìe Grìffilh: sarà la loro protagonista, il loro ostaggio («Chiamate Jack Valenti!», strilla lei durante il sequestro). Il film ò intitolato «Beaulé Fatale», e lei non si trova a suo agio nella troupe di drogati e satanìste; azioni aggressive. assalti ai parenti («Famìglie di merda!»), scontri a fuoco turba�no la lavorazione e alla fine disperdono il gruppo (restano in pochi a «portare l'eterna bandiera dei pazzi del cine�ma»). Ogni tanto si rìde, qual�che battuta è divertente: ma l'impressione è che spiritosag�gini del genere siano proprio invecchiate, lontane, fuori del�l'aria del tempo. John Waters, autore nei Setlanla-Ottanta di film esagerali e divertenti co�me «Mondo Trasho», «Pink Flamingos», «Polyester», «^lairspray» e nel 1994 d�«Serial Mom», ha 54 anni (è l'unico regista a non rendere pubblica nel catalogo del festival la sua data di nascila): non è lui a essere cambialo, è il mondo. Melania Griffith. qui con Ebnderas. è protagonista di «Cecil B. DeMented» stravagante opera dell'americano John Waters

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