Il dolore che non cancella l'ottimismo di Igor Man

Il dolore che non cancella l'ottimismo PROFILO D'UN UOMO CHIAMATO A UNA VITA DI «MARTIRIO APOSTOLICO» Il dolore che non cancella l'ottimismo Il compleanno di Giovanni Paolo II, il «testardo di Dio» ritratto Igor Man IL Papa ha 80 anni. Li dimostra tutti. Addirittura sembra che ne abbia qualcuno in più. Il femore rotto, ancorché rattoppato con perizia, rende incerto il suo passo già manzo�niano. Il tremito che squassa la mano sinistra s'arresta soltanto quando si aggrappa al pastorale ovvero allorché abbraccia il Cristo ligneo di San Marcel�lo per teneramente baciarne le stigma�te: com'è avvenuto a chiusura della Giornata del Perdono. Sui suoi occhi piccoli ma chiari, penetranti, non di rado s'abbaile il velario della palpebra slanca e sempre più spesso, quando legge lun messaggio, la slessa omelia) biascica parole che successivamente, però, ci verranno restituite dall'infati�cabile sala-stampa vaticana. Il Papa è stanco, lo affligge un duro cilicio di sofferenze fisiche ma col coraggio di Paolo riesce, miracolosa�mente, a rimuovere le pene di Giobbe. Condannato, sin da fanciullo, alla soli�tudine ne esco, lieto, quando c'è una folla che l'abbraccia, confortandolo con il dono spontaneo della preseaza. E visibilmente si rivela felice quando è una folla giovine a stringerlo da presso, protendendo le mani per toccarlo con puro alTetlo, e gli grida: «Grazie, Papa sei buono, vieni qui Papa nostro bello» (come m'è capitato di sentire in una delle udienze del mercoledi). Chi scrive ha incontralo parecchi «grandi» della Terra: da Krusciov a Jllc, da Guevara a Madre Teresa, Arafat, Padre Pio, e ogni volta ha cercato di capire «cosa» facesse il carisma del personaggio. Osservandolo muoversi, riiletlendo sul suo modo di guardare il prossimo, studiando il suo entourage, non poche volle ho colto nel segno tanto che quando m'è capitato di inter�vistarlo, il personaggio era come se lo avessi già incontrato. (Ovviamente non sempre è cosi: Guevara, ad esem�pio, mi spiazzò accettando di parlare di Dio, lui, il marxista ostentatamente ateo. E mai avrei immaginato che stringendo le mani di Padre Pio, protet�te dai mezzi guanti, il mio dito medio affondasse nella mano bucala del fra�te, sconvolgendomi sino allo stordi�mento ma questo è un altro discorsoi. Ebbene, studiando Giovanni Paolo II nella Sala Nervi, in Sicilia, a Longchamps, in Salvador, a Villa Naza�reth, credo di aver compreso perché il Papa affascini la gente (non importa se cristiana o animista o agnostica o addiritt uni senzadio), soprallulto �gio�vani poiché essi scoprono di volergli bene e fan di tutto per comunicarglie�lo: Giovanni Paolo 11 piace perché è un OTTIMISTA Tutta la sua vita, sfregia�ta dal dolore, non è riuscita a cancellar�ne l'ottimismo. Ogni uomo, ognuno di noi, porta il suo Dio dentro di sé. E se anche Dio è Uno e Solo, lui. Dio, è come l'arcobale�no dove ogni colore è una fede, un modo di pregare, di credere. Di credere soprattutto nella Vita, e, quindi, nel�l'Uomo. Questo perché, suppongo, l'uo�mo rimane la testimonianza suprema del mistero della Vita e della Morte, della guerra e della pace. Della cronaca e della Storia. E' qui, verosimilmente, la chiave per capire questo Papa segnalo dal dolore che tuttavìa celebra, in ogni istante o circostanza del suo sacer�dozio, il bene supremo della Vita. E i giovani sono la vita che cresce come da che mondo è mondo crescerà il fmmenlo dovunque ci sia una zolla non imporla se piccina, di terra, l'acqua che basta, qualche chicco di buon seme. Wojtyla ha il cullo smanco ossessi�vo della Passione di Gesù; la cognizio�ne del dolore non piega il suo fisico ma lo tormenta psicologicamente. Qual�che anno fa (prima dell'altentato) visi�tando l'ospedale Cristo Re, in Roma, non fece che interrogare quel primario ortopedico sul dolore: «E' un interven�to che provoca dolore? Molto dolore? E sino a quale soglia il dolore è sopporta�bile senza farmaci?». Infine, volle bene�dire le mani del chirurgo in presenza della paziento che quegli avrebbe ope�ralo il domani, raccomandando: «Pro�fessore, cerchi di non farla soffrire troppo». Tormentato dall'idea del dolore (fisi�co) o inconsciamente attratto dalla sofferenza della carne? L'interrogativo non è irriverente ma temo debba rimanere senza rispo�sta. Possiamo, invece, azzardare come Giovanni Paolo lì, lui, l'ottimista che celebra la vita allento a cavar via l'erba zizzania da quel campo di fru�mento ch'è la giovinezza, con l'acqua lustrale del suo amore per i giovani; possiamo immaginare che Giovanni Paolo II sìa convinto che Dìo lo abbia chiamato «a una vita di martirio apo�stolico». Dopo l'attentato «previsto» dai pasloreUi di Fatima, vien fuori dalle testimonianze di amici suoi polac�chi, in particolare di due persone che vivono in Vaticano e che gli staruio amorosamente accanto perché davve�ro lo amano; dai discorsi, seppur vaghi, del professor Fineschi, tanto per fare un nome autorevole noi mondo scienti�fico, vien fuori corno l'altentato abbia lenlamenle, progressivamente matura�to nel Papa l'idea del martirio. Alain Vircondelot nel suoJean l'uni l�insiste sul «valoic aggiunto» dell al�lentalo: «un elemento leggendario che, sommato a quello die già lo circonda, si trasforma nel calice che accoglie il sangue del Papa, erode di Cristo e presenta il sovrano pontefice come 'un iiiartirc in vita"». Sempre commentan�do a suo tempo rallentato, il gesuita spagnolo Fedro Miguel Lamel ha scrit�to: «Non si può dire che il Papa deside�rasse esplicitamente questo allentato, sarebbe moslraosamente assurdo. Ma senz'altro questo battesimo di sangue combacia con la sua traiettoria di leader foite e generoso: il sangue oma l'ardito lottatore e il miracolo lo aureo�la della dolce protezione della MìkIoii na». Nella Madre Celeste Wojtyla iden�tifica, so cosi può dirsi, la figura e l'amore della sua mamma perduta troppo presto. Manuio, miracolo: ieri, all'udienza del mercoledi, il Papa ha raccontato ai suoi cari fedeli il viaggio a Fatima. E chiaramente rispondendo a chi, dentro e fuori il Vaticano, ha trovato da ridire sul «colpo di scena» che ha marcato il pellegrinaggio a Fatima, Giovanni Pao�lo li ha scandito: d tempi erano oramai maturi pei la rivelazione del Terzo Segreto della Madonna di Fatima», Il discorsa del Papa avalla, in un certo senso, il titolo doUVhirnin' sull'acridimento-sorpresa di Fatima, poiché i! Papa ha detto, in aperta polemica con non pochi storici laici, esattamente quello che tuttora fa discutere filosot�e non. laici e non laici, credenù e non «Le apparizioni di Fatima danno agli eventi del XX Secolo una loi o singolare eloquenza». Tra codesti eventi non può non spiccare, per lui, per Wojtyla, l'attenta lo alla sua persona, al (sacerdote vesti�to di bianco». Ma quel drammatico «fatto» non è importante soltanto per lui ma rtltresi per quella infinita galas�sia che chiamiamo mondo cattolico, ma forse potremmo anche scrivere unendo cristiano». Poiché, come clinicamente accerta�to, la monte di Giovanni Paolo 11 è lucida, seppur custodita in un involu�cro piagato da nulle dolori, non possia�mo accettare a scatola chiusa che l'aver Wojtyla voluto che si rendesse pubblico, e in modo certamente spetta�colare, il Terzo Segreto, tradisca sma�niti ili protagonismo o. [v^io, la pre�sunzione del Papa di beatificare se stesso in vita come qualcuno ha scrit�to Che questo Papa cosi diverso dagli altri, nella cui mente religiosa si fondo�no misticismo slavo, «testardaggine santa», intuizione politica e forza can smatica. che Giovanni Paolo II si senta un protagonista della Storia risulta evidente E non da oggi Che nel suo pontificato non manchi qualche con�traddizione e sotto gli occhi di tutti; chi scrive si chiede ancora, col dovuto aspetto, come il Santo Padre, difensore degli umili, dei torturati, severo emanatore di condanne a carico dei servi di Satana (penso alla sua invettiva-male�dizione, veramente biblica, contro gli «uomini della mafia» nella rovente Sicilia degli anni delle cosche padrone), il vecchio cronista, clic ha testimoniato della tragedia del Cile, si domanda amie il Papa abbia potuto autorizzare sua eminenza il cardinal Sodano, Segre�tario di Stato, a spendere una «parola buona» per Pinochet. Epperoaccanirsi nel dare al pellognnaggio del Papa a Fatima una valenza autoreforenziale mediocremenlo mon�dana, secondo me e un errore, una ingiustizia. E qui concordo col profes�sor Andrea Riccardi die ha appena pubblicato un libro invero importante, frutto di una fatica di anni: «il Secolo del martirio* (Mondadori). La rivelazio�ne di Fatima, afferma il fondatore della Comunità di Sant'Egidio, «non è una riflessione storiografica, ma una lettu�ra sapienziale delle vicende umane noi Secolo breve». E insieme il testamento spirituale d'uno dei protagonisti più drammatici e solenni della Storia no�stra ultima. Un lungo treno, codesta Storia terribile, i cui passeggeri sono i martiri e i torturatori; i buoni e i tristi. Cristo e l'Anticristo. (Ma il ireno s'è fermalo ovvero corre ancora, questa volai sui binari del 2000?! La «diversità» di un Pontefice nella cui mente religiosa si fondono misticismo slavo intuizione politica e forza carismatica che è diventato un protagonista della storia del '900 rapa Giovanni Paolo II oggi compie 80 anni, e siede sul soglio di Pietro da quasi ventidue

Luoghi citati: Cile, Roma, Salvador, Sant'egidio, Sicilia